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 2013  ottobre 31 Giovedì calendario

L’ASSEDIO DI LENINGRADO UNA CRONACA MUSICALE E FIN TROPPO REALISTICA


La Sinfonia n. 8 in do minore op. 65 di Dmitrij Sostakovic venne eseguita per la prima volta il 4 novembre 1943 presso la Sala Grande del Conservatorio di Mosca con l’orchestra sinfonica di Stato dell’URSS diretta dall’impareggiabile Evgenij Mravinskij, a cui tra l’altro la sinfonia era dedicata. Unitamente alle Sinfonie 7 e 9, rispettivamente del dicembre 1941 e del novembre 1945, costituisce la cronaca musicale delle drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale nel territorio sovietico in generale e dell’assedio di Lenigrado in particolare. Il 22 giugno 1941 le truppe tedesche entrarono senza fatica nelle pianure russe grazie allo scellerato Patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov del 23 agosto 1939 che, di fatto, aveva annullato ogni precauzione presso le frontiere tra i due Paesi dopo la spartizione della Polonia. Già alla fine di agosto dello stesso 1941 infatti, i tedeschi avevano praticamente circondato Leningrado, città dove Sostakovic era nato il 25 settembre 1906 e dove ancora viveva con la sua famiglia (la moglie Nina Vasil‘ evna Varzar e i due figli Galina e Maksim).
L’assedio, terminato soltanto il 27 gennaio 1944 con l’ingresso delle truppe sovietiche guidate dal maresciallo Kliment Efremovic Vorosilov, ebbe conseguenze terribili per la popolazione che dopo 28 mesi contò oltre un milione di vittime e avvenimenti devastanti a causa della fame, del freddo di tre inverni, delle malattie e della totale mancanza di qualunque genere di conforto quali acqua potabile, luce, legna da ardere, vestiario e quanto altro si possa immaginare in negativo.
Se la Sinfonia n. 7, denominata «di Leningrado », aveva rappresentato l’apoteosi della propaganda comunista con grandi cori e riferimenti continui al coraggio sovietico, non altrettanto si poté dire della n. 8, lunghissima, lugubre e drammatica, esattamente come purtroppo era stata la vita della popolazione stremata. La mancanza dei toni trionfali, con la musica votata al peggior pessimismo, fecero sviluppare dibattiti a non finire che, inevitabilmente, portarono alla critica e all’abbandono della Sinfonia stessa che sarà recuperata ed eseguita soltanto nel 1958, a ben cinque anni dalla morte di Stalin.
Né andò meglio alla Sinfonia n. 9, detta «della Vittoria», composta senza cori, senza finali di speranza, breve nei suoi 25 minuti, quasi che l’autore, a detta delle autorità sovietiche, volesse provocare il pubblico piuttosto che renderlo partecipe dell’evento vittorioso. In tal senso, si arrivò persino a considerare la Sinfonia con un insulto ai caduti della Patria. Ma è di tutta evidenza come l’impressionante realismo della musica dell’ottava Sinfonia metta a nudo le mortificazioni e l’intimo dolore della tragedia consumata oltre ogni limite umano, così come il poco tempo trascorso dalla fine della guerra alla composizione della Nona, non riesca evidentemente a cancellare i ricordi che, per stessa ammissione dell’autore, si riproporranno fino alla morte come un incubo impossibile da rimuovere.
ŠSostakovic si spense a Mosca il 9 agosto 1975. Gli furono riservati grandi onori.