Laura Marinaro, Libero 31/10/2013, 31 ottobre 2013
TASSANO PURE LE SCRITTE SUI LOCULI: DUE EURO A LETTERA
Un’altra tassa. Questa volta sui defunti. Due euro per ogni lettera (o battuta) che serve per le dediche scritte sulle lapidi dei loculi al cimitero di Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia. Un provvedimento paradossale e che costituisce un unicum nel nostro Paese (esperti di tanatologia alla mano, ndr) è emersa due giorni fa sulle pagine di Facebook, quando una 50enne di origine rumena ma residente da anni a Sesto, disoccupata e con 3 figli, si è vista recapitare dal Comune un conto di 600 euro oltre ai soldi già spesi per il funerale del marito. Soldi che, secondo l’Ente, sono una tassa per le parole incise sulla lapide di marmo. A fare emergere la vicenda è stato il consigliere comunale di Forza Italia, Roberto Di Stefano, che ha subito presentato un’interrogazione al sindaco Monica Chittò per chiedere l’abolizione dell’odioso balzello.
«È pazzesco» racconta l’esponente azzurro, «due giorni fa sulla mia pagina Facebook mi sono ritrovato un post di questa povera e disperata vedova: non solo ha perso marito e lavoro, ma ora è costretta a sborsare altri soldi al Comune solo perché ha fatto una dedica troppo lunga (300 battute) sulla sua lapide». Il consigliere a quel punto è andato a fondo alla vicenda per vederci chiaro.
«La signora mi ha raccontato che dopo aver pagato il funerale e ordinato la lapide in marmo da un artigiano di Milano era tranquilla» ha precisato Di Stefano, «poi è stato proprio il marmista che ha chiamato il Comune di Sesto per avere l’ok alla posa della lapide sul loculo a scoprire la tassa. Subito ha avvertito la donna dicendole che doveva al Comune 600 euro».
Non contento Di Stefano ha richiesto informazioni all’ufficio cimiteriale e la risposta è stata a dir poco incredibile: «In base a una delibera di Giunta risalente alla scorsa amministrazione, è stato disposto il pagamento di questo balzello in quanto le scritte sulle lapidi del cimitero, luogo pubblico, sono assimilate alle pubblicità a pagamento. Una giustificazione ridicola e pretestuosa» dice il consigliere, «così ho inviato un’interrogazione urgente al sindaco per avere una risposta scritta ma non l’ho ricevuta». D’altro canto l’assessore alla partita, Enrico Cagliani, sembra abbia fatto sapere che sta valutando di eliminare la tassa.
Una situazione paradossale che, come detto, non ha eguali in Italia. «Mai mi sarei aspettato dal Comune di Sesto San Giovanni e dalla sua amministrazione che venissero messe le mani nelle tasche dei cittadini per realizzare una dedica sulla lapide del proprio defunto » continua l’esponente del Pdl, «non ho parole, mi sembra non soltanto paradossale ma anche di cattivo gusto».
Su Facebook, intanto, è subito montata la polemica. Tra i commenti degli indignati cittadini spicca quello di un’amica della stessa protagonista, che quando ha accompagnato la vedova all’Ufficio Cimiteriale ha ricevuto come risposta dal messo comunale che se «non aveva i soldi per la dedica poteva seppellire sottoterra il marito». Come se per terra si mettesse solo una croce senza nemmeno un nome. Una prece.