Fausto Carioti, Libero 31/10/2013, 31 ottobre 2013
È LA TRAPPOLA DI RENZI NON DOBBIAMO CADERCI
[Maurizio Sacconi]
«Non dobbiamo cadere nella provocazione. Non dobbiamo fare il gioco del nemico». E il «nemico», se non si fosse ancora capito, è Matteo Renzi. Maurizio Sacconi, ex ministro del Welfare e oggi senatore del Pdl, vicino ad Angelino Alfano, chiede a Silvio Berlusconi e al centrodestra di non far finire la legislatura. Lo fa – lui, socialista cattolico – partendo da una posizione durissima nei confronti della magistratura e della sinistra. «La decisione della Giunta per il regolamento del Senato è indecente dal punto di vista della regola democratica. Cancellando il voto segreto su una persona, su un collega investito da un’ipotesi di decadenza in un contesto come quello italiano, segnato da una ventennale anomalia istituzionale caratterizzata dall’abuso giudiziario anche a fini politici, quella decisione fa scomparire l’ultimo baluardo di autonomia dei parlamentari ».
Sta dicendo che non ve l’aspettavate?
«Certo che ce l’aspettavamo. Era chiaro che fosse in atto, da parte di settori del Pd e di Scelta Civica, con l’ovvia partecipazione di Sel e dei grillini, il tentativo di organizzare una provocazione per la fine anticipata della legislatura».
Alla fine, però, è stata decisiva una sola persona: la senatrice montiana Linda Lanzillotta.
«La sua firma su quell’atto dice tutto. La Lanzillotta è persona di cultura garantista. Nei giorni scorsi aveva detto che la sua propensione era per il voto segreto, e conoscendola non mi stupivo. Ma poi, guarda un po’, è risultata determinante per arrivare all’esito opposto».
Lei come se lo spiega?
«Me lo spiego col fatto che il pezzo di Scelta Civica cui lei appartiene ormai sta con Renzi. Il quale da un lato è tenuto a rispettare il presidente del Consiglio del suo stesso partito, ma dall’altro non può non desiderare l’anticipo del voto, che lo metterebbe nella condizione migliore per vincere».
Perché? Quale sarebbe la condizione migliore per Renzi?
«Quella di trovarsi segretario in pectore, con tutti i vantaggi del caso, ma senza gli svantaggi di essere davvero segretario del Partito democratico. Inoltre il voto anticipato sarebbe l’ennesimo, forse ultimo, trauma del sistema politico che ha caratterizzato questi venti anni e comporterebbe la polarizzazione degli elettori o sul populismo di Grillo, o sulla speranza rappresentata dalla giovane incognita Renzi».
La decisione della Giunta segna dunque l’atto di morte del governo Letta?
«No, se avremo l’intelligenza politica di non cadere nella trappola».
Una trappola dietro la quale, secondo lei, c’è la regia di Renzi.
«E di coloro che lo guidano. Il suo cinico disegno non si ferma certo dinanzi all’uso di queste armi improprie. Renzi è un Romano Prodi in sedicesimo. Persegue un’alleanza che vada da Vendola a Monti, segnata da una terribile ambiguità nei contenuti e dall’appoggio oggettivo di poteri interni e internazionali interessati a un big bang italiano. In Renzi non vedo però la capacità di Prodi nel maneggiare la complessità di questi elementi, che quindi risulterebbero dominanti su di lui e sui destini dell’Italia».
E voi del centrodestra come potete fermarlo?
«Nel breve periodo dobbiamo rappresentare la domanda di una continuità di governo. Nella provincia italiana si assiste a una ripresa di vitalità da parte di una società che non si attende grandi cose dalla politica, ma chiede ad essa, quantomeno, che le condizioni non peggiorino, una piccola tregua. Nel contempo, possiamo costruire un nuovo centrodestra maggioritario che sottragga l’Italia alla disperazione dell’alternati - va tra cinismo e populismo».
Niente voto anticipato, insomma.
«Non possiamo fare il gioco del nemico. Hanno bisogno di tempo gli italiani, per riprendersi. E abbiamo bisogno di tempo noi, per ricomporre un’offerta politica ampia, potenzialmente vincente. Anche perché dobbiamo cambiare quelle regole che rischiano di consegnare l’Italia, per un nuovo ciclo ventennale, alla terribile incognita della triade Renzi- Monti-Vendola, con l’opposizione nelle mani di Beppe Grillo ».
Resta da convincere un certo Silvio Berlusconi.
«Lui sta pagando il fatto di essersi eretto a scudo dell’anomalia giudiziaria. Ma solo in un contesto di consenso popolare potenzialmente maggioritario si può collocare la faticosa e doverosa battaglia per la sua difesa, che è la difesa di ciascuna persona fisica e giuridica dall’abuso di potere giudiziario ».
E se Berlusconi dovesse dirvi chiaro e tondo che il Pdl non può più stare con i suoi carnefici? Nel momento in cui chiedesse alla vostra delegazione di ministri di dimettersi, cosa dovreste fare voi «innovatori»?
«In questo caso avremmo il dovere di discuterne alla luce del sole, di aprire un vero e sincero dibattito politico, perché in gioco c’è davvero il futuro dell’Italia. Tutti coloro che pensano che il voto anticipato consegnerebbe il Paese alla sinistra antinazionale di Renzi, Monti e Vendola, e vogliono evitare questa deriva, avrebbero il dovere di spiegare le proprie ragioni. Anche nella consapevolezza che questa tesi, a prima vista, può confliggere con la riconoscenza e l’affetto che ciascuno di noi nutre nei confronti di Berlusconi».
Questo confronto potrebbe avvenire nel consiglio nazionale del Pdl, convocato per sancire il ritorno a Forza Italia. Voi «governativi » presenterete un vostro documento?
«Ovviamente esiste un nostro documento. È stato predisposto in vista di un confronto interno. E, anche alla luce di questa nuova provocazione, deve essere utile non tanto alla conta nel palazzo, quanto ad una discussione aperta e partecipata nel popolo del centrodestra italiano. Lo scopo di tutti noi deve essere quello di evitare la sciagura dell’asse Renzi-Monti- Vendola, che per fortuna non è accettata nemmeno da tutta l’area centrista né dall’intero Pd, dove esistono posizioni diverse dalle nostre, ma che rifiutano il cinismo».
Invece Raffaele Fitto, capo dei «lealisti», invita Alfano e tutti voialtri a sottoscrivere la piattaforma votata a palazzo Grazioli venerdì, nella riunione alla quale avete scelto di non presentarvi: passaggio in Forza Italia e azzeramento di tutte le cariche, tranne quella di Berlusconi.
«Gli rispondo con il vecchio detto. Io indico con il dito la luna, il disastro che può accedere all’Italia se si va al voto anticipato. Prego Fitto e quelli che stanno con lui di non guardare il dito».