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 2013  ottobre 31 Giovedì calendario

PERISCOPIO


Una volta per spiare infilavano nel letto le contesse, oggi le chiavette da porte Ubs. Franco Debenedetti. Il Foglio.

Renzi: «Basta giochini alle spalle degli italiani». È ora di affondare il colpo. Spinoza. Il Fatto.

Nulla è cambiato dalla vecchia Dc degli anni 80. C’erano i morotei, i dorotei, i basisti, e poi la corrente più solida e organizzata: i «cazzimiei» . Clemente Mastella. il venerdì.

La sinistra ha imparato da anni che, se vuol far fuori «la destra» (chiamiamola così per semplificare), doveva prima far fuori un solo uomo: il deprecato Cavaliere. Non sto a fare la storia delle armi usate per arrivare al risultato, e nemmeno dei molteplici errori commessi da Berlusconi nel fornire munizioni ai suoi nemici. Ma, alla fine, quel che conta è la massima di Stalin, che io adoro per sincerità: «Se c’è un uomo, c’è un problema. Eliminato l’uomo, finito il problema». Paolo Guzzanti. Il Giornale.

Trentacinque leader mondiali intercettati: un’enormità. Se fossi un leader mondiale, e non trovassi il mio nome, sarei seccatissimo. Chiederei spiegazioni. Adriano Sofri. Il Foglio.

Nel 2008 Vauro immortala, in una vignetta, la schizofrenia del centrodestra che si proclama filoisraeliano e poi candida fascisti patentati come Ciarrapico e la Mussolini. Il bersaglio della vignetta è Fiamma Nirenstein, giornalista amica di Israele e candidata del Pdl nella stessa lista del Ciarra e della Ducia. La vignetta la raffigura con tre stemmi sul petto (quello del Pdl; del fascio littorio; e la stella di David, simbolo di Israele) e la scritta «Fiamma Frankestein», perfetta sintesi del mostro Pdl fatto di pezzi così incompatibili e contraddittori. Giuseppe Caldarola, sul fu Riformista, tuona: «Vauro disegna una vignetta sulla Nirenstein dove la definisce “sporca ebrea”». Quell’epiteto antisemita non c’è nella vignetta e (chi lo conosce lo sa bene) neppure nella mente di Vauro. Caldarola potrebbe almeno scusarsi, rettificare e risparmiarsi la querela. Invece niente. Vauro, ovviamente, denuncia Caldarola e il suo direttore Antonio Polito, che vengono condannati dal Tribunale di Roma a risarcirlo con 25 mila euro. A questo punto interviene uno dei disinformatori ufficiali del Corriere, Pigi Battista. Contro il falsario Caldarola? No contro la vittima Vauro. Marco Travaglio. Il fatto quotidiano.

Indispettito dalla Kyenge che, da quando è ministro, ripete ad ogni occasione di volere lo jus soli (cittadinanza immediata ai figli degli immigrati che nascono da noi) e che l’Italia è un paese «meticcio», Sartori ha scritto un articolo di fuoco. «Kyenge non può fare il ministro perché non sa l’italiano». Consulti il vocabolario e vedrà che meticcio è chi nasce da un genitore bianco e uno di un’altra razza. Le sembra che sia diffuso da noi? Ridicolo. «Cosa c’entra l’integrazione con le competenze di un’oculista? A chi deve la sua immeritata posizione la nostra brava Kyenge?». Giancarlo Perna. Il Giornale.

Claudio Velardi, capufficio stampa di D’Alema tra il 1992 e il 1994, poi a Palazzo Chigi a tessere rapporti riservati e qualificati con leader politici e potenti dell’economia. Nel Pds non piaceva molto. Ricorda Musi: «Un vero uomo di potere. D’Alema lo aveva chiamato per una certa sua spregiudicatezza di vedute. Una volta mi lamentai con D’Alema perché Velardi trafficava, promuoveva campagne contro i nostri dirigenti. Lui mi disse: «Eh sì, è corsaro, un po’ pirata, ma anche la Regina Elisabetta aveva il suo sir Drake». Io gli risposi: «Secondo me Velardi non è sir Drake, ma di certo tu non sei la regina Elisabetta». Giuseppe Salvaggiulo, Il Peggiore: Ascesa e caduta di Massimo D’Alema e della sinistra italiana. Chiarelettere.

Quali sono i vezzi e i difetti della società italiana che Nanni Moretti mette in croce? La volgarità, sicuramente, ma questo lo potrebbe accomunare a Prezzolini. In più, sono le autocoscienze ridicole di Ecce Bombo, i collettivi teatrali che si ispirano a Beckett in Io sono un autarchico, l’esaltata invadenza dei sindaci di minuscole isole disposti a qualsiasi stramberia coi soldi pubblici di Caro Diario, il ridicolo modernismo della scuola pubblica Marylin Monroe di Bianca, la rarefatta atmosfera intellettualoide del cinema italiano di Sogni d’oro, la timorosa Rai di Stato, politicamente asservita che non vuol produrre il film pericoloso di Silvio Orlando (episodio nel Caimano). Senza offesa per nessuno, potrebbe trattarsi degli stessi obiettivi polemici di Piero Ostellino e nessuno se ne accorgerebbe. Alessandro De Nicola. la Repubblica.

La vita sessuale, di solito, si esprime in due grandi categorie: fare sesso una sola volta con tante persone diverse; fare sesso tante volte con una persona. Ci possono essere molti gradi intermedi ma, nella sostanza, sono questi, i due aspetti radicati nel pensiero sessuale: la serialità e la relazione. La serialità è praticata da coloro che cercano un piacere sessuale generico e non coinvolto, e per questo cercano uomini e donne diverse, di continuo. Sono riconoscibili, perché, dopo averci fatto sesso, il loro atteggiamento verso il partner della notte precedente, invece di migliorare, peggiora. Se prima di fare sesso erano simpatici e affettuosi, dopo diventano cupi e distanti. È un po’ deprimente perché passare una notte insieme a fare sesso metterebbe in atto un processo di complicità molto forte, almeno in teoria. Ecco, i seriali rifiutano proprio questo processo. Hanno un’idea tutta loro dell’intimità e non si riesce a contraddirli. I seriali ritengono che spogliarsi nudi, unire i corpi, mischiare umori non sia intimità; mentre, per loro, è intimità andare a cena insieme, fare una passeggiata. Quindi possono fare sesso, ma sono restii ad andare insieme a cena almeno una volta. Francesco Piccolo. La Lettura.

Tom Ridley Sharpe nacque il 30 marco 1928. Nacque a Londra. Il padre era un pastore unitariano, che predicava che Dio era una persona sola e che la fede nella Trinità era una forma di politeismo. The Times.

Marito colto in fallo: non plus altra. Marcello Marchesi, Dottor Divago. Bompiani.

Il maschio è un animale domestico che se trattato con fermezza e gentilezza può essere addestrato a fare qualsiasi cosa. Jilly Cooper.

Nessuno dà niente per niente, nemmeno quando fa l’elemosina. Roberto Gervaso. Il Messaggero.