Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 31/10/2013, 31 ottobre 2013
L’OCCIDENTE È DOMINATO DA ÈLITE PIENE DI BORIA CHE PROBLEMATIZZANO TUTTO, SI SCANNANO SUI NON PROBLEMI, PRIGIONIERE DI IDEOLOGIE CHE HANNO FALLITO
Alla fine degli anni ’80, nelle valli alpine che corrono lungo il confine fra l’Italia, la Svizzera, l’Austria, alcuni personaggi del popolo ebbero delle intuizioni sociologiche che i sociologi di professione, come spesso succede, capirono solo molti anni dopo. Costoro colsero una serie di segnali deboli che portavano a ripensare i rapporti di potere fra la politica e il territorio, e le minacce che stavano venendo da élite centraliste arroganti, spesso oscene.
Al di la della tinta dei passaporti di questi cittadini, tutti avevano una sensibilità molto accentuata verso i problemi del territorio, e si interrogavano sul futuro degli stessi. Emersero due leader, Umberto Bossi in Italia, Giuliano Binasca in Svizzera.
Giuliano Binasca era nato scalpellino in Canton Ticino, poi aveva creato col fratello Attilio una piccola impresa di costruzioni (è morto improvvisamente sei mesi fa, lo incontravo spesso nel centro città, con un paio d’operai a sostituire, nella zona pedonale, i sanpietrini fuori posto). Dopo 16 anni di battaglie politiche, condotte con i mezzi tipici delle minoranze popolari, pur in presenza di un establishment alto borghese, storico e consolidato (il PLR, partito liberale radicale, simile al nostro Partito d’Azione d’infausta memoria), nel 2007 la Lega dei Ticinesi di Binasca diventa il secondo partito del Cantone col 20% di voti, a un’incollatura dal primo, il Plr appunto (22%). Ottiene così un ruolo di leadership nel governo del Cantone, e un seggio a Berna. Pur essendo un partito carismatico, a organizzazione e vocazione centralistica, riesce a far emergere giovani leader. Un caso interessante, dalle molte suggestioni per noi italiani, è quello di Claudio Zali. Leghista della prima ora, vent’anni fa, giovane avvocato trentenne si candida a diventare giudice del Tribunale d’Appello, i cittadini lo votano, sale tutti i gradini della magistratura, ora è Presidente del Tribunale Penale Cantonale. Sempre ha ripetuto d’essere, «sia chiaro solo all’uscita dal Tribunale», un leghista duro e puro.
In questi giorni, la Lega gli offre la posizione di Consigliere di Stato, come si chiamano i sei ministri del Cantone, lui accetta, lascia la magistratura. Qua i politici di professione praticamente non esistono, tutti hanno loro professioni e redditi, tutti appartengono alla società civile, entrano ed escono dalla politica, il controllo sociale verso di loro da parte della cittadinanza è totale e spietato. Per esempio, il sindaco di Lugano precedente all’attuale (Giudici del Plr) lo è stato per 18 anni (rinnovato ogni tre), pur continuando a esercitare la professione di ingegnere civile nel territorio del Comune (fatto incredibile per noi italiani).
Trent’anni fa incontrai Ezio Ferrari per sollecitare la Ferrari al pagamento di fatture scadute, simpatizzammo, passammo un intero pomeriggio insieme a Fiorano, mi disse una frase che mi appuntai (la ripetè in una celebre intervista a Biagi): «Vorrei essere ricordato come colui che ha inventato l’acqua calda». Ecco, in politica e nel vivere civile la Svizzera ha «inventato l’acqua calda». Tutti gli Stati con cui confina sono dominati da élite piene di boria che problematizzano tutto, si scannano sui non problemi, complicano il semplice, sono prigionieri di vecchie ideologie che hanno fallito. Lo posso dire? Sono idioti persi.