Flavio Pompetti, il Messaggero 31/10/2013, 31 ottobre 2013
LUTTWAK: «NEL FUTURO DEGLI AMERICANI MENO INTERCETTAZIONI»
[Edward Luttwak]
L’INTERVISTA
NEW YORK Le intercettazioni dei capi di Stato sono solo la punta dell’iceberg. Nel Datagate c’è l’evidenza che lo spionaggio elettronico americano è poco efficiente, e che sta bruciando enormi risorse finanziarie. Il politologo Edward Luttwak è più interessato ad analizzare i fallimenti della Nsa, che il polverone mediatico sollevato negli ultimi tempi.
A che punto siamo in questa storia?
«Siamo al terzo atto: la recita dell’indignazione dei governanti, che riflette poi solo quella dei loro elettori, e quindi ha bisogno di essere esibita in pubblico».
La Merkel è stata violata nell’intimità del suo cellulare.
«La signora cancelliera deve essere cresciuta tra le intercettazioni che i Vopos sicuramente facevano su suo padre, pastore protestante e quindi sospetto agli occhi dei comunisti. Dubito che non sapesse che le conversazioni riservate non vanno affidate all’etere senza protezioni addizionali».
La Nsa comunque non ne esce molto bene.
«Sì, ma non per i motivi che sembrano più ovvi. Questo scandalo ha confermato quanto già si sospettava: l’attività centrale dell’intelligence, il Sigint (intercettazione dei segnali elettronici) ha ancora la stessa struttura arcaica che aveva alla fine della seconda guerra mondiale. Gli inglesi provvedono a fornire la ricezione da una rete di isolotti intorno al mondo, il Canada sfrutta la calotta artica per arrivare in Siberia, Australia e Nuova Zelanda contribuiscono con il monitoraggio in Asia. Il resto del mondo inclusa l’Europa sono alleati di seconda classe in materia».
La cattura dei dati è stata sempre così vasta?
«No, lo è diventata nel 2001 con l’arrivo di immense risorse finanziarie. Il limite è solo nella tecnologia, e la tecnologia è in espansione. In passato si spiegavano le forze disponibili in occasione di un negoziato importante. Oggi si è arrivati alla presa diretta e costante con le fonti».
L’attività ha prodotto grandi risultati?
«No, e ora che la crisi sta forzando riflessioni analitiche sulla spesa, il Congresso scopre all’improvviso che 10 miliardi di dollari di bilancio nelle mani della Nsa producono un risultato fallimentare. Si diceva che l’investimento era alto perché l’antiterrorismo impone di trovare aghi nei pagliai. Abbiamo scoperto che gli aghi trovati sono molto pochi, e che il costo per ognuno di loro è proibitivo».
Per di più ora Washington deve sopportare l’insulto della visita degli ispettori europei.
«La loro presenza non conta nulla. Washington ha poco rispetto per un Parlamento zoppo come quello della Ue, e infatti il passaggio della delegazione è quasi invisibile. Cambiamenti nell’attività della Nsa sono arrivo, ma non certo per la pressione europea».
Quali cambiamenti?
«Ho già parlato del taglio dei finanziamenti, che si rifletteranno in una riduzione delle intercettazioni. Poi ci saranno sanzioni durissime contro il Data Fusion, l’incrocio di dati che sta alla base del monitoraggio dei flussi che oggi la Nsa fa. L’agenzia federale, e con essa le aziende commerciali, o gli hackers, non potranno più comparare i dati di una singola persona a partire da tante fonti parallele, senza prima dotarsi di una specifica autorizzazione giudiziaria».
Flavio Pompetti