Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 31 Giovedì calendario

INTERVENTI

& REPLICHE–

Procedure fallimentari: la riforma L’editoriale del 29 ottobre di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti riporta alla ribalta il tema dei possibili abusi nell’utilizzo delle regole sui concordati in danno dei creditori. Mi permetto di ricordare, però, che il problema è stato affrontato dall’intervento normativo del giugno scorso (d.l. 21 giugno 2013. n.69), destinato proprio a rafforzare i presidi contro un uso opportunistico dei nuovi istituti. Non è un mistero, peraltro, che i nuovi istituti incontrano molte resistenze, espressione in parte di ritardi culturali, ma anche, in parte, degli interessi colpiti dalla riforma. Il cui obiettivo principale è quello di sostituire alla tutela statica del creditore quello preminente della continuità dell’impresa, principio ormai prevalente negli ordinamenti di tutti i Paesi avanzati.
Ritornare sull’argomento, con le stesse motivazioni, significa ricominciare ogni volta da capo e impedire che le buone riforme facciano il loro corso e se ne traggano i benefici sperati. Segnalo, al riguardo, che, nella stessa data del 29 ottobre, su altra testata economica, viene riportata la notizia della risalita dell’Italia nelle posizioni Doing Business (dal 73° al 65°) proprio grazie alla riforma delle procedure fallimentari.

Stefano Micossi, direttore generale Assonime, Associazione fra le società italiane per azioni