Dario Cresto-Dina, la Repubblica 31/10/2013, 31 ottobre 2013
LA FINZIONE DI ALBERTO
Dopo 13 anni Alberto ha smesso di fingersi extracomunitario. Lui che è nato a Cinisello Balsamo. «Ho imparato dai marocchini che osservavo fuori dall’università. Sempre gli stessi, con i loro accendini, i braccialetti, le piccole torce elettriche. Ho pensato: se vengono qui ogni giorno significa che non lo fanno per disperazione ma per interesse. C’era una famiglia intera, mettevano i soldi da parte, compravano terreni in Marocco». A 20 anni ha lasciato la scuola, si è messo a vendere fazzoletti di carta e spugnette bicolori negli uffici della city a Milano, poi anche Como e anche a Lodi. Biondo, occhi azzurri si faceva passare per profugo bosniaco. Teneva un diario, ogni sera un voto: «Se avevo incassato 150 euro mi davo un sei e mezzo, sette quando toccavo quota 200». Ora con i risparmi s’è comprato un bilocale e, assieme alla licenza da tassista, una nuova vita.