Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 31 Giovedì calendario

I LIGRESTI ALLA CANCELLIERI “FAI USCIRE GIULIA DAL CARCERE”


«LA PERSONA che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri»: il 17 agosto la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, intercettata, parla al telefono con il cognato, Antonino Ligresti, e trascina il ministro della Giustizia negli atti dell’inchiesta su Fonsai che è costata l’arresto all’intera famiglia del finanziere siciliano.

CHIAMATA direttamente da Antonino, il ministro della Giustizia risponde, e si attiva. Parla con i due vice capi di dipartimento del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, per «sensibilizzarli» sul fatto che Giulia Maria Ligresti soffre di anoressia. Il 28 agosto, dopo che il ministro della Giustizia si è interessata della sua situazione in cella, finalmente Giulia vede aprirsi le porte del carcere. «Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione » spiega più tardi Cancellieri, davanti al procuratore aggiunto, Vittorio Nessi, che è volato a Roma per sentirla e che ha cercato di ricostruire l’intera vicenda. E la parentesi che la riguarda si chiude rapidamente senza alcun risvolto penale: non c’è un nesso provato tra il suo attivarsi e la scarcerazione della donna. Ciononostante, nel verbale di interrogatorio del 22 agosto resta traccia delle parole e dell’interessamento personale del ministro della Giustizia a un aspetto privato dell’inchiesta su Fonsai.
Tutto comincia il 17 agosto. Giulia Ligresti è in carcere da un mese e ha già detto di voler patteggiare, ma il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta dei suoi avvocati che chiedono sia mandata ai domiciliari. I parenti sono preoccupati che non stia bene e che possa ricadere nell’anoressia di cui ha sofferto in passato. La telefonata tra Gabriella Fragni e il fratello dell’ingegnere di Paternò desta l’allerta della procura di Torino che, esaminando i tabulati telefonici dei familiari degli indagati, si accorge che alcuni contatti con la Cancellieri ci sono stati, fin dal giorno degli arresti. Si attivano perciò controlli più approfonditi.
La vicinanza tra il ministro e la famiglia dell’ingegnere di Paternò è un fatto noto, come pure che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, sia stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai. Il nome di Peluso compare spesso nelle carte dell’inchiesta torinese, mai però in veste di indagato. «Essendo io buona amica della Fragni da parecchi anni - ha spiegato il ministro al procuratore - ho ritenuto, in concomitanza con l’arresto dell’ingegnere e delle figlie, di farle una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano». Cancellieri e Fragni si sentono più di una volta per telefono. Tanto che la compagna di Salvatore Ligresti, quando la situazione della figlia Giulia non trova soluzione, parla con il cognato e suggerisce di contattarla come ultimo tentativo.
Gli avvocati difensori, Gianluigi Tizzoni e Alberto Mittone, che avevano già parlato di un possibile patteggiamento, si sono visti respingere l’istanza di scarcerazione dal giudice Silvia Salvadori, nonostante il parere favorevole della procura. L’intera famiglia è travolta dal timore che la donna possa non reggere. E si gioca l’ultima carta: è a questo punto che la compagna di Salvatore, parlando al telefono con il cognato, dice che la sola persona che possa fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri. La telefonata resta impigliata nella rete delle intercettazioni e la Fragni sentita il 20 agosto conferma di averlo detto.
Il ministro Cancellieri davanti al magistrato torinese, pochi giorni dopo, racconta cosa è successo poi: «Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria la quale, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati». Cancellieri spiega, e il procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi, titolare dell’inchiesta sul falso in bilancio insieme al sostituto procuratore Marco Gianoglio, riporta nel verbale. Il ministro dice di avere a cuore la salute dei detenuti in generale. Ma poi chiarisce, proseguendo nel racconto, che il suo interessamento diretto è stato per un carcerato soltanto: Giulia Maria Ligresti.
Nel frattempo intorno al caso della figlia di Salvatore succedono fatti inconsueti. In procura a Torino, poco dopo ferragosto, arriva via fax un referto inviato dalle psicologhe dell’istituto penitenziario dove Giulia è detenuta. Medici e assistenti sociali, apparentemente senza nessuna sollecitazione, spediscono il documento ai pm per segnalare lo stato di depressione della donna e certificare che le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. Questo li obbliga a nominare un medico legale, il quale, accertato l’effettivo disagio della detenuta, fa in modo che in pochi giorni a Giulia Maria vengano concessi i domiciliari.
Jonella, la sorella, rimasta qualche settimana nel carcere di Cagliari (era stata arrestata mentre si trovava in vacanza in Costa Rei), è stata trasferita a Torino. Salvatore, invece, è sempre rimasto ai domiciliari. Unico sfuggito alla misura cautelare è Paolo Gioacchino che risiede in Svizzera. Giulia Maria torna a casa il 28 agosto, undici giorni dopo che lo zio ha chiamato il ministro. E cinque giorni dopo l’sms di «rassicurazioni » che rivela la stessa Cancellieri: «Ieri sera Antonino Ligresti mi ha inviato un sms chiedendomi se avessi novità e gli ho risposto che avevo effettuato la segnalazione nei termini che ho spiegato, nulla di più».