Gianluca Paolucci, La Stampa 31/10/2013, 31 ottobre 2013
ALITALIA, AIR FRANCE SI CHIAMA FUORI
Air France dovrebbe chiarire oggi le sue intenzioni sull’aumento di capitale di Alitalia. Secondo le indiscrezioni riferite ieri da Latribune.fr le possibilità che la compagnia partecipi alla ricapitalizzazione della partecipata (al 25%) sono «quasi nulle», dopo che le richieste avanzate dai francesi sono state tutte respinte.
«I progetti di Air France-Klm sono di nuovo in contrasto con gli interessi del governo e degli ambienti economici italiani», spiega il sito economico-finanziario francese, secondo cui tuttavia il gruppo si terrebbe però «pronto al “colpo di coda”», ovvero a intervenire se Alitalia sarà di nuovo a corto di liquidità «a febbraio o marzo» del 2014. A generare attrito tra Roma e Parigi, il cui Cda oggi ha esaminato un’informativa sugli sviluppi della vicenda Alitalia, ci sono divergenze sia sul Piano industriale (il gruppo franco-olandese insiste per il mantenimento dello «status quo» anziché puntare sul lungo raggio), sia sulla rimodulazione del debito (per i francesi ci sono poche chances che le banche accettino di rinunciare a gran parte dei loro crediti non ipotecari, considerato che le stesse banche devono partecipare all’aumento e garantire le linee di credito per 200 milioni). Parigi, tuttavia, contattata dallo stesso sito del quotidiano, non commenta.
Prende intanto corpo anche un’altra ipotesi, e cioè che l’attesa di Air France sia limitata solo fino allo scadere del termine per aderire all’aumento di capitale, cioè il 16 novembre. In attesa anche di capire l’esito delle due diligence in atto: dopodiché i francesi potrebbero comunque rientrare in gioco sfruttando l’ulteriore periodo fino a fine anno per partecipare all’acquisto dell’inoptato. Al momento hanno sottoscritto l’operazione Intesa (26 milioni), Atlantia (26), Immsi (13) e Mancuso (6): 71 milioni che, aggiunti ai 100 milioni garantiti dalle banche e ai 75 milioni che è pronta a mettere Poste superano i 240 milioni fissati come tetto minimo per la riuscita dell’operazione.
Spinge per i francesi Intesa SanPaolo, che è uno dei maggiori azionisti (8,9%) italiani oltre che banca creditrice della compagnia italiana. Per Alitalia «si deve arrivare a un accordo con un partner industriale che deve essere Air France», sostiene l’ad dell’istituto Carlo Messina precisando che «oggi siamo concentrati su Air France, se poi non sarà così si valuterà una soluzione diversa con un partner forte». Mentre Unicredit ribadisce che il proprio intervento nell’operazione di aumento di capitale non è finalizzato a diventare soci della compagnia: Unicredit garantirà per l’inoptato nell’aumento ma «l’obiettivo è creare le condizioni perché i soci lo sottoscrivano e abbia successo», afferma l’ad Federico Ghizzoni, sottolineando che l’obiettivo di Unicredit «è uscire dall’equity».
A fare il punto sulla situazione finanziaria di Alitalia, oggi, sarà anche un cda con l’ad Gabriele Del Torchio che fornirà ai soci un aggiornamento sull’avanzamento dei lavori sull’aumento e una fotografia aggiornata della situazione finanziaria della compagnia. Che, nonostante la boccata d’ossigeno arrivata a metà ottobre, resta di forte tensione.