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 2013  ottobre 30 Mercoledì calendario

UOMINI, A CASA FATE COME ME


Budapest, ottobre
Se mai vi siete chiesti com’è la casa di un pornodivo, non aspettatevi nulla di sconveniente. La villa di Rocco Siffredi a Budapest è quanto di più borghese e rassicurante ci possa essere: arredo di design (ma non troppo), la governante con il grembiulino bianco che prepara i krapfen alla marmellata di prugne, i ritratti della famigliola al mare sulle mensole. E a proposito di famiglia, sappiatelo: accanto al letto di Rocco, c’è la foto di mamma Carmela. Usciti da casa, arriva la parte Disneyland: una pista di gokart e una di atletica, un hangar per le moto da cross, i quad e gli aerei da modellismo di cui è appassionato, perfino l’elicottero che ha usato nel film Rocco never dies. Tutto a disposizione di Rocco, della moglie Rózsa e dei figli Lorenzo, 17 anni, e Leonardo, 14. Noi siamo qui per farci raccontare dall’attore la sua nuova sfida: Siffredi è il protagonista del nuovo show di Cielo, Ci pensa Rocco. Ovvero: l’attore di film hard più famoso al mondo va a casa di coppie logorate dalla routine e dal calo del desiderio e le aiuta a ritrovare la passione perduta. Con l’autorevolezza di uno che ha passato gli ultimi trent’anni sul campo. Ma non solo. Perché provateci voi a rimanere sposato per due decenni con la stessa donna in un ambiente che non incoraggia propriamente la monogamia. Lui ci è riuscito.
Rocco, ma che consigli dà a queste coppie? Non scenderà mica nei dettagli, vero?
«No, tranquilli. In questo programma mostro un lato di me che pochi conoscono: l’ironia. Io sono così, un giocherellone. Mia moglie direbbe che sono il più piccolo dei suoi figli. Anche sui miei set, sdrammatizzo, faccio ridere tutti. Non è che puoi fare il pornostar e prenderti sul serio».
Quindi? Come si esce dal pantano della monotonia?
«Abbiamo visto 12 coppie e tutte avevano gli stessi problemi. Situazione tipo: lui egoista, dimentica i preliminari e passa ore su Internet. Lei va a letto con il pigiamone, il lato sexy è andato a farsi un giro, la femminilità pure. La cosa divertente è che mi confidano tutto, come fossi un prete. Io arrivo e sconvolgo la routine. In una puntata, ho preparato una bara per lui: qui muore la tua indifferenza, la tua vecchia personalità. Ora rinasci e diventi un uomo nuovo».
Un errore che l’uomo non deve mai fare?
«Quando vuole sperimentare qualche novità a letto, chiedere alla partner: “Posso?”. Per carità! Meglio beccarsi un “no”, che un seccato: “Ma perché me lo hai chiesto?” E poi un altro consiglio: usate gli accessori. Una telecamera non serve solo a fare i film porno, come faccio io, potete usarla per divertirvi, riguardarvi, creare una complicità speciale».
Voi siete immuni dal rischio routine?
«Nessuno è immune, perfino io! Ma ci aiuta il fatto che, a causa dei miei impegni, non ci vediamo tanto, spesso sono via. E quando sono a casa, la riempio di attenzioni».
La cosa più romantica che ha fatto per lei?
«Ho tappezzato una stanza d’albergo di bigliettini con scritto “Ti amo”. Ha fatto un figurone con le amiche».
Rósza non è gelosa del lavoro che fa?
«Io la chiamo Santa Rósza. Non è facile trovare una donna che accetti il mio lavoro. Non speravo di farmi una famiglia, e invece eccomi qua, sono un miracolato. Ho avuto la fortuna, rara, di aver trovato una donna che non mi vuole cambiare».
E lei, è mai geloso?
«Per i rapporti carnali, no. Anzi, ogni tanto le dico: ma dai, fatti fare un bel massaggio approfondito. Ma lei niente, è fedelissima. So però che, al contrario di me, non sa separare il sesso dall’amore. Quindi, se un giorno dovesse tradirmi con un altro, vorrebbe dire che se ne andata anche con il cuore. Sarebbe terribile».
Il momento più difficile per il vostro matrimonio?
«Quando ho deciso di chiudere con l’hard, perché pensavo fosse la cosa più giusta per i miei figli. Una catastrofe: ero diventato dipendente dal sesso, un drogato. Uscivo di casa e andavo con tutte le donne che incontravo. Stavo male. Rózsa ha capito e mi ha detto: “Noi viviamo tranquilli se sappiamo che sei sereno”. E ho risolto i miei conflitti».
Con i suoi figli, che padre è?
«Rózsa è severa, io sono più accondiscendente. Quando la mamma li mette in punizione, vengono da me. Prima, pensavo di dover colmare le mie assenze riempiendoli di regali. Poi ho capito che non è quello che vogliono. Normalmente, vanno a scuola accompagnati dall’autista. Ma quando ci sono e vado a prenderli, li vedo che cambiano faccia, sono felici. È la presenza che conta».
Nessun problema con il lavoro di papà?
«No. Anzi, il più piccolo mi da consigli per combattere la pirateria su Internet. Quello che non amano sono gli effetti collaterali della celebrità. Come quando andiamo in vacanza, e la gente mi ferma di continuo per foto e autografi. Lì, diventano gelosi, vogliono che sia tutto per loro. Ma credo accada anche ai figli di Raoul Bova, per dire».
Se uno dei due volesse seguire le sue orme, sarebbe felice?
«Non accadrà. I ragazzi di oggi hanno altri interessi: Internet, i videogiochi. Mio figlio maggiore, che è bellissimo, viene preso d’assalto dalle ragazze. Le attrici dei miei film, quando lo vedono, impazziscono. E lui niente. Anzi, mi dice: “Papà, toglimele di torno”. Vede solo la sua fidanzatina, è fedelissimo, come sua madre».
Lascerebbe mai il porno per la tv?
«Fare tv mi piace e spero di continuare. Ma lascerò il porno solo quando non ne avrò più voglia, o mi renderò conto di essere diventato ridicolo».
Per ora il rischio non c’è, visto a quasi 50 anni ha un fisico invidiabile. Come si tiene informa?
«Sono fissato con lo sport e la corsa. E poi non mangio sughi, latticini, dolci. Non per dieta, sono proprio così. Vivo di bistecche e petti di pollo grigliati. Intatti, quando mi invitano a cena, vado in crisi».
Entrerebbe mai in politica?
«No, anche se me l’hanno chiesto mille volte, specie i Radicali. Non mi interessa, mai votato in vita mia».
Cosa sogna di raggiungere ancora, nella vita?
«Nel lavoro mi piacerebbe insegnare il mio mestiere ai giovani, non sa quante richieste ricevo. Anzi, mi piacerebbe costruirci su un reality. Nel privato, sono un tradizionalista. Spero di continuare a dividere la mia vita con la signora che sta scendendo ora le scale. Per sempre».