Alessandro Penna, Oggi 30/10/2013, 30 ottobre 2013
«HO MEZZO SECOLO E UN SOLO RIMPIANTO»
Milano, ottobre
Antonella Elia compie cinquant’anni. Più che una cifra tonda, è una cifra che non quadra. Primo perché il suo viso è quasi deserto di rughe. E secondo perché si muove, parla e “svalvola” con la stessa finta ocaggine che la rese spalla perfetta di Corrado, Mike Bongiorno e Raimondo Vianello. La incontriamo nell’ufficio del suo assistente, quartiere Prati.
Come fa a mantenersi così?
«Non fumo, non prendo medicine e non bevo. Infatti non mi piace andare a fare quella cosa, oddio come si chiama...». L’aperitivo?
«L’aperitivo: io bevo solo tè verde e non ce l’hanno mai, nei bar. E poi faccio la dieta del gruppo sanguigno: sono A+, non posso mangiare carne rossa, salumi, latticini...».
Veramente, sono i cibi sconsigliati a tutti.
«Sì, ma io come carboidrati mangio quinoa, che è uno spinacio, amaranto e grano sareceno. Guardi che funziona».
Lo vedo. Ora è a teatro: ripren...
«Magari! Dovevo ripartire in tournée con La Verità (di Florian Zeller, ndr), ma è saltato tutto: sa, la crisi, il produttore. In questo momento non sto lavorando».
Le piacerebbe tornare in tv?
«Sì, pero in un ruolo che mi dia dignità: non rinnego l’Isola, ma non voglio fare l’opinionista in una trasmissione di un’altra. Sono nata spalla, dovrei fare quello».
Di chi?
«Di chi vorrei fare spalla? Boh, non lo so, non guardo la tv. Ah, sì... Bonolis è bravissimo: ma lui c’ha sempre sta spalla fissa di Luca Laurenti, si levasse dalle scatole, sto Laurenti...».
Come passa le giornate?
«Ho ripreso le lezioni di canto, ho ripreso a ballare: se arrivasse un musical, sarei pronta. E poi lavoro per l’Associazione Volontaria Ospedaliera. Vado nel reparto psichiatrico al Santo Spirito, ho bisogno di fare qualcosa per gli altri. Ho un’empatia, c’è una comprensione reciproca con quei pazienti...».
Sono parole bellissime, ma qualcuno potrebbe usarle contro di lei.
«Suvvia, non faccia lo scemo».
Ha avuto una carriera piena di successi. Qualche rimpianto?
«Uno solo, un provino con Pupi Avati, la mia unica occasione di sfondare nel cinema: mi ha detto che non so recitare. Mi sono pure messa a piangere, ’na tragedia. Mi ha detto: “Ah, ti dovrò rivedere”: sono passati due anni, mica mi ha rivisto. Che dice: è finita?».
Beh, due anni sono tanti. Però il cinema ha tempi lunghi...
«È che dovevo fare un monologo, un pezzo scritto da una femminista degli Anni 60: non ci capivo niente, mi sembravano tutte frasi attaccate un po’ a caso. Non sapevo come prenderlo e allora sono andata a prepararmi da una coach. Alla fine ero troppo impostata».
Altri provini? «Non me li fanno: sono un personaggio trash televisivo. Vengo da Non è la Rai, ho vinto l’Isola. Però se ce l’ha fatta...».
Entra l’assistente, Gianfranco Gallo. Quasi supplica: «Antonella, non fare nomi».
«…Se ce l’ha fatta Ambra Angiolini a vincere il Nastro d’Argento, c’è speranza per tutti. Non mi fraintenda: è bravissima, Ambra, straordinaria, ma ha avuto un’opportunità».
Ha lavorato con i più grandi presentatori d’Italia. Il suo preferito?
«Corrado. Gli devo tutto. Compresa la frase che mi ha fatto decollare: “Antonella, continua a far la scema, che sarà il tuo successo”».
Con Mike Bongiorno erano litigate clamorose.
«Ma finivano bene. Io mi chiudevo in camerino, piangevo come una fontana. Lui mi faceva chiamare in studio, mi abbracciava, baciava, diceva: «Eh dai, su, non farla tanto lunga solo perché ti ho detto “rincoglionita”».
E Vianello?
«A Pressing, una volta, gli rubai una battuta. Durante la pubblicità, mi aprì in due: “Lei deve stare zitta, non si permetta di dire le cose che devo dire io”. Mi dava del lei, ma era un angelo. Chi mi ha fatto piangere di più, però, è Stato Flavio Insinna, alla Corrida».
Racconti.
«Feci una battuta innocua, lui pensò che volessi criticare il direttore delle luci e si gonfiò come un cobra, mi urlò di tutto. Piangevo a fontana, i truccatori mi “tamponavano” e buttavano in scena. Io resistevo il tempo della diretta. Poi, quando partiva la pubblicità, mi uscivano lacrime a fiotti».
Ha passato un paio d’anni a Los Angeles e ha fatto la comparsa in The Aviator.
«Mi ricordo che Di Caprio fece rifare 30 volte la “mia” scena. Diceva le sue battute, poi rivedeva il girato, facendo spostare Martin Scorsese. Cose da pazzi».
Di lei non si segnalano relazioni vip. Possibile?
«Ho avuto una storiella con un calciatore... Oddio, come si chiama? Sta a Torino, giocava nella Juve, fa una trasmissione di calcio».
Massimo Mauro?
«Sììììì. Massimo Mauro! Mi ha trattato male male male. L’ho incontrato sul treno, 15 mesi fa. Ero in tournée, l’ho invitato a teatro e lui non è venuto. Però poi mi ha mandato un messaggio, scusandosi per come si era comportato 20 anni prima, dicendo che, all’epoca, non era in grado di avere un rapporto d’amore con una donna. Tenero, no?».
Tenerissimo. AI nostro sito web è arrivata una mail di complimenti da parte di una lettrice, L’ha vista a teatro e...
«Che carina!».
In realtà sembrava più interessata al suo accompagnatore, «un affascinantissimo maschio con occhi penetranti».
«Ma è Fabiano (Petricone. ndr)! Fa il professore all’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila. È uno scrittore e balla lo swing. Ci frequentiamo da poco, spero tanto che duri».
Scusi, eh, ma lei non era fidanzata con Andrea, che dirigeva un resort in Kenia?
«Mi ha lasciato il 4 giugno scorso. Per la delusione mi ero fatta mora».
E i sogni di sposarsi, di avere una bimba, sono ancora lì?
«Di sposarmi sì, ma per la bimba temo che sia tardi. Ora sono in cura da una psicologa. E oggi mi ha detto che il mio desiderio di maternità ormai lo riverso aiutando altri. Infatti, se nello Spettacolo non c’è più posto, mi piacerebbe dedicarmi ai migranti. Anche come infermiera. Far sorridere una persona che soffre è meglio che vincere 10 Oscar».
È religiosa?
«Sono buddista. Ma amo visceralmente Papa Francesco. Per me è come Gesù».
Lei era vicina ai Radicali. Ora, come si colloca politicamente?
«Ho votato Grillo, è un rivoluzionario: bisogna ribaltare queste sedie».