Michela Auriti, Oggi 30/10/2013, 30 ottobre 2013
DIMMI CHE CANE HAI E TI DIRO’ CHI SEI
DIMMI CHE CANE HAI E TI DIRO’ CHI SEI –
Roma, ottobre
Impossibile sapere cosa potrebbero raccontare i cani dei loro padroni, seduti in Parlamento. Qualcosa, però, si può capire analizzando le scelte dei politici sui diletti quattro zampe.
La star Dudù, per esempio, planato in braccio a Berlusconi per desiderio della fidanzata Francesca e intercessione della deputata Pdl Michela Vittoria Brambilla. L’avreste mai detto, Silvio alle prese con un barboncino? «Se non ci tosse staro l’intervento femminile», nota l’etologo Roberto Marchesini, «avrei suggerito per lui un labrador. È un cane dai forti valori aggiunti, che ti riporrà sempre con i piedi per terra. Convince senza mai entrare in rotta di collisione. Un rottweiler, per dire, sarebbe stato troppo competitivo e conflittuale». «Se davvero interagiscono», nota Massimo Perla, “papà” del Rex televisivo, ancor prima del celebre Shonik e, più di recente, della controfigura di Dudù per gli spot di Servizio Pubblico, «vuol dire che Berlusconi si è in qualche modo dedicato. Il cane non mente: quello che semini, raccoglie. Il barboncino è una delle razze più intelligenti, da sempre protagonista nei circhi ma poi “scaduto” a cane da compagnia, nel senso più deleterio. Viene sempre tenuto in braccio, eppure ha quattro zampe!».
E c’è batuffolo Empy, il cucciolo del dimissionario Mario Monti, sulla cui sorte si è scatenato un piccolo cino-dramma. A febbraio, in tv a Le invasioni barbariche, era stato l’imprevisto omaggio della Bignardi al professore, gesto che lui poche settimane fa ha definito «scorretto». Ma che fine ha fatto? Il mistero è durato poche ore. I nipotini del professore reclamavano Empy e lui, c’è da pensare senza grande sofferenza, l’ha ceduto alla figlia Federica. Ma non si pensi che l’ex premier sia refrattario agli animali: in passato, ha avuto anche uno splendido golden retriever. Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che pure s’interrogava sulle sorti del cucciolo un po’ maltese e un po’ westie, ha in casa un border collie. Sul perché abbia scelto proprio questo cane, vivace, reattivo, intelligentissimo, nel suo caso frequentatore di gare di agility nel Centro Indiana Kajowa di Perla, vale la tesi dell’etologo: innamoramento da spot. All’origine non suo ma della moglie Amina, che racconta: «Sono cresciuta in mezzo ai cani, mentre mio marito no. Dopo 23 anni di matrimonio, ho deciso che questa mancanza andava colmata e cosi abbiamo preso Cindy. Io m’ero innamorata del cagnolino della pubblicità, quella con Fiorello. Un giorno Maurizio lo incrocia e gli fa: “Bello quel bastardino, dove l’hai preso?”. E lui: “Ma che dici, è di razza purissima!”. Cindy viene dall’allevamento di San Patrignano. Con mio marito c’è ormai, dopo sette anni, una fraterna amicizia. Vanno a messa insieme a San Giovanni Battista dei Fiorentini, dove anche gli animali sono benvoluti. E la sera, quando rientra tardi, trova lei ad aspettarlo. “Lo vedi?”, mi dice. “Cindy è l’unica che mi vuole davvero bene”».
Di Floyd invece, altro quattro zampe che si affaccia sulla scena politica, non siamo riusciti a sapere granché. Il suo padrone Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, lo cita nella biografia sul suo sito assieme alla moglie Ines e alla figlia Sara. Eppure, su nostra sollecitazione, non desidera rilasciare dichiarazioni ne confermare quanto pubblicato sul blog Indiscreto di Repubblica.it. Cioè che il cucciolo sarebbe stato in cura da uno psicanalista canino e con buon esito.
Chi invece racconta, sempre a sinistra, il suo sviscerato amore animale è la senatrice Laura Puppato. Ha scelto la bestiolina che soffre, dimostrando generosità e predisposizione al sostegno: «Puppa, una femmina metà levriero e metà dalmata, sta con noi da 11 anni. Con mio figlio l’abbiamo presa in un canile, aveva subito maltrattamenti e per questo all’inizio era molto disubbidiente». Il percorso di recupero psicologico dura un paio d’anni. Risultato: «Puppa ha addolcito tutta la mia famiglia. Per offrirle la necessaria calma, abbiamo smorzato i toni in casa e imparato a essere più pazienti».
Cani dallo psicologo, ma davvero serve? «Parlare di analisi è sbagliato», nota Marchesini, «perché riguarda un processo dialogico. Però è vero che i cani sono spesso sottoposti a uno stile di vita che non corrisponde alle inclinazioni naturali. L’inattività, per esempio, può dare problematiche comportamentali come mordicchiarsi di continuo le zampe. Ma un buon educatore cinofilo riesce a compensare il disagio, gratificando l’animale soprattutto col fare». Si rischia di più con le bestie prese al canile (a proposito: chi vuole adottare un quattro zampe può rivolgersi al più importante portale del settore digitando www.mysocialpet.it). Ma ciò non sembra scoraggiare i politici, soprattutto di sinistra, tra cui la Puppato non è il solo esempio.
Il sindaco di Torino Piero Fassino adora la sua Nina, ora di 3 anni, raccolta smunta e spaventata in una struttura. «È la regina della casa», ha raccontato, «trasmette gioia a tutti. Con lei ho guadagnato un bel po’ di chili d’affetto». Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha preso un simpatico meticcio per le figlie. Si chiama Dado, ha 4 anni. Francesco Rutelli, presidente di Alleanza per l’Italia, è inseparabile dalla sua labrador miele Camilla. Penelope, stessa razza ma nera, appartiene invece a Massimo D’Alema, già padrone dell’amatissima Lulù. La fuga dal Lingotto di Torino nel 2000, per vedere la cucciolata della sua diletta, è ormai leggenda. «Le ha dedicato molto tempo e con buoni risultati», racconta Perla. «A Penelope, ora, sta dietro di più la moglie». Di nuovo uno sguardo a destra. Isabella Rauti Alemanno, moglie dell’ex sindaco di Roma Gianni, ha raccontato la sua passione per Drake in un libro che esce il 6 novembre (Storie di cani e di amicizia. De Vecchi editore). Drake è un elegante weimaraner, preso in un allevamento toscano per il 17° compleanno del figlio e afflitto da cucciolo da una gastroenterite quasi mortale. «Da quando è arrivato», scrive, «sono attanagliata dalle insicurezze: assillo il veterinario come ho fatto per anni col pediatra, perché il cucciolo è troppo magro, forse l’alimentazione non è adatta, fa troppa pipì o troppo poca. Nei rari momenti di lucidità, ammetto di essermi rincretinita». In compenso ha riscoperto il piacere della passeggiata e messo in cantina il tapis roulant.
Umberto Bossi ha chiamato i suoi due labrador Libera e Orione. Nello zoo dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla, albergano invece 18 cani, per lo più salvati da situazioni difficili. Come Joy, golden retriever sottratto a un illegale carico di cuccioli diretto a Est. Oppure Nina, destinata ai laboratori Green Hill di Montichiari (Brescia). Circa il carlino Puggy dell’onorevole Michaela Biancofiore, postato a dicembre su Facebook tra le mani del presidente Berlusconi, si ricorda l’enfatica didascalia: «È la nostra matricola. Ha due mesi e crescerà assieme a noi e al nostro consenso». L’hanno avvistato dentro una borsa Snoopy rossa coi profili bianchi e, poi, a dividere un’insalata con la sua padrona in un noto locale vicino ai palazzi del potere. Il carlino era assiso sulla sedia accanto, beato. Le cronache, inutile a dirsi, lo raccontano grande amico di Dudù e di Byron, il Cavalier King Charles Spaniel di Marina Berlusconi.
IL BASSOTTO? PER GENTE DI POLSO
“Cucciolo che passione” anche per osservatori politici di spessore. Bruno Vespa ha tre pastori tedeschi, Ighel, Lana e Argo, con i quali il rapporto è deciso e romantico. «La razza fa parte dell’immaginario collettivo», commenta Perla, «da Rin Tin Tin fino al “mio” Rex». Aggiunge Marchesini: «È un compagno perfetto per chi ama il vintage e vuole sicurezza». Giuliano Ferrara replica con le sue tre bassottine tedesche a pelo ruvido: Libé, che sta per Liberté, Kinukò e Monkey. Il bassotto è piccolo ma coraggioso, disposto a giocarsela anche con avversari più grandi di lui, dicono gli esperti. Ha carattere ed è l’amico giusto per persone di polso. Il direttore del Tg5 Clemente Mimun, tra i più appassionati e “papà” del border collie Shon, figlio del cane-attore Shonik, ora si prende cura anche del cucciolo Kalev e lo sprona alle gare di agility. «È la razza più collaborativa che si possa immaginare», dice l’etologo. «L’addestramento è facile e dà soddisfazione. Perfetto per chi vuol dire: “Guarda quanto sono intelligente io e come lo è il mio cane!». Roberto D’Agostino s’incanta davanti ai suoi tre labrador. Zen, la nera più grande, «è come se mi leggesse dentro». E ancora labrador sono Guapa e Zazà, le cucciolone per cui Sandro Ruotolo ha perso la testa. Infine Giampiero Mughini, padrone di una setterina inglese di nome Bibi, si rallegra perché sarà possibile entrare col proprio quadrupede in bar e ristoranti.
Il presidente americano Harry Truman diceva: «In politica se vuoi un amico, comprati un cane». È anche il titolo di un delizioso libro della giornalista Carola Vai (Daniela Piazza editore) che ricorda, tra i tanti potenti cinofili, italiani e stranieri, di ieri e di oggi, la dedizione di Sandro Pertini: «Fece seppellire il suo Trick al cimitero per animali domestici Casa Rosa di Roma». E sapere che cane era, il diletto del presidente? Un barboncino. L’amore per i quattro zampe non ha davvero colore politico.