Alessandro Sallusti, il Giornale 30/10/2013, 30 ottobre 2013
LA PRIMA VOLTA CHE
Proviamo a riepilogare la vicenda della condanna di Berlusconi che sta portando all’interdizione dalla politica dell’ex premier. Lo so, non ne potete più, come del resto noi (e certamente anche lui), ma chiedo solo un ultimo sforzo. Parliamo del primo caso nella storia in cui viene condannato per frode fiscale un signore, Berlusconi, che non ha firmato i bilanci della società sotto inchiesta. È il primo caso nella storia in cui, per arrivare alla condanna, i giudici si rifiutano di interrogare cento testimoni della difesa. È il primo caso in cui, per arrivare alla condanna, viene definito «evasore abituale» il primo contribuente italiano. È il primo caso in cui una sentenza così delicata viene pronunciata (tribunale d’Appello)in contemporanea al deposito delle motivazioni. È il primo caso in cui la corte di Cassazione pronuncia la sentenza definitiva (ovviamente di condanna) a pochi mesi di distanza da quella di appello. È il primo caso in cui il giudice di Cassazione anticipa le motivazioni a un giornale senza che questo invalidi il tutto. È il primo caso nella storia in cui la revisione di parte della condanna (quella sulla decadenza) viene effettuata nel giro di soli due mesi. È il primo caso nella storia in cui un imputato viene condannato ( con la decadenza da senatore) due volte per lo stesso reato ( sentenza penale e legge Severino sulla decadenza). È il primo caso nella storia in cui, violando la Costituzione, una legge (la Severino) viene applicata in modo retroattivo. È il primo caso in cui il Senato cambia il regolamento per effettuare una votazione su fatto personale (la decadenza di Berlusconi) in modo palese anziché segreto. È la prima volta che un alleato di governo, il Pd, decide di votare in modo palese (per evitare scherzetti dei suoi) per decapitare il partito socio (Pdl), pretendendo per di più che nulla accada nell’alleanza. È la prima volta che dirigenti di un partito (per non fare nomi Formigoni, uno che di guai giudiziari se ne intende) dichiarano che rimarranno a prescindere alleati con chi uccide il loro capo. È la prima volta che ci stiamo annoiando a furia di ripetere le stesse cose. Ma, vi assicuro, è la prima volta che in questo Paese la democrazia è davvero a rischio. E attenzione che, se passa, non ci sarà rivincita.