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 2013  ottobre 30 Mercoledì calendario

FINTI ISCRITTI, DENUNCE E CONGRESSI FANTASMA NEL PD È L’ORA DEI VELENI SULLE TESSERE


«State imbrogliando a Lecce». «Voi avete vinto ad Avellino con 4 congressi locali che non sappiamo dove siano stati celebrati. Nel verbale non c’è scritto». Col tono scherzoso di chi condivide almeno la battaglia per la svolta generazionale, la renziana Simona Bonafè e il cuperliano Matteo Orfini si tirano addosso gli stracci dell’anomalo tesseramento democratico. Iscritti quintuplicati in alcuni circoli, congressi provinciali che saltano per scorrettezze acclarate, le solite denunce sulle file di stranieri (albanesi, romeni, peruviani) folgorati sulla via del Pd a poche settimane dalle primarie e anziani reclutati e pagati dalle squadre concorrenti per votare l’uno o l’altro. Ma dove porteranno i veleni degli iscritti? Per Gianni Cuperlo verso una mutazione genetica della sinistra: «La natura e il profilo del nostro partito sono ispirati all’etica. Che non vedo nel rigonfiamento degli iscritti. È una questione di principio. C’è un segretario, mi aspetto un suo intervento».
Se le danno di santa a ragione a Caserta, dove Pina Picierno, fan di Renzi, franceschiniana, vuole fare saltare «il congresso sapendo di perderlo», spiega Orfini. A Lecce fanno tutto da soli i cuperliani: hanno tre candidati alla segreteria provinciale, litigano tra di loro e faranno pace solo in extremis. Forse. A Catania il congresso è annullato: gli sfidanti hanno fatta a gara a chi “conquistava” più iscritti. Una corsa a perdifiato verso il baratro. Alla fine è stato decretato il no contest. Imbrogliavano tutt’e due? La commissione per il congresso si è riunita ieri pomeriggio a Roma e ha ammesso la valanga di denunce. Verificheranno e prenderanno provvedimenti. Intanto Nico Stumpo, il custode bersaniano delle regole, ha attaccato: «Renzi deve smetterla di insultare il partito».
Perché il dito del caso “falsi iscritti” è puntato soprattutto verso il sindaco. Cosa che non lo preoccupa. Tanto che ieri al forum del Messaggero ha detto: «Possono gonfiare quello che vogliono, ma il segretario non si elegge in quel modo lì. Saranno le primarie a decidere, tocca ai cittadini scegliere». Apriti cielo. Renzi è stato identificato come il corpo estraneo, come colui che disprezza il percorso liturgico del congresso. Ma se il rottamatore si disinteressa degli iscritti perché dovrebbe gonfiarli? Perché al suo interno la corrente renziana ha adesso molto apparato, malignano gli avversari. Al Sud, dice Orfini, l’area di Franceschini fa il bello e il cattivo tempo e porta le truppe cammellate nei circoli. Il segretario regionale della Campania Enzo Amemdola, sostenitore di Cuperlo, è durissimo: «Nella mia regione sta succedendo di tutto. Io aspetto e poi vedo chi ha imbrogliato. Dove è Renzi maggioranza certe brutte pratiche ricadranno su di lui, certo non su chi è uscito sconfitto».
La denuncia più circostanziata (tutta da verificare, s’intende) arriva da Stefano Esposito, senatore torinese (Cuperlo). «Mi metto in coda assieme a tanti anziani al mio circolo. Molti dovevano fare la tessera. A un certo punto, sento due signori che sbottano: ma come, devo anche pagare? Escono. Incuriosito, li seguo. Girato l’angolo un tizio, iscritto al partito, dà 15 euro a ciascuno. Loro rientrano, si rimettono in coda, si iscrivono e votano. Domenica il mio circolo ha registrato 111 nuove iscrizioni, un quarto del totale», racconta al Giornale. Morale: ha vinto un renziano, «del resto è renziano anche il nuovo segretario provinciale di Torino». Pippo Civati è stato il primo denunciare le tessere false in Sicilia. Ma ammette: «Qui i pasticci li fanno tutti ». Gianni Pittella che punta sul Sud, tiene d’occhio la situazione in Puglia. Non solo Lecce, anche Nardò (sempre in provincia di Lecce) dove il congresso rischia di essere annullato. E nel Lazio la battaglia è all’ultimo sangue. Ieri al circolo romano del Cotral (l’azienda di trasporto regionale) si sono presentati 300 dipendenti da fuori la Capitale. File di centinaia di metri, sguardi truci. Si è sfiorata la rissa. Litigano a distanza i capi dei comitati Renzi (Stefano Bonaccini) e Cuperlo (Patrizio Mecacci).
Se continua così Epifani sarà davvero costretto a intervenire. Anche perché ci avviciniamo al rush finale. Entro il 6 vanno chiusi i congressi provinciali. Dal 7 al 17 novembre invece gli iscritti andranno a votare sui candidati nazionali Civati, Cuperlo, Pittella, Renzi. Nella guerra dei veleni finiscono in secondo piano i dati reali. Hanno votato (a ieri) 136 mila iscritti. I renziani sono convinti di vincere anche tra i tesserati con il 70 per cento. Ma i cuperliani Cuperlo ribattono, dati alla mano: «Siamo al 50 per cento».