Grazia Longo, La Stampa 30/10/2013, 30 ottobre 2013
LA BALLERINA MOLDAVA: “ERO L’AMANTE DI SCHETTINO”
Benvenuti nello show a tinte rosa del processo sul naufragio della Costa Concordia. Un clima in pieno stile Love boat incombe nel Teatro moderno di Grosseto trasformato in aula di giustizia, nonostante di mezzo ci siano 32 vittime e danni per centinaia di milioni di euro. Ma è inevitabile: la love story tra il comandante e la ballerina s’impone per effetto della legge che non consente alla teste Domnica Cemortan, bella moldava di 26 anni, di avvalersi della facoltà di non rispondere sotto giuramento. Lei, a dire la verità, ci prova a difendere il suo ex amante e per 20 minuti buoni rifiuta di parlare. Succede di tutto. L’udienza viene addirittura sospesa.
Il presidente della Corte prima e l’avvocato di Domnica, Gianluca Madonna, poi, le spiegano che «la legge è legge», e allora alla fine lei ammette che «sì abbiamo avuto una relazione sentimentale» e ancora che «sì, ero sulla plancia di comando al momento dell’incidente, ma all’ingresso accanto alla porta». Per poi precisare che «no, nessuno mi aveva chiesto il biglietto: non te lo chiedono mai quando sei l’amante di qualcuno».
Seguono a ruota bagarre in aula e successive dichiarazioni della ballerina, con tanto di lacrimuccia lì lì per cadere, sulle «mie enormi difficoltà psicologiche per tutta questa pressione: la notte del naufragio ho avuto paura di morire, ma oggi sono morta un’altra volta. Devo pensare al mio futuro, ho una figlia piccola e da due anni sono senza lavoro».
Eppure questa storia che sembra una semplice - si fa per dire - vicenda privata, ha dei contorni pubblici e giuridici non trascurabili. Tanto da finire in un processo, appunto. E il motivo non è da ricondurre solo al rischio che la versione della ragazza «sull’impegno del comandante che ho visto salvare tante persone» venga invalidata perché, in qualità di innamorata-amante, lei non può più essere ritenuta un teste attendibile.
No, non c’è solo questo aspetto ma molto altro. Che ha a che fare con la personalità di Schettino - 53 anni, sposato, una figlia adolescente - per come è emersa dalle intercettazioni ambientali e telefoniche ma anche dal racconto che, sempre ieri, ha fornito l’ex comandante Costa Mario Palombo. «Lo ebbi sotto di me per un periodo e posso affermare che Schettino era bravo a fare le manovre, ma non sempre propenso a raccontare la verità - ha dichiarato sotto giuramento -. Inoltre tendeva spesso a scaricare le responsabilità sugli altri quando c’era qualche problema disciplinare o di altro tipo».
Eccolo quindi il comandante Schettino che scarica la colpa sul timoniere indonesiano, mentre la Procura e i periti ritengono impossibile «evitare lo scontro sullo scoglio delle Scole a quella velocità folle di 16 nodi e alla distanza di 0,2 miglia dalla costa dell’isola del Giglio». Ed ecco ancora il comandante-amante che dopo l’interrogatorio di Domnica, incrociandola al bar del Teatro moderno, prima rifiuta di stringerle la mano, poi fa un passo indietro allargando le braccia neanche avesse visto Satana e poi si lascia andare a un commento non proprio da gentleman.
«Ma che l’è saltato in testa a quella là di dire che avevamo una relazione - polemizza addentando una pizzetta -. Doveva dire solo che abbiamo avuto un flirt (traduzione soft della sua espressione assai più colorita...)».