Mario Ajello, Il Messaggero 29/10/2013, 29 ottobre 2013
MARINA E BARBARA: MAI IN POLITICA. MA TRA LE SORELLE È DERBY
I PERSONAGGI
ROMA Quale della due sarà la Cavaliera? Entrambe - Marina e Barbara - smentiscono: «Non entreremo in politica». E forse è vero che nè l’una nè l’altra guiderà la nuova Forza Italia, ma ciò non toglie che il cognome Berlusconi sia troppo prezioso, anche se c’è l’incandidabilità del papà, per lasciarlo fermo ai servizi sociali, per non utilizzarlo come calamita elettorale, come acchiappa voti che ha sempre funzionato e insomma, ammesso che la consuetudine valga ancora, in hoc signo vinces. Che poi dietro il logo con su scritto «Berlusconi» ci sia Barbara o Marina conta fino a un certo punto perchè c’è Silvio e Silvio - che ha sempre smentito la sua discesa in campo fino a un attimo prima di annunciarla nel ’94 - è il primo a far circolare l’ipotesi Cavaliera, o l’una o l’altra, proprio per spaventare i papaveri del suo partito e per levargli dalla testa l’idea che il berlusconismo non sia eterno ed eternabile per discendenza familiare. All’ex presidente peruviano Fujimori, 75 anni, incappato in gravi guai giudiziari dovuti anche alla compravendita di parlamentari, non è succeduta la figlia Keiko? Qui, le parole pronunciate da Barbara ieri rispecchiano in pieno il sentiment del genitore: «In tanti nel Pdl hanno finto di sposare le idee politiche di mio padre, ma in realtà agivano per interesse personale. Per le poltrone e per il potere». E ancora, e veniamo al «quid»: «Sono profittatori e inadeguati».
LORO E MATTEO
Ultimamente, è proprio Barbara quella che dal punto di vista mediatico-politico buca di più l’attenzione rispetto alla sorella. E’ lei, la primogenita di Veronica, a sembrare più arrembante di Marina. E secondo molti più adatta a rivaleggiare con Renzi, per un fatto di anagrafe (lei ha 29 anni, dieci in meno di lui, mentre Marina ne ha dici più di Matteo e dunque la gara in giovanilismo in questo secondo caso la vincerebbe il centrosinistra); per un fatto estetico-culturale (Matteo e Barbara sono anni ’90, Marina è ’80 anche nel look); per un fatto lessicale: hanno entrambi la battuta pronta. Mentre Marina ha confessato: «Non sono pronta per un faccia a faccia con Renzi», infatti pare che la stiano allenando all’uopo. E i sondaggi sulla sua eventuale candidatura, commissionati dal papà, non sono per ora brillantissimi. E però, rispetto a Barbara, Marina ha due punti di forza: è la candidata di Francesca Pascale, con cui il feeling è assoluto, e non è figlia di Veronica, ossia dell’ex moglie che in maniera indiretta potrebbe mettere bocca nel partito del marito. E si sa che cosa ha sempre detto Berlusconi della Lario: «E’ troppo di sinistra». Per di più, potrebbe non giovare a Barbara il giudizio lusinghiero del suo maestro, Massimo Cacciari: «Potrebbe fare benissimo la leader politica». Ma lei nega: «Resto al Milan». Lo stesso fa la sorella: «Resto alla Mondadori». E Fedele Confalonieri, però, ha toni meno ultimativi: «Spero che non siano condannate a fare politica». Ieri tra i berluscones, ma anche a sinistra, è subito cominciato il derby: tra marinisti e barbarici. E a piazza in Lucina, quartier generale neo-forzista dove le dichiarazioni di Barbara non sono piaciute affatto, si faceva notare che Silvio la guida vera delle aziende l’ha data e la continuerà a dare ai figli di primo letto (anche se l’ipotesi di staffetta alla Mondadori tra Marina neo-politica e la sorella entrante a Segrate ha fatto schizzare in Borsa le azioni della casa editrice) e che quindi il partito potrebbe andare in eredità a Barbara. Anche perchè la guida del Milan, dove lei è in Cda, «resterà ancora a lungo nelle mani di Galliani», come Barbara va spiegando in queste ore.
Se Marina, Confalonieri dixit, «è un martello pneumatico», ossia è tostissima, anche Barbara lo è: «Io, come mio padre, la sentenza Mediaset non la posso rispettare, è un’infamia». Le due sisters si sono sfidate quando Silvio voleva vendere l’azienda a Murdoch: «Papà, non farlo!» (Marina), «Io venderei» (Barbara). Quando Dario Franceschini lanciò la sua battuta - «fareste mai educare i vostri figli da Berlusconi?» - Marina reagì dicendo «sono indignata!», Barbara offrì invece i suoi pareri sul conflitto d’interessi, sul gay pride e sui comportamenti privati dei leader. A quei tempi, era in vantaggio la più grande. Ora è pareggio. Ma siccome una diarchia è impossibile, la sfida tra sorelle - se davvero è cominciata - sarà uno dei più appassionanti derby di stagione.