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 2013  ottobre 29 Martedì calendario

LA RAI VENDUTA AI CARTAGINESI


Sarebbe una svolta storica se la Rai fosse venduta al tunisino Taraq Ben Ammar, come si mormora in gi­ro. E non per la privatizzazione, figu­riamoci, ma perché sarebbe una stori­ca rivincita di Cartagine su Roma. Ben Ammar infatti, è tunisino e di­scende dai fenici e dai cartaginesi. Senza mobilitare gli elefanti, come fe­ce il suo predecessore Annibale Bar­ca, ma mollando pacchi di sesterzi agli eredi di Varrone e di Scipione, il cartaginese vendicherà i suoi avi e la loro Marcia su Roma. La Rai, l’Usigrai e l’Abusigrai (cioè i partiti) si stanno mobilitando col solito slogan «Giù le mani dalla Rai». Tra poco scenderan­no in campo anche i condottieri dell’ azienda romana: Vespone l’Africano difenderà Saxa Rubra porta a porta; Quinto Fazio Massimo, detto il Tem­poreggiatore perché conduce «Che tempo che fa», lo fronteggerà a reti unificate. Ma stavolta mi sa che i carta­ginesi sono più forti. È passata con lo­ro pure la tribù dei Saccomanni. La Ta­rantini sarà sottomessa come già ac­cadde ai tarantini ai tempi d’Anniba­le. Gubitosi verrà fatto a pezzi, cioè lot­tizzato e dato in pasto ai partiti affama­ti. Il festival di Sanremo sarà fatto ad Hammamet e il Cavallo di viale Mazzi­ni sarà sostituito dal Cammello. A Ro­ma già si dice che Annibale piazzerà il fratello Asdrubale Barca ai vertici del­la Rai. Ma i Barca a Roma già hanno oc­cupato ministeri e assessorati. Al po­sto di Santoro arriverà a Servizio Pubi­co la nipote di Bourghiba. Marzullo continuerà a rompere il cocco. La Rai finisce Ammar. E tutti vissero fenici e contenti.