Chiara Maffioletti, Corriere della Sera 29/10/2013, 29 ottobre 2013
«IL NUOVO RIDGE SONO IO NORMALE E POCO BEAUTIFUL»
Più che Beautiful, un tipo. Nessuna traccia di mascella squadrata, la pelle non è tesa come quella di un bambolotto ma, anzi, è solcata da una discreta dose di rughe — molte delle quali non di espressione — e, per una volta, gli occhi non sono semplicemente due simmetriche fessure luccicanti ma sembrano occhi veri, con tanto di occhiaie di uno che di notte sembra essersi divertito parecchio piuttosto che aver rispettato la famosa regola delle otto ore di sonno che pare essere il segreto dell’eterna giovinezza di ogni divo che si rispetti. A maggior ragione, se si tratta di divo da soap opera.
Ma le cose, forse, stanno cambiando. E Thorsten Kaye, 47 anni non tutti passati in palestra, sembra dimostrare che la bellezza fine a se stessa non basta più nemmeno se vuoi recitare in «Beautiful». Peggio, nemmeno se vuoi essere Ridge Forrester: il bello dei belli, l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Ken, anche nei movimenti. Il 13 dicembre, questo personaggio che 26 anni di soap opera hanno trasformato in una icona della cultura pop, tornerà in scena (negli Stati Uniti, in Italia, su Canale 5, lo vedremo solo a settembre) dopo due anni di assenza. E allora, per la prima volta, avrà un nuovo volto: quello di Kaye, appunto. Un cambiamento che si riassume in una battuta di questo stesso attore nato in Germania, cresciuto nel Regno Unito e poi stabilitosi a New York (anche se ora, per almeno tre giorni la settimana, a Los Angeles): «Forse durante la sua assenza Ridge si è trasformato in un uomo europeo bruttarello».
Bruttarello no. Ma senza dubbio — con quell’aria un po’ stropicciata, alla Russell Crowe — molto distante da un tipo di estetica più classica. Eppure, sembra che la produzione l’abbia voluto proprio per questo: lo vedrebbero «più uomo». Più sexy e interessante rispetto a un bello-bello. Lui, al cambiamento dei tempi e dei modelli maschili che passa anche attraverso una soap ancora non pensa. Per il momento si limita a bere «molti caffé» per reggere questi giorni frastornanti. Sa che non interpreterà un ruolo come un altro «ma — assicura — comunque per me è un ruolo nuovo. È molto conosciuto per il pubblico, non per me». Parla con un piglio lontano dallo stile grave di Ronn Moss, lo storico Ridge. E anche con un’ironia insolita: «Sarò sempre spaventato dal paragone con Ronn Moss — ride —. No, in realtà no. Ci sono altre cose di cui preoccuparsi: un volo ogni settimana, come cercare di tenere in ordine i miei capelli...». Poi si blocca, e chiede: «Che si dice? La gente è preoccupata per come farò Ridge?». C’è curiosità. Su Twitter, il tenore medio dei commenti all’annuncio del suo nome era: «Finalmente un attore».
Lui, per ora, promette: «Il mio Ridge sarà molto diverso rispetto a quello a cui siete abituati. Se sono stato scelto è perché posso aggiungere qualcosa al personaggio». Anche se recitare in una soap opera «è anomalo. Di solito hai una storia che inizia, si sviluppa e finisce. Qui non c’è fine. Devi mettere una parte di te nel ruolo e renderti conto se funziona». L’idea, in ogni caso, è che «Ridge fino ad ora sia stato un po’ troppo carino, un po’ troppo per bene...».
Difficile credere che non sia strano sostituire un attore amatissimo per 25 anni... «È un personaggio molto popolare. Ma credo che per questo sia uno di quei casi in cui il personaggio diventa più importante dell’attore che lo interpreta. Sean Connery è stato il mio James Bond preferito, ma quando ha smesso di interpretarlo la serie non è finita. Era giusto dare una seconda possibilità al ruolo». Ma questa chiamata davvero non l’aspettava: «Non sapevo bene di cosa stessero parlando, non immaginavo poi che fosse per Ridge. Ma avrei comunque accettato. Ci sono tante soap ma solo questa è vista in tutto il mondo. E da 26 anni: ne avevo 10 quando è iniziata... più o meno...». Ma l’idea di recitarci per i prossimi 26? «Ho 47 anni: se la cosa andrà bene, perché no? Ma se non dovesse funzionare prometto di non infierire per i prossimi vent’anni. Al momento mi basterebbe non essere licenziato dopo la prima settimana».