Emiliano Liuzzi, Il Fatto Quotidiano 28/10/2013, 28 ottobre 2013
REAGAN E LA FOBIA DEL 666
Il nome scientifico è complesso, hexakosioihexekontahexafobia, e molto più semplicemente è una fobia per il numero 666. Molte persone ne soffrono, soprattutto i cattolico cristiani, perché nel versetto biblico del-l’Apocalisse, numero 666 è il numero di Satana. I più curiosi portatori di questa fobia hanno nomi importanti: parliamo di Nancy e Ronald Reagan. Lui fu attore di serie B, ma divenne uno dei più importanti presidenti degli Stati Uniti. È ricordato anche e soprattutto per il pugno di ferro usato nelle campagne internazionali e per via della concomitanza con un periodo di crescita economica in America. Reaganiano è diventato un aggettivo al pari del mito kennediano, in maniera diversa, ovvio. Famoso fu l’episodio del trasferimento dopo aver abitato alla Casa Bianca. Ronnie e la moglie decisero di tornare nella città degli angeli, dove avevano vissuto prima di trasferirsi a Washington. Caso vuole che Nancy si innamori di una casa al numero 666 di St. Cloud Road, quartiere di Bel Air. Era la casa dove avrebbero vissuto la vecchiaia, e comunque volevano una destinazione paragonabile alla White House o a Camp David, dove trascorrevano le loro vacanze. La spuntò Nancy: il marito le regalò la villa, ma si diede da fare con il sindaco di Los Angeles perché venisse cambiato il numero civico. E, vista l’influenza, venne fatto immediatamente: da 666 numero di satana, a un conciliante 668. Anche la Route 66 nasce come statale 666, almeno fino a quando non divenne la strada della libertà raccontata da Kerouac.
Quando si tratta di numerazione non si possono ignorare il 13 e il 17. Il primo porterebbe fortuna, il secondo iella. C’è chi però inverte i numeri e chi invece li considera entrambi o sfortunati o fortunati. Le più celeri nel contrastare la fobia sono state le compagnie aeree. Non è un caso se non vi è mai capitata la fila 13 o la 17. Semplicemente perché non esistono.
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