Paolo Conti, Corriere della Sera 28/10/2013, 28 ottobre 2013
L’IMPENETRABILE MONSIGNOR PINTO E IL VENTO CHE SPIRA SULLA SACRA ROTA
Ieri papa Francesco ha gioiosamente incontrato centomila fedeli riuniti nel nome dei valori della famiglia cattolica. Mai un momento formale, solo richiami paterni e semplici all’importanza della prima cellula della società organizzata e all’amore che deve tenerla insieme. Impossibile non tornare, col pensiero, all’universo della Rota Romana. Ai barocchismi di talune sentenze. Alla astrusa formalità di non poche soluzioni, anche se inappuntabilmente in linea con il Diritto canonico. Agli stessi ermellini e alle toghe viola dei diciannove prelati uditori chiamati a decidere, come in una Cassazione mondiale, se un matrimonio vada dichiarato nullo o meno. E sono in tanti a chiedersi se anche monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana, troverà sintonia con papa Bergoglio alla fine del gennaio 2014 quando verrà inaugurato l’anno giudiziario.
Pinto è universalmente conosciuto come un bertoniano di ferro (indimenticato resta un suo elogio dell’ex segretario di Stato nel novembre 2012 in cui monsignore parlò di «mano della Provvidenza» nell’aver accostato «a un Papa contemplativo, Benedetto XVI, un segretario proveniente da un carisma, quello di don Bosco, votato all’azione apostolica»). Pinto è considerato sicuramente molto preparato e attento ma anche chiuso e impenetrabile nei confronti del mondo esterno, cioè quello reale. Ormai molti uffici della Curia, dopo l’elezione di papa Francesco, hanno adottato un metodo aperto e colloquiale. La Rota Romana resta invece un microcosmo sigillato, severamente autoreferenziale, dove gli stessi avvocati chiamati a occuparsi delle cause confessano di avere spesso difficoltà ad aprire un dialogo franco negli uffici. Una banale richiesta telefonica di spiegazioni sulle cifre della Rota Romana da parte di un giornalista, mettiamo per esempio negli uffici del notariato, ottiene solo un telegrafico diniego irritato e iroso, privo persino del «buongiorno». Quanto di più lontano dal vento che ha portato Bergoglio al Pontificato: un Papa che, lui sì, usa continuamente il telefono e non lo individua certo come un instrumentum diaboli . Bergoglio capirà questo mondo? O farà circolare anche lì la sua aria nuova?
Paolo Conti