Francesco Piccolo, Corriere della Sera 28/10/2013, 28 ottobre 2013
COSÌ A SAN VALENTINO CRAXI UCCISE UN AMORE (OLTRE ALLA SCALA MOBILE)
Alla fine, dopo aver tentato fino all’ultimo secondo di chiudere un accordo condiviso da tutte le parti, il 14 febbraio del 1984 il governo emanò un decreto legge che metteva in moto il processo di abolizione della scala mobile, tagliandola di quattro punti (percentuali). Come si disse più volte nei mesi successivi, si era trasformata in una questione simbolica (nella pratica, il decreto avrebbe inciso pochissimo sugli stipendi, quindi la soluzione era, come volevano i sindacati, blanda); ma era un cambiamento epocale sia rispetto al rapporto tra il salario e l’inflazione sia (soprattutto) rispetto all’idea di condivisione e collaborazione tra governo e parti sociali. Perché quello di Craxi fu uno strappo — dopo mesi di trattative — dalla cui parte si schierarono due grandi sindacati su tre, e che quindi segnò la fine anche dell’armonia sindacale. All’interno della Cgil ci fu la divisione tra socialisti e comunisti; e tra i comunisti ci furono parecchie tensioni, perché non tutti erano d’accordo. Nella sostanza, anche se il cammino fu tortuoso, la storia della scala mobile si risolse di fatto il giorno in cui il governo di Craxi emanò il decreto.
Quel decreto venne chiamato, ed è ancora oggi chiamato da tutti: il decreto di San Valentino.