Elena Tebano, Corriere della Sera 28/10/2013, 28 ottobre 2013
L’ARTISTA CHE SMONTA LE CHIESE BLOCCATO DALLA SOVRINTENDENZA
Stamani i carabinieri andranno a Gioia Tauro a riprendersi la chiesa del Carmine di Montegiordano, piccolo paese di duemila abitanti nell’Alto Jonio Cosentino. Si trova in un magazzino del porto, in attesa di partire per gli Stati Uniti. Ce l’ha portata, dopo averla smontata pezzo per pezzo, la ditta incaricata dall’artista bresciano Francesco Vezzoli, che vuole ricostruirla nel cortile del Moma Ps1, a New York. Deve servire a realizzare la seconda installazione della sua opera The Trinity , nata in collaborazione con il grande museo newyorchese e i suoi corrispettivi di Roma (il Maxxi) e Los Angeles (il Moca). Ora però il progetto è stato interrotto: la Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cosenza ha bloccato lo «smontaggio» della struttura.
Vezzoli non si capacita: «Ormai è quasi tutta trasferita, a Montegiordano sono rimasti solo due pilastri. Non capisco il perché di questo stop: abbiamo tutti i permessi in regola e i lavori vanno avanti da sei mesi», dice dal suo studio a Milano.
Il fermo sarebbe arrivato dopo l’esposto di una persona del luogo, che avrebbe segnalato la chiesa come un bene culturale di «interesse locale». I carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale guidati dal maggiore Raffaele Giovinazzo stanno verificando se le autorizzazioni per i lavori ci siano davvero. Intanto il direttore della Sovraintendenza cosentina, Luciano Garella, spiega che «la segnalazione è arrivata dal ministero per i Beni culturali e non dall’amministrazione comunale, perché evidentemente qualcuno ha dato qualche autorizzazione».
Il sindaco di Montegiordano è irraggiungibile: è tempo di raccolto e lui è impegnato in campagna. Ma Vezzoli assicura di avere tutte le carte: «Abbiamo il permesso rilasciato dal Comune: c’è scritto che la chiesa è libera da tutele dei Beni culturali e della Sacra Rota. La stessa cosa si legge nel contratto di acquisto della proprietà, controfirmato da un notaio», aggiunge sconcertato. «Essendo senza vincoli e proprietà privata, uno può farci ciò che vuole».
Di certo tanta attenzione la piccola chiesetta del Carmine, costruita alla fine del XIX secolo in contrada Farinella e oggi sconsacrata, non l’aveva mai avuta. Vezzoli, 42 anni, uno degli artisti italiani contemporanei più conosciuti al mondo, l’ha comprata dopo averla vista su internet e vuole usarla per ospitare i suoi video di The Trinity a New York. La trinità a cui allude l’opera è quella composta da «Arte, Religione e Glamour». Così se per ospitare i suoi filmati, nel modernissimo Maxxi di Roma Vezzoli ha ricostruito una galleria di stucchi e velluti rossi e a Los Angeles allestirà «un cinema di provincia degli anni 50», a New York doveva andare il rudere ottocentesco. L’idea è che l’arte sia «una religione» e che oggi lo sia diventato anche il «glamour di Hollywood». Non a caso il bresciano si è fatto conoscere con i suoi lavori sulla cultura delle celebrity , realizzati in collaborazione con attrici e cantanti come Courtney Love, Sharon Stone e Lady Gaga.
Ora Vezzoli è convinto che spostare a New York la chiesa di Montegiordano significhi «nobilitarla». Non conta se per gli abitanti del posto è un pezzo della loro identità e qualcuno non vuole vederlo sparire altrove: «Mi devono spiegare per cosa sono dispiaciuti: nessuno ci andava mai — dice —. La porto da un campo di sterpaglie al Moma. Sta meglio là, no?». Però si dice pronto a venire incontro ai montegiordanesi: «Mi posso fare carico morale del malumore cittadino — concede — Per me portarla al Moma Ps1 aveva un’importanza simbolica, che forse chi ha bloccato i lavori non capisce. Ma mi rendo disponibile a spedirgliela indietro e a ricostruirla com’era. Anzi, gliela restauro anche».
Elena Tebano
@elenatebano
(Ha collaborato Antonio Ricchio)