Edoardo Boncinelli, Corriere della Sera 28/10/2013, 28 ottobre 2013
GLI SPOSI E IL TRAPIANTO DI RENE L’ECCEZIONE A UNA REGOLA GIUSTA
Quando ero molto più giovane frequentavo una casa patrizia sulla collina di Bellosguardo intorno a Firenze. Su uno dei tavolinetti della sala principale campeggiava un libro senza autore, probabilmente perché si trattava di un’opera collettanea, intitolato «La realité depasse la fiction», la realtà supera la fantasia. Quel libro mi ha sempre affascinato, anche se non ho avuto mai occasione di sfogliarlo. L’episodio mi è venuto in mente di recente, quando ho avuto occasione di leggere una notizia sorprendente ed esaltante a un tempo. Un giovanotto americano dell’Indiana si è trovato a soffrire di una malattia congenita dei reni e nella necessità di farsene trapiantare uno, cosa che si è rivelata non facile per l’irreperibilità di donatori immunocompatibili. Si è poi innamorato di una ragazza che si è rivelata immediatamente disposta a donargli uno dei suoi reni e il caso ha voluto che i due fossero immunocompatibili. Il trapianto è stato eseguito con successo e ora i due si sono sposati. Bella storia senza dubbio e nemmeno totalmente insolita, perché a me capita di conoscere una coppia che si è trovata in una situazione che presenta grandi analogie: il giovane marito ha offerto alla giovane moglie il rene di cui lei aveva bisogno.
Come commentare l’episodio, anzi gli episodi? Innanzitutto dovremmo dire che storie del genere possono esistere solo oggi. L’affermazione «vorrei darti tutto di me» ha acquisito significati tutti particolari. La donazione di un rene, di un cuore o anche solo di un campione di midollo osseo danno al momento un significato diverso all’affermazione; si possono infatti dare all’essere amato, o a chiunque ci sembri giusto farlo, parti di noi, che ne salvino addirittura la vita o ne raddrizzino comunque lo stato di salute. La scienza e la tecnologia hanno contribuito a rendere possibili realtà e disposizioni d’animo prima impensabili. Quelle contribuiscono effettivamente ad «ampliare» la realtà e a renderci enormemente più liberi, nei fatti e nei pensieri. Abbiamo così più opportunità ma anche più responsabilità; e questo a volte spaventa. Ma più libertà significa anche una maggiore identità e dignità. Fare scelte impegna, ma amplia il ventaglio delle nostre possibili realizzazioni, fino al punto di doverle a volte disciplinare per legge.
Esiste infatti il problema morale e legale di tutelare il donatore di organi e il corrispondente ricevente. Per evitare inopportune commercializzazioni ed eventuali successive recriminazioni, si tende infatti a tenere l’identità dell’uno sconosciuta all’altro. Ovviamente questo non è il caso negli episodi sopracitati: qua tutto è avvenuto alla luce del sole . È giusto infatti che ogni regola abbia le sue eccezioni.
Si sentono a volte strani racconti secondo i quali chi ha ricevuto un trapianto di cuore avrebbe cambiato leggermente la sua indole e le sue preferenze. Sono racconti che non hanno alcuna verosimiglianza scientifica, ma che sono più che sufficienti a mettere in moto processi psicologici e sociali di tutto rilievo. È bene quindi che donatore e ricevente risultino ignoti l’uno all’altro. La contorsione dell’animo umano è tale che presidi giuridici che all’apparenza non sembrano avere alcuna ragion d’essere, esistano e contemplino tutti i casi possibili. Veramente la realtà può superare la fantasia, nel bene e nel male. Questa volta è per il bene. E chissà quali implicazioni, palesi e recondite, potrà in futuro avere l’episodio? In quella imperscrutabile compenetrazione di anima e corpo che ci caratterizza, che significati potrà assumere condividere un organo fra innamorati? E quale superiore valenza potrà avere una offerta di sé di questo genere? E i figli, se messi al corrente, che diranno? Sì tratta di problemi, ma fortunatamente di problemi di abbondanza e non di scarsezza. E se sono in grado di risolvere tutti i problemi della vita due persone che semplicemente (semplicemente?) si amano, che cosa sapranno fare i nostri protagonisti? Auguriamo loro tutta la pace e il bene che si meritano. Con la scienza e con la coscienza.