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 2013  ottobre 27 Domenica calendario

MI SONO INNAMORATA DI MIKA


Credo di essere in un grosso guaio: mi sono perdutamente innamorata di Mika. E sottolineo «perdutamente» perché
l’amore, quando è puro e incrollabile come in questo caso, va celebrato con gli avverbi giusti.
E va dichiarato senza remore e pudori inutili, anche perché a trentanove anni suonati ho imparato a distinguere piuttosto bene le infatuazioni passeggere dall’amore autentico.
Quello per Mika è amore. Punto. E se è vero che l’amore abbatte qualsiasi barriera e pregiudizio e convenzione e intralcio e asperità, non vedo perché dovrebbe fermarmi il fatto che sia gay. O meglio, che lui sostenga di essere gay, perché io un maschio più maschio di Mika non l’ho visto neanche nella finale mondiale di rugby Nuova Zelanda- Francia. Mika è una roba da far sembrare Russel Crowe in versione Massimo Decimo Meridio una ninfetta in un campo di margherite. E con un particolare che ha dell’incredibile: riesce ad essere gay e maschio, senza aderire a nessun cliché, ad alcuno stereotipo del maschio e del gay da manuali del luogo comune.
Mika non sconfina mai nell’arroganza, nella protervia, nella boria di certi etero convinti di acquisire così il marchio di dominanti e neppure nella leziosità, nell’eccentricità forzata, nell’ironia caustica di tanti gay catodici. Devono averlo capito subito gli altri giudici di X Factor che con l’arrivo di Mika l’aria sarebbe cambiata. Qualcuno addirittura sostiene che Morgan sia diventato biondo naturalmente, dopo averlo sentito parlare la prima volta. Non a caso, per la prima puntata, la Ventura s’è presentata con abito nero e veletta. In effetti, durante la diretta di giovedì sera, si sono formalmente celebrati tre funerali: quello di Morgan, quello di Elio e quello della stessa Ventura.
Ci hanno provato i vecchi giudici a essere brillanti, a essere polemici, a essere ficcanti, ma nulla hanno potuto contro il carisma cristallino di questo strepitoso trentenne libanese dotato di piglio e grazia in egual misura. Ubi Mika minor cessat. Facevano perfino tenerezza, gli altri tre. La Ventura, rea di aver caldeggiato l’uscita di scena di Arisa dopo le violente liti dello scorso anno e aver quindi di fatto determinato l’arrivo di Mika, credo che se potesse tornare indietro nel tempo non solo si ripiglierebbe la povera Rosalba Pippa, ma le regalerebbe pure Gerò, la casa in Sardegna e il suo cantante migliore.
Morgan, giovedì sera, meno originale del solito coi suoi guanti da befana sexy e abituato al consenso indiscusso del pubblico, s’è ritrovato con un cantante eliminato alla prima puntata. Sì, d’accordo, Lorenzo era un Mengoni scialbo doppiato da Ceccherini, ma la faccenda è sintomatica di quanto gli equilibri siano cambiati. Prima il telespettatore pendeva dalle labbra di Morgan, ora dal completo scozzese di Mika. Prima pensavi che il giudizio di Morgan fosse sacro e che nessuno potesse catalizzare l’attenzione quanto lui, potesse portare la sua competenza, potesse avere la sua autorevolezza.
E invece, senza smalto nero e spocchia a palate, il mitologico Mika ha dimostrato che il carisma, dietro a quel bancone, può non vestire abiti maledetti. Che ci sono anche i buoni strafighi e interessanti. Che i buoni non hanno tutti la faccia di Fabio Fazio. Intendiamoci, Morgan è sempre Morgan, ma per parafrasare una delle sue canzoni più belle, quest’anno la rivoluzione è Altrove. Poi c’è Elio. E qui c’è da aprire una parentesi che esula perfino dal mio amore per Mika. Qualcuno sa per caso se Elio il giovedì sera in teoria avrebbe il calcetto? No perché la faccia e il coinvolgimento sono sempre quelli di uno a cui hanno messo X Factor la sera in cui avrebbe altro da fare. Tu senti Mika dire «Sei stata teatrale e grintosa, hai un grande potenziale», poi tocca a lui e fa: «Bravi, intonati, siete andati benissimo». Che voglio dire, al confronto Mara Maionchi era Hemingway. In compenso, appunto, il divino Mika dopo due mesi che è in Italia, può sfoggiare un italiano da far impallidire metà della nostra nazionale di calcio. La Ventura dice al pubblico: «Mi piacerebbe che ascoltiate questa canzone» e lui commenta un brano di Fossati con un clamoroso: «Se non avessi studiato il congiuntivo, non avrei capito questa canzone», dimostrando di masticare congiuntivi, condizionali e consecutio meglio del parlamentare medio.
Ma è anche generoso con Aba («Tu sei più moderna del cliché bella voce e belle tette»), ironico quando si toglie le scarpe («Togliti quelle ciabatte, ti do le mie scarpe piuttosto»). Azzarda perfino divertenti neologismi di forneriana memoria («Ho choosato una canzone»). Sa essere fermo e cazzuto quando il pubblico lo contesta perché alla fine sceglie di far eliminare Lorenzo, fregandosene di buuu e fischi come se piovesse. E infine, lasciatemelo dire. Quando Morgan dice a Violetta «Tu sei la ragazza con l’ukulele» e Mika lo corregge: «No, tu non sei solo la ragazza con l’ukulele. Tu emani la più bella luce di questa sera», io mi sono definitivamente arresa all’evidenza: Mika non è solo la star indiscussa di X Factor. Mika è anche l’uomo con cui vorrei vedere X Factor la sera sul divano beige, dopo aver messo a letto i nostri dodici bambini.
E sì, ho capito che è gay, ma Mika, ora mi rivolgo a te: se davvero vuoi essere anche un po’ italiano, non basta sapere la lingua. Per essere uno di noi devi lasciare a casa la coerenza. Rinnega quello che hai detto e fatto fino ad oggi, smentisci te stesso, dì che agivi a tua insaputa, cambia sponda e casacca. E se ancora non ti è chiaro, fatti spiegare chi sono Capezzone e Casini, per dire. Vedrai che capirai. Insomma: diventa etero, Mika. Io ti aspetto.