Giuseppe Verdi, la Repubblica 27/10/2013, 27 ottobre 2013
VOGLIO FATTI, NON COGLIONERIE
“Cosa diavolo dici! Dare la vernice alle griglie? Non ci mancherebbe altro. La vernice a delle griglie esposte all’aria, ed all’acqua? Una mano d’olio cotto, tanto per ripulirle, bastava”. Così dissi a Spagna e dissi a lui anche di ripassare, aggiustare, rappezzare finestre e scuri et… et… ma non fare belle cose, prima perché io detesto le belle cose, secondo perché bisogna far presto… Non voglio che si dia né olio né vernice ai rastelli di ferro. È la terza volta che lo dico. Io quanto poi a tutte le belle cose che mi propone lui, io lo capisco e che a lui prema di far lista, sta’ bene, ma che tu poi l’approvi, e mi proponga tante coglionerie… Riepiloghiamo dunque e intendiamoci una volta se è possibile… che Spagna lavori con tutti i suoi esclusivamente a tutte le finestre e porte dentro e fuori dell’appartamento nostro per poterlo venire ad abitare (se ce lo permetterete) vale a dire: 1° Stanza mia, 2° Stanza Peppina, 3° Gabinetto Peppina, 4° Salotto, 5° Saltate la stanza Bigliardo e finite la sala da pranzo, 6° Tutte le griglie di sopra. In questo modo noi potremo abitare il nostro quartiere senza avere lavoranti avanti indietro che ci guardino perfino nelle stanze. Hai capito? Domando qualche stanza da abitare. Domando troppo? Dunque Spagna non si perda in belle cose ed in arte, ma dia gli olii. Soltanto nel lunedì di Pasqua potrebbe mettere la sotto-carta, cioè giornali od altro, nel Gabinetto Peppina e nel Salotto; ma soltanto nei siti ove vi sono muri a calce fresca. Dove i muri sono secchi non importa. Così prima di mettere la carta bella, vedrò martedì l’effetto dei muri. Ben inteso, darà bianco al Plafond del Gabinetto della Peppina. E Piroletto darà la calce al piano una volta sola ma venga subito prima che io arrivi. Tu non mi parli affatto dei lavori di falegname. È naturale: son quelli che hanno bisogno di sorveglianza, e tu non vi avrai badato! Dirai a Guerino che nel mio Gabinetto (che si farà quando Dio vorrà) si farà il piano come nella mia stanza, ma che metteremo i zoccoli bassi che erano nella stanza mia e della Peppina. Mi spiace che Bergani non sia venuto e che anche il terrazzaio abbia mancato: così mi arriveranno una moltitudine di lavoranti tutti in una volta che mi faranno mangiar l’anima e lavoreranno poco. Sempre la stessa cosa! Non saper disporre le cose e non l’economia del tempo. Addio.
(a Mauro Corticelli, suo agente teatrale e factotum, 3 maggio 1876)