Guido Ceronetti, Corriere della Sera 27/10/2013, 27 ottobre 2013
GLI ONOREVOLI? TUTTI ALL’EUR
Non ho l’indicibile potenza satirica del Decano Swift, ma una «modesta proposta» la so fare anch’io, senza casalinghe mense antropofagiche. Del resto, già proporre in Italia (senza provarci in Cina) una riforma integrale, mi obbliga a un pronto allunaggio in Utopia. Siamo un cesellato bastone talmente merdoso da essere inafferrabile. Considerarsi cittadini nel senso che il termine prese nel 1789 è ormai, qui da noi, soggetto a Pudore. In verità l’ossessione statistica, economicistica, la galera tecnologica e le orripilanti tassazioni negano in ogni parte del mondo la funzione e l’essenza della cittadinità. Il risultato in una nazione di mente debole come questa è la sommersione in una legalità naufraga, priva di bussola ma abbondante di bottoni di comando. Abbiamo un discreto numero di disegnatori satirici geniali, che si sforzano di raggiungere il Ridicolo Italiano senza riuscirci — perché è Buco Nero. Ennio Flaiano, poco prima di prematuramente morire, diceva che la situazione italiana (eravamo intorno ai Settanta) per la satira era al di là del tiro.
Per essere possibile, una riforma integrale dovrebbe partire da un atto di forza, che in rari casi è l’unico liberatorio. Vedi Egitto e Turchia, dove l’esercito è il migliore guardiano contro il nichilismo liberticida islamista. In Francia, nel 1958, un vecchio generale dai poteri carismatici, pronunciato il suo infallibile «Vi ho capiti» (Je vous ai compris ) impose senza sangue una repubblica presidenziale di salvezza tuttora ben funzionante. Qui si tratterebbe di imporre, sciogliendo l’intero apparato parlamentare, un’assemblea costituente di durata un anno, che, senza perdere tempo a discuterne troppo, tolga di mezzo questa inutile sprecona inceppante seconda camera senatoria e faccia volare la gazza parlante di un indefettibile sistema unicamerale tipo Knesset, di partiti senza rieletti negli ultimi cent’anni con denominazione e programmi nuovi. Una Camera basta e avanza, e se arrivasse a contenere 300 deputati in tutto, senza l’Onorevole, sarebbero più che sufficienti. Basta con l’aria attossicata di Montecitorio! Trasferiamola all’Eur e Montecitorio e Senato diventeranno visitatissimi Musei romani. Nessuno degli attuali eletti di Porcellum potrà essere rieleggibile. Nuovi tutti, nessuno con carichi penali, nessuno oltre i 79 di età.
Tra le specifiche baggianate che ci tocca udire dai malparlanti c’è quella della «più bella Costituzione del mondo». Me la sono letta quando fu approvata (avevo allora vent’anni) e tra i miei libri e libretti ho di meglio. Tuttavia parecchi ottimi principii della somma Carta attuale sono conservabili dopo opportuni ritocchi stilistici, e imitare la Francia nel suo presidenzialismo è fondamentale saggezza. Forbici da mancino e da giardiniere, e via scemenze retoriche genere «fondata sul lavoro». Perché fingere di cambiare conservando la repubblica parlamentare sarebbe puro inganno.
Il guaio sarà reperire due candidati ballottabili capaci di reggere degnamente un così tremendo carico di potere esecutivo indivisibile! Per una repubblichetta parlamentare dal presidente limitato uomini e donne degnissimi non mancherebbero (potrei metterci Muti, Romano, Rubbia, Magris, Gianluigi Beccaria, Carlo Ossola, Saviano, Mieli, altri).
Renzi, dici? Come persona di eloquio non lo vedrei male, ma è uomo di partito; puoi toglierlo dall’acquario? Inoltre, sindaco di Firenze, non mi pare abbia difeso la lingua italiana. Dogmatico: se nel programma di un eventuale candidato presidente di nomina popolare non ci fosse la difesa a oltranza della lingua italiana, astenetevi dal votarlo. Non sarebbe degno della carica.
La repubblica presidenziale è nell’ordine delle cose. Possono farla tardare: il suo avvento è inevitabile. Per legge costituzionale la libertà di sciopero nei servizi sociali e pubblici non potrà più essere consentita.
La nuova legge riconoscerà, dopo le necessarie verifiche, la piena validità del testamento biologico per evitare l’accanimento terapeutico e vieterà drasticamente la disumanità della nutrizione forzata nel coma eccessivamente protratto (mai più casi Englaro!). Si imporrà una nuova regolamentazione restrittiva circa l’espianto-trapianto e la morte cerebrale a cuore battente. Saranno vietate le esequie ad appena ventiquattr’ore dal decesso di una persona. Questa pratica è infame.
Nelle Istituzioni repubblicane di Saint-Just c’è questo comma incantevole: «I rappresentanti del popolo dovranno mangiare soli». Lo so, mai potremo inserirlo in una Costituzione autenticamente liberale, ma la politica, senza le cene nelle trattorie romane, gli accordi di tovagliolo, i brindisi di cattivo Barolo, e i conti accumulati per i rimborsi regionali e di Stato, quanto quanto quanto ci guadagnerebbe!
L’insegnamento della religione cattolica sarà di pertinenza delle sole scuole private confessionali.
Senza pericolosità accertate dei soggetti, la pena dell’ergastolo, domiciliari compresi, non potrà essere protratta oltre l’ottantesimo anno di età.
È certissimo: non affideranno a me la riscrittura dell’incomparabile bellezza del 1947, ma molti cittadini mi saranno grati di avergli esposto la mia Utopia, che ha per sé il futuro.