Sergio Luciano, MilanoFinanza 26/10/2013, 26 ottobre 2013
E L’EXPORT ITALIANO È IN PIENO BOOM
Esportare è indispensabile, ma per riuscirci non basta più spedire merci via container dall’altro lato del mondo. Bisogna piantare le tende, investire direttamente all’estero, in loco. E non è da tutti. Eppure sono sempre più numerose le imprese italiane, anche medio-piccole, che ci stanno riuscendo. Lo hanno confermato Massimo D’Aiuto, amministratore delegato della Simest (banca d’investimenti della Cassa Depositi e Prestiti), e Michele Pignotti, country-manager del colosso assicurativo Euler Hermes, intervenuti - negli studi di Class Cnbc – alla scorsa puntata de «La Stanza dei bottoni», dedicata appunto all’export: da quello verso le mete lontanissime, la Cina, a quello che si concentra sui mercati dietro casa, quelli del Mediterraneo.
È appunto anche il nuovo dinamismo delle pmi italiane a spiegare il saldo ancora largamente attivo della bilancia commerciale italiana: 18,2 miliardi nei primi sette mesi di quest’anno. E alle pmi più intraprendenti Simest ed Euler - ciascuna nel proprio ambito - offrono servizi finanziari avanzati alle imprese che esportano. Ebbene, dai dati raccolti dalla compagnia d’assicurazioni controllata dal gruppo Allianz, il trend delle esportazioni delle imprese italiane che si assicurano per la loro attività di export risulta molto positivo: nei 9 mesi del 2013, la crescita dell’export assicurato verso la Cina è stata del 26%! L’altra area in sviluppo, nonostante le turbolenze militari in Siria ed Egitto, è quella del Mediterraneo, degli Emirati Arabi e del Marocco, un’area che nel 2014 crescerà dell’1,8%, trainata soprattutto da Turchia e, appunto, Marocco ed Emirati. In quest’area, nel 2013, l’Italia sarà il secondo esportatore.
Quanto alla Simest, le imprese di cui si è resa partner all’estero, affiancandole in investimenti fissi, produttivi e commerciali, sono ormai molte migliaia. Da due anni, inoltre, l’azienda ha potuto affiancare a quest’attività classica di banca d’investimenti all’estero un secondo filone dedicato all’assunzione di partecipazioni nel capitale di imprese italiane medio-piccole che crescono, soprattutto grazie all’internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica, e hanno bisogno appunto di finanza fresca. È di qualche giorno fa l’acquisizione di una quota del 12,9% del capitale dell’americana Aspen Avionic, società leader nel settore aerospaziale, al fianco del consorzio campano Cira. In precedenza, Simest aveva cofinanziato un investimento da 60 milioni dell’azienda siderurgica cremonese Arvedi in Brasile; e ancora, ha partecipato a un aumento di capitale da 12 milioni di euro di Pasta Zara, impresa leader nella pasta alimentare, di cui Simest ha oggi il 6,25%, e che con queste risorse incrementerà l’export. Ed è recentemente entrata anche nel capitale della Ducati Energia, che dopo le vantaggiose sortite in Croazia e Romania di qualche anno fa punta adesso al bersaglio grosso, Russia e Cina. E gli esempi potrebbero continuare con il blitz di Exprivia in Brasile (informatica) p di K-Flex (isolanti) in India.