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 2013  ottobre 26 Sabato calendario

PERISCOPIO


Qualsiasi terapia del male italiano deve passare da qui: come rendere governabile il paese. Come aprirsi un sentiero praticabile tra due camere, 20 regioni, più di 100 province, più di 8 mila comuni. Come ridurre il numero dei partiti, ridurne il potere, ridurne l’ingerenza. Antonio Polito, Corriere della sera.

Il boia non si illuda, sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell’uomo o del politico Berlusconi. Renato Brunetta. La7.

Dice che spiavano pure il governo italiano. Nelle pause pranzo, per farsi due risate. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Tutti i governi hanno un inizio e una fine, vero Giorgio? Jena. la Stampa.

Non sopporto più le persone che mi annoiano, anche pochissimo, che mi fanno perdere anche un solo secondo di vita. Goffredo Parise, Verba Volant. Liberal Libri.

Poi finalmente arrivano sul palcoscenico del parlamento i cosiddetti giovani, di solito quaranta o cinquantenni, e che cosa fanno? I rivoluzionari? Non proprio. Gli audaci? Neanche. I parricidi? Obtorto collo, e non quando poteva davvero costare la testa. Gli ideatori? Chissà. I portatori di una visione originale del mondo? Non al momento. «Antica sapienza democristiana» titolano infatti i giornali davanti al tandem Enrico Letta-Angelino Alfano, e già l’idea della «antica sapienza» stride con il mito della gioventù salvifica che, di solito, circonda l’ascesa al potere del quaranta-cinquantenni: gente che, grazie a un ricambio generazionale gentilmente concesso dai «vecchi», per ragioni non sempre sondabili o conquistato con la rete di sicurezza, dovrebbe poi plasmare il mondo nuovo. Marianna Rizzini. il Foglio.

L’impoverimento degli italiani non obbedisce a nessuna delle previsioni di Marx. Perché è stato un impoverimento relativo, e ha solo avvantaggiato lo spreco statale. I salari sono diminuiti in peso relativo in Italia, anzitutto perchè tassati, e dunque il loro potere si è trasferito allo stato. Il reddito tolto agli operai è diventato avanza primario statale con cui pagare gli interessi e il pubblico spreco. Peraltro, il declino della quota dei salari è stato controbilanciato dalla ricchezza messa in leva dal calo dei tassi. Geminello Alvi, Il capitalismo.Marsilio.

Matteo Renzi proviene dalla grande tradizione del cristianesimo fiorentino dei La Pira, dei don Milani, dei Balducci, tradizione insieme vitale e troppo radicale. Piuttosto che rimuoverla con il patchwork messo insieme dai consulenti, avrebbe dovuto rielaborarla, confrontarla con quella comunista (l’altra cultura decisiva del Pd), superarla in un dialogo intergenerazionale (altro che «giovinezza», e, da qui, da quel fondamentale punto di vista costituente (innanzitutto, dossettiano), aiutare una riforma dello Stato che richiede storia e cultura più che consigli per gli acquisti suggeriti dai Gori di turno. Ludovico Festa. Tempi.

La dottrina militare elvetica ha, alla sua base, il «principio del porcospino»: arrotolarsi a palla e sfoderare gli aculei», «non attaccare mai, ma mostrare all’attaccante che non avrà vita facile». John McPhee in La Place de la Concorde Suisse (in italiano, da Adelphi, col titolo Il formidabile esercito svizzero).

Che io sappia, siamo rimasti l’unico paese al mondo in cui, nelle scuole tradizionali di èlite, gli studenti dedicano il massimo delle loro energie a materie scientifiche. Si sente spesso dire che i diplomati del liceo classico, che poi vanno a studiare materie scientifiche all’università, non hanno problemi e, anzi, sono i migliori. Questo argomento non mi ha mai convinto perché, se gli studenti che decidono di iscriversi al liceo classico sono i migliori già prima di iscriversi, è ovvio che poi siano i migliori anche dopo. La correlazione non implica necessariamente la causazione. Andrea Ichino. Corsera.

Ma certo, per non far entrare tutti gli africani bisognosi in Italia eccoci a aiutare tutti gli africani bisognosi in Africa, ovvero 5 milioni di eritrei, un 10 milioni di somali, un 25 milioni di ghanesi... Voi immigrazionisti malvagi che non avete alcuna proposta, e non l’avete perché non ve ne frega assolutamente niente delle vecchie signore con 495 euro di pensione minima al mese che, se hanno bisogno del dentista, degli occhiali nuovi o di riparare la caldaia, non trovano nemmeno qualcuno che le compianga. Camillo Langone. Il Foglio.

I miei figli ridono divertiti e increduli quando racconto dello zio Guido, oggi cattedratico, mio fratello, che usciva dal liceo Parini portato di peso dai carabinieri con altri «occupanti proletari», al canto di Addio, Lugano bella, sotto gli occhi sbarrati di genitori come te, ai quali riconsegnavano i ribelli con grande delicatezza, per paura di danneggiarli, essendo tutti figli della buona e potente borghesia milanese. Il maresciallo raccomandava ai suoi uomini di «non scassare i guaglioni, cca sennò accà passamme ’nu guaio». Guglielmo e Vittorio Zucconi, La scommessa - Cento ragioni per amare l’Italia. Rizzoli.

Noi ragazzi degli anni Cinquanta come abbiamo fatto a sopravvivere? Per esempio, da bambini, noi andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo. Non c’erano i fornelletti anti zanzare, ma le zanzare sì. Ad agosto usavamo la finestra come aria condizionata. Le porte, i bagni, le confezioni di medicinali non avevano chiusure di sicurezza. Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino anziché dalla bottiglia dell’acqua minerale. Trascorrevamo ore e ore costruendoci carretti a rotelle per buttarci giù come matti nelle strade in discesa. E solo a metà strada ci rendevamo conto di non avere i freni. Ma tornavamo a casa sempre illesi. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton.

Oggi il mio negoziante ha detto: «Il vicecapo dei servizi aveva sottratto 10 milioni del Viminale». Un’anziana signora ha commentato assorta: «E figurati se era il capo». Adriano Sofri. Il Foglio.

Ad ogni modo, sposati. Se avrai una bella vita, sarai felice. Se ne avrai una cattiva, diventerai un filosofo. Socrate.

Per conquistare una donna bisogna guardarla negli occhi finché li abbassa. Roberto Gervaso. il Messaggero.