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 2013  ottobre 26 Sabato calendario

JET PRIVATI, VESTITI E GIOIELLI UN TERZO DEL LUSSO MONDIALE CONSUMATO DAL 2% DI CINESI


L’Ifc è uno degli shopping mall più lussuosi di Hong Kong, proprio sopra l’arrivo del treno dall’aeroporto: quasi in riva al mare, con bellissime viste sul porto di Vittoria, fino a poco tempo fa aveva negozi di tutti i tipi. Quattro librerie, diversi ristoranti, marchi di stilisti emergenti e negozi di alimentari. Un po’ per volta - partendo dalle librerie - stanno sparendo tutti: «Chiudiamo alla fine della settimana - dice Grace, commessa a Bookazine - qui ci sarà un negozio di orologi».
Oggi tutto si piega al gusto dei turisti cinesi: così l’Ifc vanta un enorme negozio Apple, una serie infinita di gioiellerie, negozi di orologi costosi e molti altri marchi del lusso. Secondo un rapporto della A.T. Kearney pubblicato questo mese, il 2% dei cinesi sta consumando un terzo del lusso mondiale: dai jet privati ai cosmetici, passando per borse di marca, gioielli e per l’appunto orologi, per i quali i cinesi hanno un appetito insaziabile.
A.T. Kearney specifica che di qui ai prossimi cinque anni l’importanza degli acquirenti cinesi nel settore del lusso continuerà a crescere, nonostante l’aumento vada rallentandosi: Credit Suisse, infatti, ha stabilito che i nuovi ricchi cinesi ora si moltiplicano più lentamente, e soprattutto che la campagna anti-corruzione frena un po’ le spese più folli per i regali ai funzionari, anche all’estero.
Ma andatelo a spiegare agli shopping mall di Hong Kong, o alla Chow Tai Fook, il più grosso gruppo di oreficeria al mondo, il cui manager, Eric Chan, dice che «durante i periodi di vacanza in Cina i nostri negozi a Hong Kong sembrano delle panetterie: dobbiamo rifornirle di gioielli tre volte al giorno».
Per i turisti cinesi lo shopping è il primo richiamo. Ma non si tratta, come per i giapponesi, i taiwanesi o i coreani, di acquisti particolari, con il gusto per l’originalità e il dettaglio: consumatori per la maggior parte nuovi alle gioie dello shopping, i cinesi preferiscono i «valori sicuri» delle grandi marche, e ancora dubitano delle loro scelte quando escono dai «soliti» Gucci, Vuitton, Chanel e Bulgari.
Poi, per i cinesi in viaggio, esistono i musei e i monumenti, ma anche i luoghi del wellness, come le Spa e i saloni di massaggi e bellezza, tipici di tutta l’Asia. La gastronomia li interessa ma, soprattutto a colazione, vorrebbero piatti famigliari: zuppa di spaghettini o di riso, preferibilmente. Adorano il gioco d’azzardo (e l’Asia intera sta costruendo, o ha già costruito, grandi casinò per loro) ma per ora sono solo parzialmente attratti dalle spiagge, dato che la tintarella non è per nulla apprezzata.
Il grosso degli 81 milioni di turisti cinesi che si reca all’estero resta vicino a casa, riversandosi su Hong Kong, Macao – capitale mondiale del gioco d’azzardo – e Taiwan, ma anche su Corea, Thailandia, Laos, e Vietnam, e in misura minore, date le difficili relazioni diplomatiche, sul Giappone. Le cifre però continuano ad aumentare e l’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’Onu prevede che di qui al 2015 i turisti cinesi che varcheranno i confini nazionali saranno 120 milioni l’anno.
Ma a partire da Hong Kong, passando per la Thailandia, si moltiplicano anche le reazioni «anti-turisti cinesi»: sono troppo numerosi, non fanno la coda, non rispettano nessuna regola e non hanno educazione.
Il governo cinese ha cominciato ad allarmarsi per la poca simpatia ispirata dai cinesi in vacanza, ed ha deciso di correre ai ripari. Con un libretto di 64 pagine contenente le «Istruzioni per un turismo civile» nella speranza di convincere i turisti cinesi a comportarsi meglio. Fra le regole, quella di non regalare fazzoletti quando ci si trova in Italia, che le signore indossino sempre orecchini quando sono in Spagna, non sputare da nessuna parte, e fare i propri bisogni solo in bagno. Se i cinesi si comporteranno male all’estero, fra l’altro, ora che è entrata in vigore la nuova legge sul turismo, potranno essere puniti una volta rientrati in Cina, con multe e pene detentive a seconda dei casi.
I luoghi presi di mira dai turisti cinesi sono diventati così a metà benedetti e a metà dannati: molti si lamentano che per servire questi chiassosi nuovi arrivati le città si snaturano, ma tutti li vogliono, perché consumano con abbandono ormai raro.
[I. M. S.]