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 2013  ottobre 26 Sabato calendario

GENIO & DECOR – BARNABA FORNASETTI, RIBELLE IN GIOVENTÙ e ora maestro d’eleganza, continua la tradizione creativa del padre

GENIO & DECOR – BARNABA FORNASETTI, RIBELLE IN GIOVENTÙ e ora maestro d’eleganza, continua la tradizione creativa del padre. Nel 1913. a Milano, nacque Pietro Fornasetti. Cent’anni fa. In omaggio a lui, Barnaba, erede fisico e spirituale del più grande decoratore d’interni del Novecento, ha allestito 100 anni di follia pratica, una mostra, aperta alla Triennale dal 12 novembre al 9 febbraio (triennale.it), per festeggiare l’evento. Settecento pezzi originali, esposti in varie stanze per presentare il lavoro di Piero. Pittore, stampatore, progettista, collezionista, stilista, raffinato artigiano, decoratore, gallerista e ideatore di mostre, Fornasetti aveva una personalità ricca e complessa. Ha disegnato e realizzato circa 13mila fra oggetti e decorazioni, un caleidoscopio di disegni e progetti. Un universo dove il rigore progettuale, artistico e artigianale si fonde continuamente con la sua fantasia sfrenata, fatta di invenzioni surrealiste e di poesia. Barnaba tiene viva la memoria e l’attività del padre, continuando a produrre e creare. «Questa mostra», dice, «è un grande impegno, soprattutto nella scelta degli oggetti, data la vulcanica produzione di mio padre». Il percorso della mostra si articola in sezioni che spaziano dagli esordi pittorici vicini al Novecento alla Stampa di libri d’artista, dalla stretta collaborazione con Gio Ponti negli anni 50 e 60 ai più difficili anni 70, fino al 1988, anno della sua morte. «Amo molto la sala che ho creato per presentare i vassoi, per il suo forte impatto visivo. Un centinaio di vassoi Fornasetti galleggia nella penombra. Sono sorretti da uno stelo con un led che li illumina. È una visione metafisica della prolifica produzione di mio padre. Amava scherzare sull’argomento, diceva: “Mi reputo l’inventore del vassoio perché a un certo momento della nostra civiltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio, una poesia”. Io sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia». Barnaba vive ancora nella casa costruita da suo nonno, a cavallo del secolo scorso, in zona Città Studi, a Milano. All’interno, un susseguirsi di ambienti dove il decoro prevale su tutto, in un caos creativo che è nel Dna familiare. Barnaba, imprenditore e anche creatore di nuove collezioni d’arredo, ha una raffinatezza nel vestire degna di un gentleman d’altri tempi. «Nel mio abbigliamento non mancano mai cravatta e gilet. Lo so, sono l’archetipo del conformismo, ma mi piace abbinarli in modo estroso, in modo tale che diventino accessori fantasiosi». Ama giocare con arditi accostamenti di fantasie e colori, come solo le persone di grande gusto estetico e culturale, e di grande humour, possono fare senza cadere nel ridicolo. Sulla giacca, la clips con catenella per gli occhiali ha la forma di una pistola. «Mi piace come immagine, la interpreto ironicamente non come strumento di morte, ma per la sua forte valenza estetica. In collezione abbiamo un decoro composto dall’abbinamento di diversi disegni di armi antiche: per sdrammatizzare, le ho pensate colorate con tinte sgargiantissime». Nel soggiorno di casa c’è una parete verde che raccoglie una collezione di specchi disegnati da Piero, mentre, esposti in mostra, ci saranno i suoi quadri. «Ne abbiamo centinaia, ognuno rappresenta l’influenza stilistica del momento, legata agli artisti che frequentavano lo studio all’epoca. Morandi, Gio Ponti, De Chirico, i surrealisti... Per l’allestimento mi sono ispirato al film La migliore offerta, di Giuseppe Tornatore, dove il protagonista, grande esperto d’arte, ha trasformato il caveau di casa sua in una quadreria di inesauribile fascino». Il marchio Fornasetti è famoso in tutto il mondo, l’80% del fatturato viene dall’estero, soprattutto Stati Uniti. Non ha mai fatto pubblicità: forse il nome non è conosciuto da tutti, ma quando si vedono le immagini degli oggetti, si riconoscono subito. È la forza dell’immagine. Un iper-decoro che supera i classicismi, che a volte sanno di stantio, e osa un linguaggio nuovo, che ancora adesso affascina per il mondo fantastico e surreale che propone. Come diceva Bruno Munari: «Fornasetti si misura solo con il metro Fornasetti». Sono creazioni senza tempo che fanno parte oramai dell’immaginario collettivo. Piero Fornasetti è stato uno degli artisti più apprezzati del dopoguerra e ancora oggi tra i più ammirati in tutto il mondo. Un personaggio dotato di un genio eclettico, di uno sguardo lucido e visionario e di un gusto raffinato e ironico. Barnaba, degno erede, e il filo conduttore che fa sembrare che nulla sia mutato malgrado il tempo che passa. Sono apprezzate le sue nuove collezioni, dal profumatore di ambienti creato con un famoso «naso» parigino, alla linea Litomatrice, una serie di mobili caratterizzati dal rivestimento realizzato con vecchie lastre in zinco usate, negli anni 50, per la stampa litografica dei decori originali di Piero Fornasetti. Due dichiarazioni di appassionati del suo stile lo delineano nel tempo. Philippe Starck: «Quando mi sento smarrito, o quando sono pigro, quando non so come procedere o ho un vuoto nella mente, c’e sempre la mia formula segreta Fornasetti che mi toglie dall’impasse. Ogni oggetto di Fornasetti, per esempio la teiera con gli occhi che ho nella mia cucina, e una porta aperta attraverso la quale uno è immediatamente risucchiato, come in Alice nel paese delle meraviglie. E per me questo ha un valore inestimabile. Dopo 20 anni sulla credenza, la mia teiera è ancora una porta che si apre. La magia c’è ancora. Un oggetto Fornasetti ha il potere di cambiare le vibrazioni in un luogo, perché, mettendolo in una stanza, questa acquista un’altra dimensione, quella del sogno». Non meno poetico, un altro estimatore collezionista, Pablo Neruda, definì Piero «mago de la magia preciosa y precisa.