26 ottobre 2013
NUOVO Il giallo di Simona, trovata in cortile Il pm: «È omicidio volontario» La conferma dall’autopsia: è stata colpita con calci e pugni ROMA — Uccisa all’alba sulla porta di casa, mentre andava al lavoro
NUOVO Il giallo di Simona, trovata in cortile Il pm: «È omicidio volontario» La conferma dall’autopsia: è stata colpita con calci e pugni ROMA — Uccisa all’alba sulla porta di casa, mentre andava al lavoro. Non ci sono più dubbi sulla morte di Simona Riso, la 28enne trovata agonizzante da una vicina alle 7 del mattino di quattro giorni fa nel cortile condominiale. «Sono stata aggredita e violentata», ha detto prima di spegnersi, mentre veniva trasportata d’urgenza al San Giovanni. Parole che ora trovano parziale riscontro nell’autopsia e negli altri esami effettuati: la Procura ha cambiato l’intestazione del fascicolo da omicidio colposo, aperto di routine per indagare su eventuali ritardi o omissioni nei soccorsi, a omicidio volontario. Per adesso, però, è esclusa la violenza. Le indagini si concentrano sulla cerchia di amici e conoscenti stretti per capire chi può aver massacrato di botte quella giovane minuta e riservata. Non suicidio, dunque, come si era pensato in un primo momento. A indurre in errore gli investigatori la frase a caldo del cugino che viveva con lei: «Soffriva di depressione». Un periodo che Simona si era messa alle spalle e che ricordava a se stessa tenendo nell’armadietto del bagno i flaconcini di farmaci vuoti (cosa che, inizialmente, aveva fatto prospettare la tesi che si fosse tolta la vita gettandosi dal terrazzo condominiale della palazzina a tre piani). Gli esami ematologici hanno già escluso che abbia preso farmaci capaci di stordirla. «Simona era una ragazza serena», ripete il fratello Nicola. La sua giornata cominciava alle 4.30, quando una telefonata della madre dalla Calabria la aiutava a svegliarsi. Come aveva fatto quella mattina, qualche minuto prima di uscire alle 5.30 diretta verso l’albergo dove lavorava come cameriera. Un’abitudine che, quasi certamente, conosceva anche l’assassino: l’avrebbe aspettata sul pianerottolo, buttata giù dalle scale (il tipo di fratture sono compatibili con questa ricostruzione più che con una caduta dal terzo piano) e poi massacrata di calci e pugni. Simona aveva il bacino rotto e un polmone perforato: è morta per una crisi respiratoria. Il sopralluogo fatto ieri in via Urbisaglia, all’Appio, è stato utile per ascoltare i vicini che non erano ancora stati sentiti. «Gridava aiuto», ha detto una donna. Altri parlano di urla e trambusto. Nell’appartamento al seminterrato con i cugini viveva una coppia di studenti francesi in Erasmus. Gli esami hanno escluso la violenza sessuale, ma non l’aggressione: aveva la maglietta alzata fino al collo e la resistenza a uno stupro potrebbe aver innescato la violenza. Simona non era fidanzata, né aveva raccontato alle amiche e alla madre di corteggiatori insistenti. I carabinieri, per ordine del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del pm Attilio Pisani, hanno acquisito i filmati di alcune telecamere e stanno scavando tra i messaggi su Whatsapp, che Simona aveva usato anche quella mattina. Forse per chattare con l’assassino. Fulvio Fiano Rinaldo Frignani