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 2013  ottobre 25 Venerdì calendario

LA CAMERA SI TAGLIA 50 MILIONI MA LA SPESA RESTA ALTA


IL CASO
ROMA La Camera prova a far quadrare i conti e, nel bilancio del 2013 che è pronto ad andare in aula, chiede meno soldi allo Stato, riducendo la propria dotazione di 50 milioni di euro, rispetto al 2012, attestandosi sui 943 milioni di euro. Una piccola cura dimagrante che non si vedeva dal 1960, possibile grazie all’utilizzo di 17,3 milioni di euro risparmiati negli anni precedenti, ma anche grazie a un taglio alle spese pari a 37,2 milioni in meno rispetto al 2012, recuperati ritoccando ogni voce del documento contabile.
A cominciare dai tagli alle indennità e ai rimborsi spese per i deputati che, comunque, costano 81,625 milioni le prime, e 46,545 i secondi. Come pure sono stati messi a dieta i gruppi parlamentari, con un risparmio di 2,820 milioni di euro: a loro sono andati 32,630 milioni di quest’anno.
Chi pesa, e non poco, invece, sono gli ex parlamentari: le loro pensioni, infatti, ammontano a 138 milioni di euro, quasi tre in più del 2012. Stesso discorso vale per il personale di Montecitorio. Il totale delle retribuzioni vale la bellezza di 221,395 milioni, cui bisogna aggiungere 46,545 milioni di previdenza e 630 mila euro di oneri accessori.
Ma se le retribuzioni sono comunque diminuite di 15 milioni di euro, sono lievitate le pensioni che ora pesano 226,675 milioni, quasi 10 milioni in più del 2012. Un effetto collaterale della riduzione del personale, pari a un quarto dei dipendenti andati via negli ultimi 10 anni, e del blocco del turn over in vigore dal 2007.

STRUTTURA ELEFANTIACA
Le sforbiciate dei questori hanno riguardato quasi tutti i comparti di Montecitorio, a cominciare da beni e servizi. Una voce pesante è quella delle locazioni che quest’anno costano 25 milioni di euro, appena uno in meno dello scorso anno. Molti contratti, però, sono in scadenza, come nel caso di alcune parti di Palazzo Marini, il cui canone scade nel 2016 e potrebbe non essere rinnovato, con un risparmio di circa 7 milioni di euro annui.
Certo è che le cifre restano quelle di una struttura elefantiaca che quest’anno ha bruciato 13,205 milioni solamente in manutenzione (di cui 2,720 milioni dedicati al software), 3,370 milioni in materiali di consumo (825 mila euro di cancelleria, 450 mila di vestiario, 500 mila euro di prodotti alimentari, tanto per fare degli esempi), 11,375 euro in trasporti (di cui 8,300 milioni in aerei), 21,990 milioni per il personale non dipendente, 5,140 milioni per stampare gli atti parlamentari, 1,020 di aggiornamento professionale, oltre al pout-pourri della voce “spese diverse” dove spiccano 3,375 milioni di noleggi non meglio identificati degli “altri servizi” pari a 1,250 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 4,300 milioni di servizi di ristorazione gestiti da terzi, ai 75 mila euro di servizi di guardaroba, al 1 milione tondo tondo di servizi medico-sanitari di presidio.

STANGATA TARIFFE
E la lista è molto più lunga. Per non parlare delle forniture di acqua, gas ed elettricità, aumentate di 1,455 milioni a causa dell’innalzamento delle tariffe dei gestori e del nuovo metodo di calcolo dei conguagli. Come pure è aumentata di 325 mila euro la spesa per i servizi di comunicazione, di 451 mila euro quella per il potenziamento di informazione e documentazione, e di 1,270 milioni per attrezzature e beni informatici. Se la politica stavolta ha pagato pegno, insomma, restano mille rivoli dove si possono ancora mettere le mani.
E non basta. Nel 2013 la Camera ha speso 3,234 milioni di euro in più rispetto al 2012 per spese di funzionamento degli organi parlamentari.
Per non parlare delle elezioni: la verifica dei risultati elettorali è costata 1,785 milioni. Di cui 200 mila euro solamente in spese di ristorazione. In compenso, l’attività parlamentare in questa legislatura ha registrato un netto aumento.
Sonia Oranges