Carmine Festa, La Stampa 25/10/2013, 25 ottobre 2013
DEVASTATA DA UN MORBO RARO E ABBANDONATA DAI GENITORI IL PRIMARIO LA ADOTTA
È arrivata in ospedale che aveva sette mesi. L’avevano portata lì i genitori perché la piccola respirava male dopo aver mangiato. Quel problema fu risolto subito, ma la piccola D. aveva qualcosa che non convinceva i medici di Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale che Padre Pio volle qui a San Giovanni Rotondo, tra i rilievi del Gargano. L’intuizione dei medici si rivelò giusta. Le analisi confermarono che D. aveva la sindrome di Bruck che porta tra l’altro alla malformazione degli arti. Un problema serio che i genitori di D. non avevano la possibilità di affrontare da soli. Prima le loro visite in ospedale erano frequenti, poi sempre più rare. Alla fine sono spariti non senza far capire al primario Giuseppe Melchionda e al personale della rianimazione che avrebbero desiderato tanto che la loro figlioletta fosse seguita da tutti loro. E così è stato. C’era bisogno che qualcuno assumesse la patria potestà della piccola. Si è fatto avanti proprio il primario Melchionda che ha condiviso in famiglia e con tutto il suo staff quella scelta. A Bari il tribunale per i minorenni ha accettato la domanda di affido che presto potrebbe diventare un’adozione vera. Le pratiche burocratiche vanno avanti così come in tutto l’ospedale di San Giovanni Rotondo cresce l’amore per la piccola D. che ora ha sei anni.
La sindrome di Bruck, spiegano i medici, lascia poche aspettative di vita. A Casa Sollievo della Sofferenza voglio che quella vita trascorra serena, piena di amore e di attenzioni. La suora «dedicata» a D. è suor Noemi. Non passa giorno che la piccola non riceva una visita, un’attenzione, un giocattolo. D. è vigile, guarda la televisione che di giorno le lasciano sempre accesa, risponde alle sollecitazioni. Con gli occhi parla, dicono tutti i medici e gli infermieri che la visitano e la curano ogni giorno. «Ci ha insegnato l’amore e la voglia di lottare», racconta il primario Melchionda che parla di D. come il simbolo della sofferenza che insegna agli altri a non arrendersi. D. sa essere felice quando qualcuno passa accanto al suo letto, sa esprimere i sentimenti con lo sguardo, sa trasmettere il calore a chi le rivolge un’attenzione. E questo basta al primario e a tutti i suoi collaboratori per trascorrere giorni interi insieme alla piccola che è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che hanno fatto di Casa Sollievo della Sofferenza, la sua casa.