Francesco Battistini, Corriere della Sera 25/10/2013, 25 ottobre 2013
SPUNTA LA VERA MADRE DI MARIA «NON AVEVO SOLDI, LA REGALAI»
È pieno di Marie, qui. Sugli scalini sozzi, sui cofani delle Skoda scassate, attaccate alle tute sfatte delle nonne sdentate. Bambine come gattine, brade e furbe. Bionde e more. Circospette prima, chiassose poi. Piccole cicogne col fratellino in fasce da mostrare, «glielo dai un bonbon?». Ti portano davanti a un prefabbricato dei servizi sociali con le pietruzze grigie incastonate, il portico di tegole, la parabola tv, perfino la grondaia lilla e le grate antiladri: «Maria abitava lì». L’ultimo domicilio conosciuto della bambina sconosciuta è meglio di dove dovrebbe vivere: c’è odore di minestra, una bottiglia di Coca-Cola vuota appesa con una corda per farla giocare, e per la notte un angolo di stracci gialli sul pavimento. «Sei un dottore del municipio?». No... «Quando viene il dottore, noi dobbiamo andare in piazza e aspettare che se ne vada». Dal retro del prefabbricato spunta un barbuto spettinato, la sigaretta fra le labbra, una maglietta azzurra con la scritta dorata Chiellini. «Zio Giorgos». Ha un telefonino connesso alle breaking news — «trovati in Bulgaria i veri genitori di Maria» —, lo agita in aria. È pronto al tackle: «Avete visto che la bambina era una rom?...». Il collo venoso, urla un po’ in greco e un po’ in bulgaro. «Andate via! — il tassista capisce solo qualcosa —. Qui le volevamo tutti bene! La portavamo anche dall’oculista! Noi non siamo ladri di bambini! Voi siete ladri di verità!».
Bambini e verità si mischiano, nel cuore nero della Grecia. Di Maria, è falso il nome. Sono falsi i certificati e i genitori zingari, Christos ed Eleftheria Salis, smascherati con una retata e col Dna. Di Maria è incerta l’età dichiarata, 4 anni quando la dentatura dice sei. E poi quanti pregiudizi su quella foto estranea, inquietante d’una sottile biondina con gli occhi azzurri seduta in mezzo ai due Salis, corpulenti e scuri. Il mondo perbene rimetta a dormire gl’incubi, fate la nanna bimbi belli ché lo zingaro non viene più a rubarvi: Maria se la sono passata «fra loro». Non è l’americanina Lisa Irwin, come sospettava l’Fbi, sparita due anni fa a Kansas City. E non c’entra coi biondini che l’uomo nero porta via dall’Irlanda. Nemmeno c’è bisogno di mandare l’Interpol in Francia, in Svezia, in Polonia... Dopo dieci giorni di ricerche, ottomila telefonate dall’estero, indagini diramate in 190 Paesi, la verità fin troppo cruda su Maria l’ha raccontata un testimone e rivelata un giornalista: sarebbe la figlia di due tizzoni scuri che non le somigliano affatto, neppure loro, bionda perché albina, bianca come il latte e come cinque suoi fratellini credibilmente uguali, tutti con gli stessi problemi agli occhi, scovati ieri in una squallida baracca bulgara di Nikolaevo. La madre che sostiene d’essersene liberata si chiama Sasha, ha 38 anni e una decina di figli. È pronta a dare il Dna: quand’era in Grecia, gennaio 2009, dice d’aver partorito la biondina nell’ospedale di Lamia qui vicino per venderla (lei dice «regalarla») a 250 euro. La litania è scontata, sua e del suo uomo Atanas Rusev: «Non avevamo soldi, non avevamo documenti, avevamo fame... L’abbiamo vista in tv, abbiamo pianto, vorremmo riprendercela ma abbiamo altri figli...».
A ridargliela, non ci pensano proprio. La nuova casa di Maria è vicino ad Atene, l’ong «Il sorriso del bambino»: l’hanno fatta ridere con una tuta grigia e rosa, due bambole nuove. «È ossessionata dalla pulizia, le lava di continuo». Frequenta già un asilo, non sa quasi parlare, nasconde il cibo sotto il letto, le piace ballare perché i due falsi genitori la stavano addestrando agli spettacolini di strada. Regalata o venduta, i Rusev e i Salis devono rispondere d’abbandono-sequestro di minore e frode ai servizi sociali. E spiegare se Maria e tutti quei bambini che avevano nel prefabbricato, dichiarati all’anagrafe e in buona parte spariti nel nulla, servivano solo a prendere i 2.500 euro del welfare o più probabilmente a coprire altro. L’ultradestra d’Alba Dorata ha fuoco con cui incendiare i campi rom: «Dalla Bulgaria, dall’Albania, dalla Romania, dall’Afghanistan c’è un traffico di minori che qui ha complici tra avvocati, poliziotti, assistenti sociali», è sicura Angeliki Nikolouli, da 18 anni conduttrice tv del «Chi l’ha visto?» greco. Un’adozione illegale frutta 15-20 mila euro: sono stati scoperti impiegati comunali che fabbricavano falsi certificati di nascita per i 250 mila nomadi del Paese. Saranno setacciati tutti i registri dell’anagrafe: dal 2008 a oggi, gli anni della catastrofe economica greca. E della catastrofe morale: «Per fortuna ero all’estero e non ho seguito questa brutta storia», dice Petros Màrkaris, il Camilleri di Atene. Il passo della cicogna è sospeso, direbbe un suo titolo: bisogna capire quante sono le Marie.
Francesco Battistini