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 2013  ottobre 25 Venerdì calendario

NASCE LA NUOVA DESTRA EUROPEA CHE VUOLE SMONTARE L’EUROPA


Alleanza Europea per la Libertà, sigla Ael: così si chiama il gruppo al Parlamento Europeo che Marine Le Pen vorrebbe formare dopo le prossime elezioni europee, e che ha appena presentato a Strasburgo. Accreditato nei sondaggi il Fronte Nazionale del primo posto in Francia, da tempo Marine Le Pen si sta muovendo per costruire un polo di riferimento al Parlamento Europeo, corteggiando in particolare il Partito per la Libertà (Pvv) olandese di Gert Wilders, ma anche dicendo di cercare altre forze. Da ricordare che attualmente i tre eurodeputati del Fronte Nazionale siedono tra i non iscritti, dopo una storia passata piuttosto travagliata. Nel 1984, infatti, quando ebbe per la prima volta eletti a Strasburgo il partito allora guidato da Jean-Marie Le Pen creò un Gruppo delle Destre Europee assieme al Msi-Dn di Almirante, ma nel 1989 si sfasciò quando l’Msi-Dn ne uscìì per protesta contro l’ammissione dei Republikaner tedeschi, fautori dell’irredentismo pangermanista sull’Alto Adige. Fronte Nazionale e Republikaner costituirono allora un nuovo Gruppo Tecnico delle Destre Europee assieme ai separatisti fiamminghi, che però nel 1994 restò senza numero minimo di membri per il mancato passaggio della soglia di sbarramento da parte dei Republikaner. Infine, il 9 gennaio 2007 nacque il Gruppo Identità, Tradizione e Sovranità, che si era però sfasciato già a novembre per un litigio tra Alessandra Mussolini e Romania Mare sugli immigrati romeni in Italia. Esiste invece il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, dove l’Ukip, il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, sta assieme alla Lega Nord, al Partito Popolare Danese, ai Veri Finlandesi e a altri gruppi che però presumibilmente non saranno nel prossimo Parlamento Europeo. E per fare un gruppo ci vogliono almeno 25 membri appartenenti a almeno 7 Paesi.
L’Alleanza proposta da Marine Le Pen raggrupperebbe in primo luogo il fronte Nazionale, il fiammingo Vlaams Belang, il Pvv olandese e il Partito Libertario Austriaco (Fpö), tutti attualmente nei non iscritti: tre eurodeputati del Fronte, 4 del Pvv, 2 dell’Fpö e 3 del Vlaams Belang farebbero 12, ma col 25% dato dai sondaggi il solo Fronte Nazionale ne avrebbe alle prossime elezioni tra i 15 e i 20, e anche l’Fpö potrebbe almeno raddoppiare. Dell’alleanza dovrebbero poi fare parte gli Sverigedemokraterna: “Democratici Svedesi”, non presenti al Parlamento europeo, ma possibile ponte verso altri euroscettici scandinavi come il Partito Popolare Danese o i Veri Finlandesi. A quel punto Marine potrebbe forse provare un’Opa su Europa della Libertà e della Democrazia, visto che dice di essere interessata all’Ukip. Addirittura, si parla da tempo di un interesse di Marine Le Pen per il Movimento Cinque Stelle, anche se difficilmente la situazione liquida del “non partito” di Grillo potrà permettere una simile intesa. D’altra parte lei stessa dice di fare «fatica a capire la coerenza del progetto di Grillo, forse perché forse è un movimento molto giovane». Per lei non basta esprimere «perplessità sull’euro», ma «ci vuole una visione più amplia, lasciamo a Grillo il tempo di avere una riflessione e di darne forza, quel giorno potremmo parlare di una collaborazione».
A parte l’obiettivo di «restituire la sovranità al popolo europeo» contro l’«Unione Sovietica europea dei tecnocrati », un motivo comune tra queste formazioni è la lotta all’immigrazione selvaggia, e non a caso l’Alleanza è stata presentata proprio mentre al Parlamento Europeo si discute su «flussi migratori nel Mediterraneo e gli eventi tragici accaduti a Lampedusa». Anti-immigrazione selvaggia, ma senza razzismo. Proprio come componente di una nuova immagine moderata che ha rilanciato il Fronte, Marine Le Pen ha teso subito a escludere ogni ipotesi di dialogo sia con i neo-nazisti greci di Alba Dorata che con gli antisemiti ungheresi di Jobbik. «Non siamo d’accordo su niente e abbiamo valori completamente diversi», ha detto secca. E sui membri dell’Alleanza: «le nostre idee sono differenti, a volte divergenti, ma mai estremiste».