Giuseppe Pollicelli, Libero 24/10/2013, 24 ottobre 2013
VECCHIONI DAL NOBEL ALL’ALCOLTEST BECCATO E CONDANNATO A DUE MESI
Viene il sospetto che dietro l’enigmatica protagonista di una delle canzoni più note di Roberto Vecchioni, “Milady”, si nasconda lo stesso cantautore milanese. Sì, avete letto bene: l’ipotesi, intrigante, è che “Milady” sia almeno in parte autobiografica, e che si tratti di un pezzo in cui il trionfatore dell’edizione 2011 del Festival di Sanremo ha parlato di se stesso celandosi dietro la misteriosa identità di una signora. Alcuni versi del brano paiono infatti alludere esplicitamente a quella che, da ieri, abbiamo scoperto essere una personale debolezza del 70enne cantante e scrittore. Ricordiamoli insieme: «Milady smettila di bere, ti spacco in testa quel bicchiere, sei vecchia e sembri una bambina...». In effetti l’aggettivo «vecchia» potrebbe essere un riferimento al cognome del musicista. Ma, soprattutto, il fermo invito ad andarci piano con l’alcol non può non far pensare - alla luce di quanto è recentemente accaduto - alla sfera privata di Vecchioni.
PURE L’AMMENDA
Cos’è dunque successo di così rilevante, nelle ultime ore, all’ex docente di lettere del liceo Beccaria? È presto detto: Roberto Vecchioni è stato condannato a due mesi di reclusione, al pagamento di un’ammenda di 650 euro e alla sospensione per sei mesi della patente di guida dopo che un controllo effettuato il 26 dicembre 2010 sull’autostrada A4, presso Brescia, da una pattuglia della polizia stradale ne ha accertato la positività all’alcol test. Una condotta non proprio confacente a un paladino del senso civico e del rispetto delle norme quale Vecchioni si professa. Ma a rendere ancora più perplessi dell’episodio in sé sono forse le scuse che il cantautore ha addotto per giustificare il suo stato di ebbrezza: «Ho bevuto uno sciroppo per la tosse che conteneva alcolici». È probabile che se un suo alunno avesse avanzato una giustificazione altrettanto improbabile per motivare un’assenza da scuola, il Vecchioni insegnante lo avrebbe cacciato via dalla classe con una metaforica - il nostro è notoriamente un non violento - pedata nel sedere. Sia chiaro: non sapendo di quanto Roberto abbia trasgredito i limiti (magari di pochissimo), non vogliamo certo metterci a puntare il dito contro di lui. Il fatto è che è lo stesso Vecchioni ad essersi ritagliato il ruolo del fustigatore di costumi politicamente corretto. L’ultima vittima dei suoi strali, in ordine di tempo, è stato il malcapitato Guido Barilla, reo di avere detto che la sua azienda si rivolge alla famiglia tradizionale e non è interessata a quelle alternative. Nei confronti di Barilla, Vecchioni è andato giù pesante, definendone inconsistenti le tesi e bollandolo come «un povero cretino». E dunque a un moralista di tale portata, a un indignato in servizio permanente effettivo, risulta più difficile non far notare le incoerenze e le contraddizioni. Per esempio l’annunciata partecipazione come ospite canoro a un programma che più commerciale e disimpegnato non si può, l’edizione 2013 di Miss Italia (manifestazione che due anni fa, vedi i casi della vita, era peraltro stata sponsorizzata proprio dalla Barilla).
Tornando alla disavventura alcolica, qualcuno ritiene che la si possa spiegare con la mancata assegnazione a Vecchioni del premio Nobel per la letteratura, a cui sembra che il nostro fosse stato candidato. La delusione per averlo visto finire alla scrittrice canadese Alice Munro potrebbe essere stata così forte da indurre Roberto a consolarsi con la bottiglia. Del resto un verso della sua “Canzone per Francesco” (dedicata a un altro estimatore - però confesso - dei piaceri bacchici come Guccini) recita: «Non c’è niente che non passi con il vino». Per il bene di Roberto bisognava allora sperare che si realizzasse l’indicibile e che il Nobel per la letteratura venisse davvero dato a lui? Bisognava cioè augurarsi un male minore (Vecchioni premiato a Stoccolma) pur di scongiurarne uno maggiore (Vecchioni alticcio a Brescia?). Pensiamo di no. Se anche avesse vinto, infatti, ormai sappiamo in che modo Roberto avrebbe festeggiato: con una bella sbronza.