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 2013  ottobre 24 Giovedì calendario

IL POZZO NERO DELLA MISSIONE EULEX GRANDE SPRECO EUROPEO IN KOSOVO


Qualcuno si ricorda del Kosovo? A quasi quindici anni dalle bombe, a più di cinque dalla proclamazione d’indipendenza, nessuno sa con esattezza quanti soldi la comunità internazionale abbia finito per sborsare in un Paese grande quanto l’Umbria, molto più progredito e meno problematico dell’Afghanistan o dell’Iraq, eppure ancora (e chissà per quanto) incapace di fare da sé.
Nessun dopoguerra moderno è costato tanti soldi, in proporzione. Oggi un kosovaro su tre tira a campare con 30 euro al mese: avessero ricevuto direttamente un decimo di quel che s’è speso finora tra Nato, Onu, Ue e Fondo monetario, albanesi, serbi e rom vivrebbero meglio d’un tedesco. La missione civile Eulex — la più grande e dispendiosa mai intrapresa nella storia dell’Europa comunitaria, azzoppata dai cinque Paesi membri che non hanno mai riconosciuto il nuovo Stato indipendente, comunque un inutile doppione dello storico contingente Unmik delle Nazioni Unite — è un pozzo nero che la Corte dei conti di Lussemburgo ha finalmente messo sotto i riflettori: stipendi principeschi, risultati quasi nulli, staff in molti casi inadeguati, sterili rivalità con gli Usa, corruzione e connivenza con una classe politica (i vecchi capi Uck, l’esercito di liberazione del ’99) che in gran parte vive di traffici illeciti.
Velo pietoso pure sull’Italia, che in Kosovo ha rimesso in piedi municipalità e macchina statale, ricostruito ferrovie, vigilato sul crimine, mantenendo tutt’ora un migliaio di militari e di funzionari: dove sono i contratti promessi, le aziende chiamate a investire, le vere opportunità di sviluppo, dov’è il ritorno economico e politico di tutti questi sforzi? A fare un po’ di chiarezza, tanto per cambiare, sta provando la Germania. Che ha cambiato il capomissione, cacciato qualche fannullone, fatto arrestare qualche impresentabile. Poca cosa. L’anno prossimo l’Europa, così occhiuta sui bilanci mediterranei, dovrà decidere se finanziare ancora questo scialo balcanico. Probabilmente lo farà. Chi ti colpisce con le pietre, dice un adagio albanese, non colpirlo mai col pane.