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 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

DELLA FRANCESCA CHE HO AMATO NON C’È PIÙ NIENTE


Napoli, ottobre
Tra corteggiamento, innamoramento, relazione e litigate sono stati insieme tre anni. A. è il primo amore di Francesca Pascale. Un amore nato tra i banchi di scuola, fatto di sguardi e biglietti con i cuoricini e finito tra l’indifferenza di una testa di compleanno. A. non vuole rivelare il suo nome: «Per tutelare me, il mio lavoro e i miei parenti. Ricordo benissimo il fango che gettarono addosso all’ex fidanzato di Noemi Letizia e non ho intenzione di passare per la stessa trafila. E poi per il lavoro che faccio mi accuserebbero di volermi fare pubblicità: ecco, non mostrandomi prevengo qualsiasi illazione».
Quando vi siete conosciuti lei e Francesca Pascale?
«Abbiamo frequentato lo stesso Istituto d’Arte. La trovavo carina ma i coetanei neanche li guardava. Le sono sempre piaciuti i ragazzi più maturi. Ricordo che nel 2000 prese una sbandata per un ragazzo di dieci anni più grande di lei. Uno studente fuori corso, mi pare di Architettura, che frequentava gli ambienti di estrema sinistra di piazza del Gesù a Napoli».
La Pascale con un comunista?
«Aveva appena 15 anni ed era pazza di lui. Perché era affascinante, parlava di libertà, equità... Le faceva una testa così. Lo raggiungeva al suo quartier generale, il Centro Sociale occupato Ska. Un mondo lontano anni luce da quello in cui era cresciuta a Fuorigrotta. Credo che da quella frequentazione nacque il suo odio per i comunisti. Mi raccontò che era un ambiente troppo disinvolto, solo “canne e sesso”. A quei tempi Francesca neanche sapeva cosa fosse il sesso».
E poi?
«Da quella delusione iniziò a guardarsi intorno e finalmente si accorse di me. Eravamo due adolescenti, lei mi aprì il suo cuore piano piano... Fu difficile conquistarla. Per tutti e due si trattò della prima volta».
Michelle Bonev afferma, che Francesca Pascale non ha mai avuto rapporti con un uomo, però.
«Così le è stato detto. Ma non è vero. Io e Francesca tra alti e bassi siamo stati insieme tre anni e avevamo rapporti. Poi anni dopo ho scoperto che in quel periodo non ero neanche l’unico».
Aveva un altro?
«Quando si candidò alle Provinciali, seppi che si vedeva con un uomo molto più grande di lei, un imprenditore. L’aiutò a ottenere un lavoro e l’introdusse negli ambienti politici di Forza Italia. Lui lo sbandierava a destra e sinistra come se fosse stato un privilegio. Ero a conoscenza della loro amicizia ma non credevo che con uno di quell’età (aveva quasi 60 anni) ci potesse essere altro... Ripensandoci oggi lei sta con uno di 77 anni».
La Bonev parla di un’insegnante con cui la Pascale avrebbe avuto una relazione.
«Se ha avuto una storia con una docente è stata brava a non farlo trapelare, ma del resto non sapevo nulla neanche dell’imprenditore».
Com’era Francesca a scuola?
«Provava a conquistare le simpatie dei docenti a ogni costo. Con simpatia, affabilità e, diciamolo, modi servili, provava a mettersi in luce. Era sempre alla ricerca del loro consenso».
Al punto di andare oltre?
«Non posso escluderlo. Dopo la sua partecipazione a Telecafone Francesca cambiò radicalmente: iniziò a essere più spregiudicata, maliziosa, disinvolta, esigente. Che volesse “sperimentare” anche con una donna? Non lo so, ma lo trovo credibile».
L’ultima volta che l’ha incontrata?
«Chiese mie notizie ad amici in comune nel 2009, forse voleva il mio voto... Sa che vivo all’estero e del mio successo lavorativo, voleva incontrarmi ma le ho fatto sapere che a me non interessava. A maggior ragione non la incontrerei oggi: non c’è più nulla della Francesca che ho amato in quella che leggo sui giornali. È un’altra persona. L’ultima volta che l’ho vista è stato per la festa dei suoi 18 anni, nel luglio 2003. Eravamo in rotta, non approvavo quell’ossessione di voler far parte del mondo dello spettacolo. Parlò anche con mio zio, che lavora da anni nell’ambiente; lui le disse chiaro e tondo: “Francesca, lascia stare. Non sai cantare, non sai recitare e nemmeno ballare. Poi non hai nemmeno il fisico da showgirl o modella, mi spieghi che vuoi fare?”. Sentirsi dire che era una ragazza come tante per lei fu inaccettabile. Ripeteva “Io ce la farò. Diventerò qualcuno, sarò famosa”. Beh, in fondo ci è riuscita, no?».
Mariagiovanna Capone