Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

BREVE STORIA DEL SANGUE FINTO

Tutti almeno una volta nella vita, guardando un film, durante una scena particolarmente cruda o violenta, ci siamo domandati cosa fosse in realtà il sangue che vedevamo sullo schermo: salsa di pomodoro? Ketchup? Marmellata? Approfittando dell’avvicinarsi di Halloween e dell’uscita nelle sale statunitensi di Lo sguardo di Satana – Carrie (remake del film del 1976 diretto da Brian De Palma basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, che contiene una delle scene “di sangue” più famose della storia del cinema: la protagonista al ballo della scuola completamente ricoperta di sangue di maiale) Forrest Wickman di Slate ha tracciato una breve e interessante storia di uno degli elementi più utilizzati da sempre nel teatro e nel cinema, soprattutto quello di genere horror, ma anche nei gialli, nei polizieschi, nei western: il sangue finto.
Nei film in bianco e nero l’uso del sangue finto era consentito a tutti, dato che le linee guida di censura del Codice Hays (una serie di norme che dagli anni Trenta al 1967 governarono e limitarono la produzione di cinema negli Stati Uniti) lo permettevano: i registi allora usavano sciroppo di cioccolato, che aveva una consistenza simile a quella del sangue vero ed era adatto a rendere al meglio il contrasto tra bianco e nero. Lo sciroppo di cioccolato fu utilizzato come sangue finto per moltissimi anni, mentre cambiarono soltanto le modalità di utilizzo: in Psycho di Alfred Hitchcock (1960) venne utilizzata la nuova bottiglia di plastica a pressione della Shasta (mentre prima veniva utilizzato lo sciroppo Hershey), con cui era molto più comodo creare effetti secondo il supervisore al trucco del film Jack Barron.
Con i film a colori le cose cambiarono: lo sciroppo di cioccolato era troppo scuro (dato che era tendente al viola) e denso per apparire verosimile, così vennero sperimentate nuove ricette. Tra gli anni Sessanta e Settanta un farmacista inglese in pensione, John Tinegate, sperimentò una nuova formula per il sangue finto che da allora iniziò a chiamarsi Kensington Gore ed è ancora oggi la ricetta più semplice ed economica per realizzare il sangue finto: sciroppo di mais e colorante alimentare rosso. È lo stesso tipo di sangue che utilizzò Kubrick durante la scena del fiume di sangue che esce dalla porta dell’ascensore in Shining (diverse migliaia di litri di Kensington Gore, solo per quella scena).
Ma l’uomo che rivoluzionò l’uso del sangue finto nel cinema fu il truccatore statunitense Dick Smith – ancora oggi nei workshop di trucco ed effetti speciali viene insegnata la sua formula per il sangue finto, economica ed efficace allo stesso tempo – che lavorò per film “sanguinolenti” come Il Padrino (1972), L’esorcista (1973) e Taxi Driver (1976). Dick Smith aggiunse allo sciroppo di mais e al colorante alimentare il metilparaben (che serviva come conservante per le scene più lunghe) e la soluzione Kodak Photo-Flo, un liquido velenoso usato nello sviluppo fotografico, per assicurare che il sangue scorresse sulla pelle e bagnasse i tessuti, come quello vero.
E infatti il nuovo sangue si dimostrò un po’ troppo realistico: la Motion Picture Association of America (MPAA), l’organizzazione americana dei produttori cinematografici, minacciò di dare a Taxi Driver di Martin Scorsese il rating “X”, ovvero di vietarlo ai minori di 17 anni, per la sequenza finale della sparatoria. La Columbia Pictures disse a Scorsese di ritoccare il finale affinché ottenesse il rating R (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati dai genitori), altrimenti ci avrebbero pensato loro. Scorsese trovò una soluzione: per rendere il sangue meno realistico desaturò il colore fino a che assunse una tonalità seppia, tendente al marrone. Secondo Scorsese il nuovo sangue era ancora più inquietante dell’originale, ma la MPAA non la pensò così e diede al film il rating R.
Oggi ci sono decine di ricette diverse per il sangue finto da usare a teatro e nel cinema, ma anche per i trucchi di Halloween o un semplice scherzo (e moltissime si trovano facilmente online), anche se per la maggior parte sono semplici variazioni della formula di Dick Smith. Per il sangue commestibile, essenziale nelle scene di sanguinamento dalla bocca, ci sono diverse ricette tra cui quella del sangue al cioccolato o del sangue al burro di arachidi.
I diversi tipi di sangue finto utilizzati oggi (anche se molti ricorrono agli effetti speciali in digitale) vengono selezionati in base alla luce, alla resistenza all’umidità, al fatto che si tratti di sangue arterioso (più chiaro) o venoso (più scuro) e allo stile del regista. Un maestro della rappresentazione della violenza come Quentin Tarantino utilizzò tre tipi di sangue finto, diversi per colore e consistenza, in Kill Bill vol.1, a seconda che si stessero omaggiando film di arti marziali, di samurai o gli spaghetti-western, spiegando che non voleva assolutamente “il sangue dei film horror”. Tarantino utilizzò quasi 1800 litri di sangue finto per il film.