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 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

IN SALA LA MUSSOLINI ATTRICE CHE LA RAI NON VOLLE


FOSSE ANDATO IN ONDA, CHISSÀ. FORSE ALESSANDRA MUSSOLINI NON AVREBBE DOVUTO «RIPIEGARE» SULLA POLITICA, MA AVREBBE AVUTO IL SUO VERO LANCIO NEL CINEMA. La estorciamo a mo’ di battuta, è vero, ma è così distante dalla realtà? Riccardo Tortora, sessant’anni da regista in quella Rai che era «fatta di capitale umano e culturale», prima che di lottizzazione e rincorsa dell’Auditel, racconta così di quel ruolo da protagonista, offerto a una biondissima attrice in erba dal cognome ingombrante. E che ruolo: Pupetta Maresca, la capostipite di tutte le donne di mafia che riempì le cronache giudiziarie e non solo, a partire da metà anni Cinquanta. È il Caso Pupetta Moresca che Tortora firmò nell’82 insieme alla sua compagna di vita e lavoro Marisa Malfatti per la neonata Raitre di Giuseppe Rossini, ma che mai fin qui, la Rai mandò in onda, prima a causa del sequestro richiesto dalla stessa Maresca e poi per una serie di inspiegabili lungaggini. Non ultimi i timori di Alessandra Mussolini che, una volta approdata alla politica, temeva i facili sberleffi dei suoi avversati per un ruolo così «estremo».
Chiuso nei cassetti di viale Mazzini, questo avvincente docudrama strettamente imparentato col tanto cinema d’inchiesta e denuncia degli anni Settanta, sarà mostrato per la prima volta al pubblico questa sera al cinema Trevi di Roma (ore 19), nell’ambito della rassegna (promuove la Cineteca nazionale in collaborazione con Raiteche), dedicata ai Sessant’anni di regia di Riccardo Tortora a cura di Antonio Bruni. Due giorni per (ri)scoprire il lungo lavoro d’inchiesta e denuncia, sperimentazione, ricerca e attivo interesse per l’arte contemporanea che hanno segnato la lunga attività professionale di Tortora e Malfatti, scomparsa prematuramente nel 1985. Un cammino che a volte è anche inciampato nelle difficoltà della censura, come Il caso Ippolito, mai trasmesso anche questo per gli scomodi contenuti sul tema del nucleare. Pupetta Moresca è una buona occasione per addentrarsi nel suo lavoro e anche per scoprire che la verve da pasionaria della Mussolini viene da lontano. A conferma della sovrapposizione tra spettacolo e politica.