Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

L’ALTRA TRATTA. L’ODISSEA ATTRAVERSO I BALCANI

Non solo via mare. I disperati, alla ricerca di una nuova vita e di un futuro, in Italia arrivano anche attraverso i boschi e le foreste dei Balcani, su carrette di terre, mezzi fatiscenti in cui viaggiano stipati e privi degli indumenti adatti al clima rigido, guidati da mercanti di vite umane spietati come gli scafisti. Ieri mattina le Fiamme gialle del Comando Provinciale di Trieste ne hanno arrestati 4, uno di nazionalità rumena e tre di nazionalità pakistana.
Le indagini sono scattate nell’ambito dell’ordinaria attività di controllo del territorio, a seguito della verifica di un veicolo che dal confine con la Slovenia stava entrando in Italia. A bordo dell’automezzo, guidato da un pakistano, erano presenti dei profughi. Si è accertato che questi ultimi, partiti dalla Grecia dopo aver attraversato i Balcani, erano stati portati in Croazia e in Ungheria. Da qui sono stati poi condotti, in gruppi di 7-15 persone, attraverso il confine italo-sloveno, a cavallo o a piedi, nei boschi. Per i più fortunati le grandi città:Trieste Milano, Brescia. I più deboli, invece, erano stati lasciati indietro. A salvarli, tra i boschi, stavolta hanno pensato i militari.