Carlo Bertini, la Stampa 23/10/2013, 23 ottobre 2013
INNAMORATO, POESIA, AMORE CIVILE TU CHIAMALE SE VUOI, MOZIONI
Ci sono le citazioni palesi e quelle criptate: Cuperlo strizza l’occhio alla componente cattolica che lo sostiene richiamando Papa Francesco contro «la globalizzazione dell’indifferenza», Renzi evoca Moretti con «siamo stati bravi a farci del male». Poi le perifrasi un po’ scontate, come la «cura che uccide il malato» di Renzi, e anche l’abuso del politichese, quel «no al neocentrismo camuffato» o il «riportare il partito nei luoghi del conflitto» di Cuperlo. Ci sono le proposte singolari, come quella di Civati per cui nessuno nella pubblica amministrazione può guadagnare più del 90% di quanto prende il Capo dello Stato, quindi massimo 210 mila euro lordi. E gli evergreen un po’ desueti, come quel richiamo alla «centralità della base», ai militanti che sono «il nucleo fondante del partito» usato solo da Gianni Pittella.
Con il tasso di approssimazione inevitabile di ogni mozione congressuale che si rispetti, i documenti dei 4 candidati alla segreteria si mantengono sul generico sui temi, fisco, lavoro, welfare, senza entrare troppo nei dettagli delle proposte, visto che le parole d’ordine lanciate devono resistere almeno un mese e mezzo agli scossoni di un tempo della politica che si ciba di presente. Ma ad una seconda lettura svelano tratti singolari dei candidati e punti di contatto. Solo per dirne una, Renzi è l’unico a usare la parola «innamorato»: per rimarcare il valore della «comunicazione», evoca la dimensione privata, intimistica, di chi «vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama»; ma subito si rimette nei binari, dicendo quanto il saper comunicare serva anche al «lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi». La sua locuzione sul «bipolarismo gentile» gli attira lo sfottò di Civati; che invece si inventa la formula di «amore civile» per regolare le «diverse forme di relazioni affettive»; e che al pari di Pittella attinge a piene mani al concetto di «mobilitazione cognitiva» inventato da Fabrizio Barca.
La citazione «bandiera» di Renzi è al «tempo perduto, non riempito, vuoto» del teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer, impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg nel ’45. La frase sul «tempo il bene più prezioso che ci sia dato» apre la sua mozione «Cambiare verso». Quella di Cuperlo è tratta da Umberto Saba, «ai poeti resta da fare la poesia onesta», così chiude il suo documento: «ai politici resta da fare una cosa sola: la politica onesta». Anche Cuperlo abbonda in citazioni criptate, una è kennediana, quando parla della «nostra nuova frontiera»; senza chiamarla per nome, esorcizza la voglia di scissione degli ex comunisti che non vogliono piegarsi a Renzi, perché «le ragioni della fondazione del Pd sono più vive che mai e da quella ambizione non si torna indietro». Renzi non tralascia il nodo dell’indulto, perché «la scandalosa questione delle condizioni di vita nelle carceri va affrontata con la riforma della Bossi-Fini, della Giovanardi e della custodia cautelare», ma un provvedimento di clemenza a distanza di sette anni «trasformerebbe questo strumento eccezionale in una sorta di condono mascherato».
Ma forse, le proposte che identificano i quattro candidati, al di là dei messaggi forti su un partito che vince di Renzi o su un nuovo centrosinistra di Cuperlo, sono altre: quella del sindaco è «la semplicità», una proposta immediata, scelta tra le altre anche perché le mozioni saranno stampate in migliaia di copie per esser lette dagli iscritti: la promessa di una battaglia per la doverosa semplificazione del fisco, della giustizia, della burocrazia. Quella del suo più diretto avversario, è «un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile», finanziato con le risorse che si otterranno dalla riduzione della spesa degli interessi sul debito pubblico.