Stefano Semeraro, la Stampa 23/10/2013, 23 ottobre 2013
IL CAMPIONE USA SI QUOTA A WALL STREET LONDRA IN CORSA PER ALIBABA
Arian Foster è un running back degli Houston Texans, una delle squadre di football americano che fanno parte della Nfl, la lega professionistica degli States, e se volete una libbra del suo futuro potete pagarla 7 euro e 50. Sembra Shakespeare, invece è un gioco dell’economia. La Fantex, una società di San Francisco specializzata in investimenti sportivi, ha infatti richiesto alla Securities and exchange commission della Borsa Usa di poter aprire una piattaforma di scambio dove collocare un milione di azioni del «marchio» Arian Foster. Il meccanismo funziona così: la Fantex pagherà a Foster 10 milioni di dollari, in cambio del 20 per cento del contratto quinquennale da 20,7 milioni di dollari che il 27enne ha firmato l’anno scorso con i Texans, e a una uguale percentuale sui suoi guadagni futuri connessi con il football, compresa l’attività di commentatore tv che potrebbe intraprendere alla fine della carriera. L’atleta contrae una sorta di assicurazione, la società finanzia un’intuizione quotando le sue performance.
«La nostra è una strada innovativa – sostiene Buck French, uno dei tanti maghetti della Silicon Valley e Ceo della Fantex – perché unisce sport e business in una maniera che non era mai stata provata prima. Arian è un personaggio multidimensionale, ci aiuterà ad attrarre alti atleti e celebrità come lui». In realtà un esperimento simile in passato era già stato tentato con il pugile Ray Sugar Leonard, con il golfista Rich Beem e persino con un cavallo, Funny Clyde, che nel 2003 vinse il Kentucky Derby.
Il bonus è che Foster è una delle stelle del campionato più seguito negli States, un colosso di 110 chili per 184 centimetri abilissimo a perforare ovale in mano le difese altrui. E’ un afro-americano con sangue messicano, appassionato di filosofia e poesia, vegano a tavola e repubblicano in politica; uno insomma che sa come bucare anche lo schermo. Il malus è che il suo mestiere è rischiosissimo e i suoi guadagni tutt’altro che garantiti. In caso di infortunio grave, o se la sua squadra deciderà di licenziarlo (“tagliarlo” in gergo), addio quattrini. E i running-back come lui si infortunano spesso. Secondo le statistiche della Nfl la carriera media di giocatore nel suo ruolo, il più esposto di tutti, è di 2,6 anni. Arian (contrazione di Acquarian) fra l’altro è già stato operato al ginocchio, nel 2011 ha marcato visita per tre partite (su 14), prima dell’inizio della stagione in corso ha avuto un problema al polpaccio e – last but not least - soffre di una lieve aritmia cardiaca. Quanto basta per far battere il cuore anche dei suoi futuri investitori.
La scommessa su di lui è ad altissimo rischio anche per un altro motivo: come recita una nota che la Fantex ha presentato alla Sec – e sulla base della quale non sarà possibile quotare l’atleta né sulla New York Stock Exchange né sul Nasdaq - nulla vincola in realtà Foster a pagare in futuro quanto pattuito alla società californiana. In caso di difficoltà o bancarotta Arian potrebbe decidere di liquidare prima gli altri debiti a rischio, e i suoi azionisti, come i sottoscrittori di certe avventurose multiproprietà, rimarrebbero così a becco asciutto. Senza neanche la possibilità di reclamare, come il vecchio Shylock nel “Mercante di Venezia”, una libbra di carne del loro “bond” umano.