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 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

SOTTO L’INTONACO UN LEONARDO INEDITO


Milano Un Leonardo inedito, da secoli nascosto sotto sette strati di intonaco. Un disegno a carboncino che gli esperti attribuiscono al grande artista rinascimentale di cui nessuno, fino ad oggi, aveva mai neanche ipotizzato l’esistenza. A riportarlo alla luce sono i lavori di restauro della Sala delle Asse del Castello Sforzesco, una delle opere milanesi meno note di Leonardo, offuscata dalla celebrità del Cenacolo dipinto un paio di anni prima. Qui l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha iniziato un intervento conservativo sulla pittura murale detta Monocromo in grave stato di deterioramento, prima fase di un restauro che coinvolgerà l’intera sala. E proprio dall’attenta osservazione del disegno in bianco e nero è arrivata l’intuizione che sotto gesso e intonaco potesse esserci qualcosa di più.
A ben guardare, infatti, nello stesso Monocromo (a sua volta frammentato) compare l’abbozzo di un tronco d’albero: un tratto verticale che sale morbido verso le fronde verdi che caratterizzano l’intera volta, affiancato da un tratteggio sulla destra che ne delimita la forma, con l’ombreggiatura. Se Leonardo ha disegnato il fusto di questa pianta – si sono chiesti i restauratori – deve averlo fatto anche per tutte le altre, le cui chiome compongono il motivo del soffitto. Sono partite così le prime verifiche: sfogliando i vari strati di intonaco, i tecnici sono arrivati a svelare in quattro punti differenti piccoli frammenti di disegni preparatori a carboncino che con grande probabilità si possono attribuire alla mano di Leonardo.
La scoperta è sorprendente. Ora si tratta di capire quanto è rimasto intatto nei secoli, operazione che il pubblico potrà seguire in diretta sul portale www.saladelleassecastello. it realizzato ad hoc dal Politecnico: un sito aggiornato in diretta per mostrare a studiosi e appassionati gli stati di avanzamento dei lavori voluti dal Comune di Milano e dalle Sovrintendenze e finanziati da A2a e Arcus (due milioni di euro). Ma anche uno strumento per conoscere la storia di un’opera d’arte che tornerà visitabile in occasione di Expo, dal primo maggio 2015.
Era il 1498 quando fu commissionata a Leonardo, allora pittore di corte di Ludovico il Moro, la decorazione di questa sala di rappresentanza comunemente conosciuta come Sala delle Asse per le assi in legno sulle pareti e che invece gli ultimi studi hanno scoperto essere denominata “Camera dei Moroni” in onore di Ludovico Sforza, chiamato il Moro sia per la carnagione scura che per il lavoro di valorizzazione della produzione della seta che si basava sulle colture del gelso, in latino morus.
Nel Settecento, quando sotto la dominazione austriaca il castello diventa una caserma, la sala viene trasformata in ricovero per cavalli. Solo alla fine dell’Ottocento, Luca Beltrami riscopre l’opera e ne affida il restauro a Ernesto Rusca che, secondo gli usi del tempo, ritocca pesantemente il dipinto originale. Un restauro della fine degli anni Cinquanta riporta la volta allo stato attuale.