Massimo Vincenzi, la Repubblica 23/10/2013, 23 ottobre 2013
L’ALIANTE CHE BUCA L’OZONO
La stratosfera dove alloggia l’ozono, con il relativo buco, è uno dei luoghi più amati e odiati dagli scienziati: nella sua composizione e nella sua trasformazione sono custoditi segreti inestimabili. Decisivi per il futuro della Terra, visto che la temperatura del pianeta è collegata alla salute di questa porzione di cielo sopra le nostre teste. Ma tanto sospirata è altrettanto difficile da studiare: gli aerei non si spingono così in alto, le sonde spaziali la attraversano alla velocità della luce senza fornire dati utili. Da qui l’idea, come racconta il New York Times, di arrivarci con un avveniristico aliante, che sfruttando l’onda di vento prodotta dalle Ande (“La corrente più forte”) andrà sin lassù e con il suo volo tranquillo avrà tutto il tempo per lavorare. Un progetto da quasi otto milioni di dollari, tra i promotori un vecchio lupo del cielo: Einar K. Enevoldson che è salito per la prima volta su un aereo nel 1947. Adesso, all’età di 81 anni, oltre ai risultati scientifici sogna di lanciare una nuova era dei viaggi d’esplorazione. «L’uomo deve tornare protagonista. Certo i droni possono fare tutto, ma chi andrebbe a vedere una gara di Formula Indy se al posto dei piloti ci fossero dei robot?».