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 2013  ottobre 23 Mercoledì calendario

«SIAMO TUTTI ASCOLTATI DAL GRANDE ORECCHIO»


«Posso dirle alcune cose. Il direttore della National Security Agency e uno o due suoi vice verranno sostituiti tra non molto: mi risulta che in linea di principio Obama lo abbia già deciso. E l’uso del “Megadata”, il sistema di sorveglianza elettronica della Nsa, verrà severamente controllato: per ciò che concerne l’Europa, il presidente vuole che sia applicato soltanto all’antiterrorismo e non sconfini nello spionaggio politico o economico. Obama ne ha abbastanza degli scandali e ha a cuore l’integrità dell’Alleanza atlantica. Gli altri Paesi, tra cui l’Italia, dovranno aiutarlo. Non so se sia noto da voi, ma l’Italia produce sistemi analoghi al nostro e li vende a terzi. Sono sistemi molto sofisticati e il vostro governo, che è al corrente del loro smercio, dovrà sincerarsi che non finiscano in mano a potenziali nemici. C’è urgente bisogno di una regolamentazione globale di questi prodotti e del loro impiego».
Al telefono da Washington, Vincent Cannistraro dichiara che con la raccolta dati elettronica di massa «non esiste più privacy e non esiste più segreto», e che è giunta l’ora di tutelare dalle «intercettazioni universali» i cittadini, le imprese e le nazioni. L’ex direttore dell’Ufficio italiano della Cia, dell’intelligence del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca e dell’antiterrorismo a Washington difende il ricorso al «Megadata» da parte della Nsa, ma ammette che si presta «ad abusi e soprusi». «I progressi di queste tecnologie estreme — osserva — ci hanno colto impreparati. Possiamo essere ascoltati, letti e visti 24 ore su 24. Di più: ignoriamo quasi tutto delle guerre elettroniche clandestine che sono attualmente in corso. Cinque anni fa non era così».
Incominciamo con l’Italia. È stata intercettata decine di milioni di volte come la Francia?
«Non saprei. Ma dovete rendervi conto che “Megadata” è un sistema di intercettazione globale che scatta quando i computer leggono certi nomi o numeri, sentono certi suoni, vedono certe immagini, ecc. Non solo: una volta così allertato, “Megadata” può selezionare i Paesi su cui concentrarsi per qualche tempo. Io lo paragono a un aspirapolvere planetario che si dirige automaticamente dove ce n’è bisogno. Se è vero che la Nsa spia anche sui governi e sulle industrie, cosa di cui non sono affatto sicuro, non credo che Roma, e persino Washington, possano essere state risparmiate».
Lei conosce i sistemi italiani analoghi a «Megadata»?
«Sì e so chi li produce, ma non posso dirvelo. È ovvio che vengono usati per intercettarvi, gli scandali non sono mancati neanche in Italia, ma vengono altresì esportati. E questo potrebbe diventare un problema. Si ricorda il cosiddetto Cocom dei tempi della Guerra fredda, il Comitato di coordinamento? Fu istituito dall’America e dall’Europa per impedire le forniture dei prodotti hi-tech più avanzati al blocco sovietico. Oggi ci vuole qualcosa del genere contro i Paesi fuorilegge. E come le dicevo, ci vuole anche una regolamentazione ragionevole, che sia condivisa da tutti, impresa molto difficile».
Che cosa intende per guerre elettroniche clandestine?
«Soprattutto quelle tra le grandi potenze, come l’America e la Cina o l’America e la Russia. Ma purtroppo ogni tanto hanno luogo battaglie anche tra gli alleati. Nessuno è senza peccato. Chi può garantire ad esempio che saltuariamente il General command headquarters inglese, che è all’altezza della nostra Nsa, non intercetti le comunicazioni di altri Stati europei? Per non parlare poi dello spionaggio privato. Forse il termine è eccessivo, ma è un fatto che server come Google sanno molto di noi. Non a caso l’Europa ha posto loro dei limiti».
Come si sta muovendo Obama?
«Obama vuole che la Nsa operi nella massima legalità e con obbiettivi ben definiti, che prevenga violazioni della privacy e del segreto di Stato degli alleati, che non si presti a operazioni che non hanno nulla a che fare con la difesa dell’America. Sa che in caso contrario ne soffrirebbe anche il rapporto tra i nostri servizi segreti e quelli europei che finora è stato eccellente, e sono consapevoli gli uni delle attività degli altri e viceversa. “Megadata” è stato creato unicamente per sconfiggere il terrorismo, ma è chiaro che viene adoperato anche per altro, sebbene non con la frequenza e la vastità di cui ci accusate».
Il Congresso è d’accordo?
«Non proprio. Le Commissioni all’intelligence della Camera e del Senato, dove si trovano ex agenti dell’Fbi ed ex militari, spalleggiano la Nsa. Per la maggioranza dei loro membri la lotta al terrorismo giustifica quasi tutto. Ma è sbagliato: “Megadata” è indispensabile per debellare il terrorismo, però il suo impiego deve essere selettivo. Non penso che le commissioni accetteranno volentieri la riforma della National Security che il presidente ha in mente e la sostituzione del generale Keith Alexander, il suo direttore. Comunque, Obama prevarrà».
Non ci sarà quindi una crisi di fiducia tra l’America e l’Europa?
«Ritengo di no. La democrazia è radicata da noi e da voi, e quello che ci unisce è molto più importante di quello che ci divide. A poco a poco tutti insieme adotteremo le misure più opportune a imbrigliare i grandi fratelli elettronici. Rassegniamoci però alla realtà dell’era digitale. Una volta si ammoniva: “Taci, il nemico ti ascolta”. Adesso si ammonisce anche: “L’amico ti ascolta”. Persino la nostra conversazione potrebbe essere intercettata. Ma non è il caso di tacere, anzi».