Giulia Romiti, Letter43 22/10/2013, 22 ottobre 2013
TITTI, AMORE DI RENATO
La si vede poco fuori dalle occasioni ufficiali. Eppure Titti è sempre nel Palazzo, che sorride sulla foto incorniciata ed esibita sopra l’enorme scrivania da capogruppo del marito. Ci sono soltanto lei, all’anagrafe Tommasa Giovannoni Ottaviani, e Silvio Berlusconi, poco più in là. Ma se il secondo agita le giornate e i sonni di Renato Brunetta, Titti fa l’esatto contrario: smussa, risolve, tranquillizza.
Il carattere forte dell’ex ministro per la Pubblica amministrazione, l’attuale capogruppo pidiellino a Montecitorio, è noto a tutti. In molti lo considerano un uomo difficile da approcciare, con lui nessuno vorrebbe arrivare a discutere. Preciso, puntiglioso, quando vuole feroce, se è ospite di una trasmissione televisiva le scintille non mancano mai, sia con i colleghi degli altri schieramenti politici sia con i conduttori. Lo sa bene Fabio Fazio che giusto qualche giorno fa si è visto spiattellato in diretta dal suo intervistato il proprio contratto milionario con la Rai.
La prima cosa fatta da Renato, appena eletto capogruppo, è stato licenziare tutti i dipendenti dell’ufficio di Montecitorio, per dire. E a Palazzo Vidoni, sede del suo ex ministero, ancora risuonano le grida contro i suoi collaboratori, magari colpevoli soltanto di un ritardo di 10 minuti, di essersi persi l’inizio delle riunioni di staff, convocate di primo mattino.
Di certo, a dispetto dell’orientamento politico, Brunetta è democratico: sgrida ancora oggi il suo staff, noncurante del fatto che sia per oltre metà costituito da deputati della Repubblica, mica ragazzini. Umberto Bossi, nel 2010, quando Brunetta si candidò sindaco di Venezia, sintetizzò così: «Come tutti quelli piccoli di statura si incazza, ha un caratteraccio...».
A dispetto della sua fama di «duro», però, esiste un altro Renato, lontano dai riflettori, che viene fuori piano piano. Ed è quello che conosce Titti, quel professore che ha scritto addirittura un libro di ricette, che si diletta in cucina. «Amore, come sono andato?», chiede il capogruppo, ascoltatissimo dal Cavaliere, alla fine di ogni trasmissione televisiva, sicuro di averla avuta dall’altra parte dello schermo. Tommasa giura agli amici che «Renato a casa è molto diverso» da come appare.
Arredatrice di interni, nata a Roma, donna molto avvenente, è convolata a nozze con Brunetta nel 2011, dopo un lungo fidanzamento. Prima, li avevano visti insieme a passeggiare per l’Umbria, terra che lei ama molto, e a Ravello, dove lui ha una casa ed è stato dato il ricevimento di nozze. Il loro primo incontro, come racconta spesso la signora Brunetta agli amici di lui, è stato in un vivaio: entrambi amano dedicarsi alle piante, hanno il pollice verde. Dev’essere stata una scena da film: «Gli ho offerto un passaggio con la mia macchina ed è finita che non ci siamo più lasciati», racconta lei.
Portatrice di tacchi indefessa noncurante della bassa statura del marito, Titti segue con discrezione il lavoro del consorte e organizza spesso cene nella loro casa, chiamando lei stessa gli ospiti: «Pronto, sono Titti, volevamo invitarvi…». Gli ospiti più assidui sono gli ex colleghi ministri di lui, con le rispettive compagne. «È sempre informatissima, saggia e dà ottimi consigli», racconta uno di loro.
La villa in cui vivono è bellissima. «Il merito ovviamente è di Titti», dice fiero lui. Anzi, spesso il nome di lei diventa «la mia rosa», così ama chiamarla. Spesso girano per casa anche i figli di lei, coi quali il capogruppo pidiellino ha un atteggiamento «molto paterno».
Insieme cucinano, insieme curano il giardino. La vita a casa Brunetta non deve essere facilissima: sveglia prima delle sette, tutti i santi giorni e rientro alla sera molto tardi. Certo, per arrivare in ufficio la villa dei Brunetta è un pò fuori mano, sull’Ardeatina. Ma per la gioia di sua moglie qualche sacrificio si può fare. La signora è infatti cresciuta nel quartiere e ha sempre detto di non volerlo lasciare: «Io sono nata in questa zona, la amo per la sua tranquillità», dice lei.
Che si è occupata di una corposa ristrutturazione, ovviamente. E gestisce la piscina. Per lei, l’economista e professore ha acquistato una villa di due piani con ben 10 stanze, circondata da 1.300 metri quadrati di giardino, e si è gettato a capofitto nella battaglia contro la possibile realizzazione di una nuova discarica a qualche centinaio di metri dalla loro residenza.
Sono una coppia di lotta e di governo. Mentre lui massacrava di interpellanze urgenti il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, lei partecipava alle manifestazioni organizzate dal Comitato, compreso il corteo dal presidio al santuario della Madonna del Divino Amore. «È importante essere qui», disse. Sempre impeccabile, coi tacchi.