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 2013  ottobre 22 Martedì calendario

INTERVENTI

& REPLICHE – CAMERE A GAS: LE FRASI DI ODIFREDDI–

In riferimento alla rubrica di Aldo Grasso (Corriere, 2o ottobre), l’autore manipola una frase estrapolata ad arte da un mio commento estemporaneo sul mio blog, in cui dicevo che sulle camere a gas «mi uniformo all’opinione comune»: il che, in italiano, significa che le accetto, e non che le nego! Ovviamente, Grasso ha capito benissimo ciò che volevo dire, ma ha deciso di fingere di fraintenderlo, per i motivi che lascia trasparire nel suo scritto. E cioè, cogliere l’occasione per colpire ancora una volta, e possibilmente affondare per sempre, un individuo che lui non può proprio sopportare, perché professa un libero pensiero contrario alla Chiesa, da un lato, e alla politica di Israele, dall’altro. E, per giunta, riceve addirittura le «troppo generose» attenzioni di un Papa. Ma non ho certo bisogno di arrampicarmi sui vetri per dimostrare l’assurdità delle accuse rivoltemi da lui e dai pappagalli che gli fanno eco nella rete. Anche senza scomodare i miei libri e i miei articoli, basta infatti guardare senza pregiudizi i post del mio blog. Ad esempio, quello del 15 ottobre 2011, in cui criticavo il negazionista Claudio Moffa dicendo che «i dubbi sulla Shoah sono ridicoli». E citavo Borges: «Il proposito di abolire il passato fu già formulato nel passato, e paradossalmente, è una delle prove che il passato non può essere abolito. Il passato è indistruttibile, prima o poi ritornano tutte le cose, e una delle cose che tornano è il progetto di abolire il passato». Una delle cose che prima o poi tornano sono i roghi dei libri. E oggi c’è chi, aizzato da gente come Grasso, ha cominciato a bruciare i miei: provare, per credere, a digitare su Google il mio cognome, insieme al sito «formamentis». Ottimo risultato, spingere la gente a credere che il miglior modo per mantener viva la memoria dei crimini nazisti sia ripeterli…
Piergiorgio Odifreddi

Invece di processare le intenzioni e perdere tempo a scrivere repliche pretestuose e offensive, Odifreddi farebbe bene a meditare un po’ di più prima di scrivere su temi così delicati. Non ho estrapolato nulla ma mi sono limitato a citare alla lettera alcune sue frasi, tra l’altro scritte nel corso degli anni. Del resto, se non sono il solo ad aver messo il dito nella piaga, una qualche ragione ci sarà. (a. g.)

L’accoglienza dei migranti
Molta comprensione per quei poveretti che arrivano in Italia, da tanti Paesi del mondo, con barconi fatiscenti e degli scafisti delinquenti. Non si aspettino però di essere alloggiati in un albergo a qualche stella. Vengono da Paesi in guerra o dove erano perseguitati e non si aspettino quell’Eldorado che la nostra tv fa loro credere esista. Se stavano meglio nel Paese di provenienza possono anche tornare indietro. Mi chiedo anche a che cosa servano i funerali di Stato, i fiori dispersi in mare e i fiori deposti sulle loro bare. Quanta messa in scena inutile! Anche i nostri lavoratori che muoiono sul lavoro meriterebbero lo stesso trattamento! Io mi domando dove si saranno rifugiati quei clochard (italiani?) a Milano sotto il diluvio pazzesco della notte 10/11 ottobre. I loro antenati hanno combattuto per la patria ed hanno pagato con la vita o con le tasse essere abitanti d’Italia! Come alloggiano, infine, i carcerati?
Laura Donini, Milano