varie, 22 ottobre 2013
Colombe per Sette - Dall’enciclopedia Treccani. «Colomba: voce generica che designa qualsiasi specie di uccelli appartenente all’ordine dei Colombiformi
Colombe per Sette - Dall’enciclopedia Treccani. «Colomba: voce generica che designa qualsiasi specie di uccelli appartenente all’ordine dei Colombiformi. Questi formano un gruppo assai omogeneo, tanto per la loro organizzazione quanto per le abitudini. Sono generalmente di media grandezza, corrispondente al peso di 300 a 400 grammi. Il becco è sempre piuttosto breve, sottile, debole, molle alla base, più robusto e più duro all’apice, dove termina con una punta leggermente piegata ad uncino. Le narici sono situate innanzi alla fronte, hanno forma di fessura e sono quasi sempre coperte da una membrana molle, più o meno rilevata. Il piede ha quattro dita, delle quali il posteriore è allo stesso livello delle altre e può in qualche caso servire a stringere le fronde sulle quali il colombo si arrampica. Le remiganti primarie sono molto robuste e, di solito, notevolmente più lunghe delle secondarie, la qual cosa contribuisce a rendere i colombi forti volatori. La coda è quasi sempre formata di dodici timoniere, raramente di quattordici o di sedici; è per lo più breve e leggermente arrotondata, ma talvolta è lunga e degradante. I colori dei Colombi sono generalmente modesti, almeno rispetto a quelli di altri uccelli» eccetera. Furono i Sumeri i primi ad addomesticare e a creare, attraverso gli incroci, i piccioni candidi. In molte antiche culture orientali la colomba simboleggiava dee della fecondità: Ishtar, Astarte, Tanit, Anat, ‘Ata, Atargis. Tra i greci era simbolo di Afrodite. Nella mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante. Inseguite da Orione, esse furono mutate in colombe bianche che volarono in cielo, formando l’ammasso di stelle che porta il loro nome. Si dice che l’imperatore romano Alessandro Severo fosse appassionato di colombe e ne nutrisse più di 20.000 nel suo palazzo: ugual numero sembra ne allevasse nel 1600 il principe indiano Akber, il quale possedeva razze rare, portate nell’India dal Turan. Varrone e Columella accennano all’esistenza fino da quei tempi di razze pregiate e di bel colore, che potevano costare 200 nummi a coppia. Nell’iconografia romana, l’anima dell’uomo era rappresentata da una colomba bianca che scendeva da Afrodite a vivificare il corpo. Sempre una colomba bianca rappresentava l’anima che, dopo la morte, tornava alle divinità. I cristiani ritenevano che, al momento della morte, le anime dei santi si trasformassero in colombe bianche che uscivano dalle loro bocche e salivano verso il cielo. «La colomba è solita indicare il Cristo» (Tertulliano). Colombe bibliche: quella che, lanciata da Noè alla fine del Diluvio universale, torna con un ramoscello d’olivo nel becco a simboleggiare la nuova pace tra Dio e l’uomo. Quella che apparve sulla testa di Gesù quando fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano. «O Cristo, tu sei per me la potente colomba che vince l’uccello gonfio di sangue» (Prudenzio). I colombi sono monogami e una volta che si scelgono, si corteggiano per almeno una settimana prima di accoppiarsi. (ok-ambiente.com) «Io sono un uomo all’antica. Non credo nelle relazioni extraconiugali. Ritengo invece che la gente dovrebbe restare sposata per tutta la vita, come i colombi e i cattolici» (Woody Allen). Le colombe, simbolo di fertilità anche per via dei loro escrementi che arricchiscono il terreno. Le feci prodotte dalle colombe sono usate fin dall’antichità per concimare gli orti e le coltivazioni: infatti, soprattutto in medio oriente dove la convivenza tra colombe e uomini ha avuto origine e dove il terreno era molto povero, il guano prodotto dalle colombe consentiva di arricchire i terreni di nutrienti. Nei secoli XVI, XVII e XVIII in Inghilterra il guano delle colombe era considerato l’unica fonte di salnitro, necessario alla preparazione di polvere da sparo. Non è vero che le colombe siano miti: spesso combattono per difendere nido e territorio a colpi di becco e ali. La mitezza è una leggenda: si credeva, infatti, che, a differenza degli altri animali, il loro fegato non producesse fiele. In Afghanistan la Moschea blu di Mazar-i-Sharif perennemente circondata da colombe bianche: si crede che metterne in libertà una nei paraggi porti la realizzazione di un desiderio. Umberto Braghetto, 75 anni, di Desio, fornitore pontificio per la cerimonia del volo della colomba del Papa la domenica di Pasqua. Come ha deciso di diventare allevatore di colombe: «Il giorno del mio matrimonio, all’uscita di chiesa, una colomba bianca si posò proprio sul selciato davanti a me e mia moglie, un segno bene augurale. Dopo qualche giorno si presentò a casa mia un seregnese allevatore della razza King e da quella prima colomba che mi regalò è incominciato il mio allevamento». Abitudine di far volare delle colombe bianche al momento dell’accensione della torcia olimpica. Però nel 1988, a Seul, furono liberate un po’ in anticipo: alcune si posarono nel calderone che attendeva la fiamma dei tedofori. Erano ancora lì quando gli si diede fuoco: morirono arse vive, davanti a milioni di spettatori. Da allora la cerimonia di apertura delle Olimpiadi non prevede più la liberazione degli uccelli. A Padova è vietato liberare colombe bianche ai matrimoni (la diffusione della moda sta ingrossando le colonie di piccioni di città). Secondo alcune stime sono circa 4 milioni i piccioni che vivono nelle città italiane. (Aidaa, associazione italiana in difesa degli animali e dell’ambiente). La cacca di piccione è dannosa per i monumenti (ogni colombo produce 2,5 chili di feci l’anno) perché reagisce chimicamente con le pietre corrodendole. Malattie trasmissibili dai piccioni di città: salmonellosi, ornitosi, psittasicosi, tubercolosi aviaria, campilobacteriosi, toxoplasmosi, stafilococcosi, pseudopeste. Tra le loro piume vivono le zecche, che potrebbero trasferirsi all’uomo. La colomba pasquale inventata dalla Motta negli anni Trenta per sfruttare anche a Pasqua gli stessi macchinari e la stessa pasta del panettone. Secondo alcuni questo dolce risale al re longobardo Alboino che (metà VI secolo) ricevette in dono dagli assediati di Pavia una torta a forma di colomba, in segno di pace. Palummeddi, o pastefuorti: dolcetti siciliani a forma di colombe, molto comuni a Pasqua in provincia di Ragusa. «Vola, colomba bianca, vola / Diglielo tu / Che tornerò / Dille che non sarà più sola / E che mai più / La lascerò» (C. A. Bixio - Cherubini - Carlo Concina, Vola colomba). *** Nell’antica Grecia i piccioni viaggiatori portavano i nomi dei vincitori delle Olimpiadi. Nel 1870, in piena guerra franco-prussiana, durante l’assedio di Parigi i colmbi furono l’unico mezzo di comunicazione dei parigini con l’esterno: recapitarono 150mila dispacci militari e più di 1 milione di lettere. Ancora nel 1850, l’agenzia Reuters, mancando il collegamento telegrafico fra le redazioni di Aquisgrana e Bruxelles, inviava le quotazioni del mercato finanziario con un stormo di 40 piccioni. Non è ancora chiaro come facciano i piccioni viaggiatori a tornare a casa quando sono portati a chilometri di distanza. I primi studi sull’argomento si devono a Floriano Papi che una trentina di anni fa sospettò un ruolo rilevante dell’olfatto. Nei primi mesi di vita il colombo si costruisce una sorta di mappa degli odori predominanti nelle aree vicine al luogo in cui vive, associando gli odori portati dai venti con le direzioni da cui questi provengono. Portato lontano, dunque, un piccione sa determinare la propria posizione riconoscendo gli odori del posto. I ricercatori hanno, infatti, osservato che piccioni con nervi olfattivi recisi non riescono a tornare a casa. Si perdono anche quelli che hanno il senso dell’olfatto anestetizzato, salvo ritrovare la via non appena l’effetto finisce. Infine gli esemplari cresciuti in gabbie schermate, dove non entrano vento e odori, non sono capaci di orientarsi. In Italia ci sono circa tremila colombofili, gli appassionati di piccioni viaggiatori che partecipano a gare e mostre. Come si svolge una gara: i colombi, trasportati come atleti su camion attrezzati con ogni comfort, vengono portati al luogo della competizione e liberati tutti insieme. Il loro compito è quello di tornare a casa, che può essere distante anche centinaia di chilometri. Ciascuno porta sulla zampa un anello di gara che viene tolto quando raggiunge la propria casa e inserito in uno speciale orologio sincronizzato con quello degli altri partecipanti. Vince l’animale che ha viaggiato con la velocità media più alta sulla distanza più lunga. Le prestazioni possono essere eccezionali, anche 700 chilometri in un giorno. Un piccione campione può valere 35-40 mila euro. Mike Tyson alleva piccioni. A Londra il primo Memoriale per militari non umani. Tra gli eroi ricordati, il piccione Mary, matricola 2709, che si sfinì a forza di voli per localizzare alleati e consegnare messaggi segreti durante la seconda guerra mondiale. (Giusi Fasano, Corriere della Sera, venerdì 26 novembre 2004)